Nadia Carlomagno. Foto di Kriss Barone
Nadia Carlomagno. Foto di Kriss Barone

Nadia Carlomagno, mi piace aiutare gli altri

Incontriamo oggi Nadia Carlomagno, entrata da qualche mese nel cast della soap televisiva “Un Posto al Sole” con il ruolo di Nunzia Curcio, per prestare il volto alla mamma della sfortunata Clara (interpretata da Imma Pirone – insieme nella foto in calce all’intervista).

Nadia Carlomagno ed Imma Pirone sul set di Un posto al sole. Foto da Facebook
Nadia Carlomagno ed Imma Pirone sul set di Un posto al sole. Foto da Facebook

Benvenuta su La Gazzetta dello Spettacolo a Nadia Carlomagno. Come ti confronti con il personaggio di Nunzia?

Di Nunzia apprezzo il fatto che si lascia sempre trasportare dalla passione. Si è confrontata sempre con uomini che l’hanno fatta soffrire, per il loro modo di essere inconcludenti. Comunque sia, Nunzia ha saputo riorganizzare la sua vita, mossa dal bene che provava per i figli. Ha saputo metterli al primo posto, rinunciando all’amore. E’ molto diversa da me, trovo stimolante interpretarla.

La tua avventura nel mondo della recitazione è cominciata all’Università. Cosa ci racconti?

Ero al primo anno dell’Università quando, con un gruppo di ricerca diretto dal regista Mario Santella, ho avuto la possibilità di debuttare con uno spettacolo su Vladimir Majakovskij a Officina 99. In seguito, ho lavorato con altre realtà teatrali come Libera Scena di Renato Carpentieri, Rossotiziano e Teatri Uniti. Ci sono stati poi i grandi maestri di teatro: da Giuseppe Patroni Griffi a Emuntas Nekrosius, passando per Leo De Berardinis, Alfonso Santagata, Giampiero Solari e Augusto Omolù dell’Odin Theatre. Il passaggio al cinema si è potuto verificare con Sergio Citti, sceneggiatore e collaboratore di Pasolini. Ma ho nel cuore pure le collaborazioni con Ettore Scola, Mario Martone, Matteo Garrone, Giuseppe Piccioni e Antonietta De Lillo. Giusto per citarne alcuni.

Nella vita sei anche una professoressa di pedagogia sperimentale…

Ho sempre trovato naturale conciliare il mondo accademico con quello artistico. Sono cresciuta e mi sono formata in entrambi i mondi. L’attività di attrice ha fatto sì che potessi indagare con più sicurezza il campo di ricerca della pedagogia sperimentale. Il linguaggio delle arti sceniche, sia esso espressivo, emotivo, musicale, mimico- gestuale, o corpo-cinestesico è fondamentale per valorizzare l’inclusione nella prassi educativa.

Nadia Carlomagno. Foto di Kriss Barone
Nadia Carlomagno. Foto di Kriss Barone
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Cosa vedi nel tuo futuro prossimo?

Mi piacerebbe lavorare su un personaggio che dia voce a chi, finora, non l’ha avuta. Dedicarmi a quelle persone che apparentemente non hanno diritti e che vivono nella più completa solitudine sociale.

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