“Nel 2154, l’umanità è divisa in due classi: i ricchi, pochi eletti che vivono su una stazione spaziale lussuosa chiamata Elysium, ed i poveri, che vivono sul pianeta Terra, ormai sovrappopolato e poco abitabile.”
Per non fare spoiler non vado oltre ma è da qui che si sviluppa la trama di uno dei blockbuster migliori dell’anno.
Neill Blomkamp regista sudafricano dopo il successo commerciale e di critica che ha avuto 4 nomination agli Oscar “District 9” decide di mettere le mani su un grosso blockbuster e di avere, quindi, un grande budget da spendere. Egli riesce nell’impresa di non scadere nel banale riuscendo a gestire tutto il cachet creando un nuovo universo messo in scena con una CGI mozzafiato creando comunque un film con un’anima seppur con difetti.
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La prima cosa che lo spettatore nota e lo stile di regia: Blomkamp dirige il film in maniera valida soprattutto nelle sequenze più calme e poco frenetiche; peccato che d’altro canto quando l’azione si movimenta un po’ Blomkamp abbia delle difficoltà: le sequenze d’azione nel film essendo molto frenetiche non convincono totalmente per quanto riguarda la messa in scena perché si nota una leggera difficoltà da parte di Blomkamp di star dietro all’azione e quando ci prova la frenesia porta a mettere in scena delle sequenze poco comprensibili ed eccessivamente movimentate.
Questo per fortuna non accade sempre durante il film ma è comunque un aspetto che fa perdere diversi punti. Anche la stessa idea di realizzare delle sequenze in terza persona con telecamera appesa dietro i protagonisti risulta leggermente fuori luogo; i rallenty invece presenti in maniera minore funzionano. Non si vuole criticare lo stile registico in se ma più che altro l’esagerazione di alcune scene che Blomkamp poteva dirigere con più precisione. D’altro canto le sequenze girate in CGI così come diversi primi piani sono validi e quindi promuovono alla fine la regia del film nonostante sia un passo indietro rispetto a quella di District 9 dal quale questo “Elysium” riprende soprattutto l’aspetto sonoro (nelle sale Isens del circuito UCI Cinema lo schermo “vibra” letteralmente per la potenza sonora: questo formato è altamente consigliato) e le inquadrature dei paesaggi.
Se la regia fa un piccolo passo indietro abbiamo una sceneggiatura solida che non scade mai nel banale o nello scontato e che scorre liscia per l’ora e 40 di durata anche se una precisazione bisogna farla: nel film sembra che alcune sequenze siano state tagliate forse per scelta della produzione o forse per eccessività di tempo perciò in alcuni momenti della pellicola si ha un leggero senso di smarrimento che comunque il film riesce a oltrepassare.
La messa in scena della sceneggiatura funziona con un’eleganza visiva da parte di Blomkamp di godere della baraccopoli della Terra futuristica e del paradiso Elysium riuscendo a caratterizzare e a far emergere entrambi i mondi soprattutto con la nascita e lo sviluppo dei personaggi. Matt Damon risulta essere un protagonista estremamente valido mettendo in scena un personaggio ottimo sotto tutti i punti di vista: l’attore è riuscito a crescere nel corso degli anni e a delinearsi un ruolo più adulto rispetto ai primi film girati; Jodie Foster purtroppo è un po’ messa da parte infatti le sequenze che la riguardano sono poche ma comunque di grande impatto; Sharlto Copley pupillo di Blomkamp, senza entrare nei dettagli mette in scena il personaggio che funziona meno del film: se in District 9 si affermava qui risulta essere una piccola pecca in quanto a caratterizzazione ma non ad interpretazione. Bravi anche Diego Luna (“The Terminal”) e Wagner Moura.
Se cercate un blockbuster di qualità nonostante non sia perfetto Elysium è quello che fa per voi: una favola futuristica con difetti di regia ma con una sceneggiatura che scorre con frivolezza ed è anche ben interpretata.