Claudia Vismara. Foto di Riccardo Riande
Claudia Vismara. Foto di Riccardo Riande

Claudia Vismara: senza alcuno squilibrio

Impegnata su più fronti, Claudia Vismara, attrice di talento, nata a Bollate, con una carriera di tutto rispetto all’attivo.

Oltre che in “Nero a metà”, giunto alla sua terza stagione, potrete vederla al cinema in “Tapirulan”, diretta dalla Gerini, e in televisione, dal prossimo 16 maggio, in “A muso duro”, al fianco di Flavio Insinna. Non ultimo, vi è “Klam”, film che chiude una stagione olandese importante. Claudia, da qualche tempo, è anche mamma ed è anche di questo che parleremo, in questa nostra intervista in cui dispensa anche consigli a coloro che vorrebbero intraprendere il suo stesso mestiere.

Benvenuta su La Gazzetta dello Spettacolo, Claudia Vismara. Come stai?

Bene, grazie! Sono mamma da pochissimo. Provengo da un periodo pieno, a livello lavorativo e personale, ma sono davvero felice, appagata, in questo momento.

Chi è Claudia Vismara e come ha avuto inizio il tuo amore per la recitazione?

Ero la classica bambina che, sin da piccola, amava prendere parte alle recite. Una vera e propria predisposizione naturale. Al liceo, dopo aver letto il volantino di una scuola di teatro, decisi di prendervi parte. Lavoravamo sul corpo, sulla coralità, una scoperta bellissima. Finito il liceo ho poi deciso di inscrivermi ad un’Accademia di Musical, per un periodo di due anni, per poi dedicarmi ad una scuola privata di metodo Stanislavskij che mi ha formata davvero tanto come attrice. Da lì il grande salto, il trasferimento a Roma, sino ad arrivare a tutto ciò che ho realizzato oggi.

Tanti i progetti che ti vedono protagonista in questo periodo. Tra questi: “Nero a Metà”, attualmente in programmazione, giunto alla sua terza stagione. Inoltre vi sono, “Tapirulan”, con Claudia Gerini alla regia, “Klam”, un lavoro internazionale, e “A muso duro”, con Flavio Insinna, in onda dal 16 maggio. Cosa puoi anticiparci, nei limiti del possibile?

In “Nero a metà” abbiamo potuto vedere arrancare il rapporto tra Alba e Malik. “Tapirulan” è invece un film atipico, audace. Ci presenta una donna in perenne affanno lavorativo, interpretata dalla Gerini, che corre su questo tapirulan, senza avere alcun rapporto con il reale, con il mondo esterno. Un film che, in qualche modo, si ispira alle atmosfere claustrofobiche vissute durante il lockdown. Interpreto sua sorella, Chiara, che si affaccia dal passato, dopo ventisei anni. Vi consiglio di guardarlo, senza anticiparvi altro. Un film sulle ferite familiari, sulla sorellanza. “A muso duro” parla di disabilità, di una società impreparata al recupero di questi ragazzi, abbandonati ai propri cari. Il Dottor Maglio, interpretato da Insinna, si occuperà di tutti loro e per la prima volta nella storia. Interpreterò Stella, sua moglie. Infine vi è “Klam”, un film che chiude tre stagioni di una serie olandese, di cui mi sono completamente innamorata. Si parla di due famiglie, di cui una mezza criminale. Interpreto Isabella, una stilista, che si ritrova a vivere una situazione spiacevole che consegue la scomparsa del padre. Un ruolo da cattiva, questa volta.

Claudia Vismara. Foto di Riccardo Riande
Claudia Vismara. Foto di Riccardo Riande

Da qualche tempo sei mamma. Quanto incide, questo nuovo ed importante “ruolo”, nel tuo lavoro, nella tua vita in genere?

Incide molto, sicuramente. Il mio è un lavoro particolare, che richiede anche degli spostamenti all’estero, non solo in Italia. Non è facile, quindi, gestire il tutto, anche per via della stanchezza che mi porto dietro. Anche il papà, Daniele Pilli, è attore e quindi cerchiamo di incastrare il più possibile i nostri reciproci impegni pur di far funzionare a meraviglia il tutto. Navighiamo a vista. Di certo la maternità ha modificato i miei piani, le mie priorità e, paradossalmente, la nascita di Emma mi ha portato anche tanta fortuna. Ad oggi, posso dirlo con certezza, è la cosa più bella che sia riuscita a realizzare.

Cosa consiglieresti a chi pensa di voler intraprendere il tuo stesso mestiere?

Consiglio loro di studiare, sempre, di formarsi bene. Senza, diversamente, non vi sarebbe modo di poter affrontare a dovere questo mestiere. Bisogna essere resilienti, perché parliamo di un mestiere difficile, che porta esperienze bellissime, ma capitano anche dei momenti di stallo e questo potrebbe portare a vivere una sorta di depressione. Non ultimo, penso sia fondamentale anche saper gestire il successo, ciò che si ottiene, senza creare squilibrio alcuno.

Su Alessia Giallonardo

Nasco a Benevento, nel 1986. testarda a più non posso, perché Toro. Amo la fotografia sin da quando ero piccola e devo questa passione a mio padre. Stesso discorso per la scrittura, per ogni singola sfumatura di un racconto, di un vissuto, di uno storico incontro.

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