Per il tempo che resta, di Laura Basilico

Per il tempo che resta, di Laura Basilico

Sara, protagonista del romanzo di Laura Basilico intitolato Per il tempo che resta, la sera del 14 aprile 2012 si trova nello stadio di Milano ad assistere al derby Milan – Inter insieme a migliaia di altri tifosi.

È lì con Dylan, suo migliore amico nonché ex fidanzato: il tifo è l’unico legame ancora in vita tra i due, anche se le ceneri della loro storia d’amore, forse l’unica per entrambi, sono ancora visibili e ingombranti, impossibili da spazzare via. Durante gli ultimi minuti di gioco Sara, però, decide di andar via, di allontanarsi dallo stadio in solitudine, verso una direzione in quel momento ancora imprecisa.

Per il tempo che resta, di Laura Basilico

Alcuni istanti dopo la sua corsa verso l’esterno una manciata di esplosioni distrugge un’intera porzione di stadio, ponendo fine alle vite di decine di migliaia di tifosi. L’attacco terroristico ha sconvolto l’intera popolazione: da un lato si cerca disperatamente di dare un nome alle numerose vittime di cui non restano che pochi frammenti ancora riconoscibili, dall’altro si cercano colpevoli e moventi, si sviluppano teorie complottistiche, si tenta di fare chiarezza.

Improvvisamente Sara diventa vittima di un’”allucinazione collettiva”: le telecamere di sorveglianza l’hanno ripresa durante la fuga dallo stadio alcuni secondi prima delle esplosioni. Dal momento che tutti i sospetti ricadono su di lei si cerca di fare luce sul suo passato. Una tesi di laurea sul terrorismo sembra confermare le teorie dell’intelligence: Sara, agli occhi di tutti, diventa una terrorista.

Nella solitudine dell’appartamento in cui ha trovato protezione, Sara affronta con grande coraggio il terrore di una condanna ingiusta, non lasciandosi abbattere dalle offese e dall’odio di cui diventa principale bersaglio.
Quando alcuni giorni dopo la verità viene finalmente alla luce, Sara esce allo scoperto, ma ad accoglierla, al di là della porta che le ha offerto protezione, è soltanto l’ennesima ondata di disprezzo e ottusità, nonostante la sua evidente innocenza.

L’amara riflessione sulle debolezze di uno Stato incapace di fronteggiare il terrore e di arginare l’odio ingiustificato di chi vuole ad ogni costo trovare un colpevole si intreccia ad una triste rappresentazione dei rapporti umani. Sara, sola nel suo rifugio temporaneo, non ha familiari o amici pronti a difendere la sua innocenza o a lottare per i suoi diritti. Quando chi credi di conoscere si rinchiude in una muta solitudine dominata dal dubbio, l’unica soluzione è uscire allo scoperto e giocare le proprie carte migliori: Sara riesce a dominare la paura e a comprenderla, riesce a perdonare l’odio e l’indifferenza, a dare un senso alla sua esperienza cercando di dimostrare quanto sia fondamentale per ognuno di noi scegliere al meglio le battaglie per cui combattere.

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Redazione Giornalistica

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