Liliana Fiorelli. Foto di Andrea Aps
Liliana Fiorelli. Foto di Andrea Aps

Liliana Fiorelli: più tempo per me

Noi, la serie Rai che prende ispirazione dall’americana, This is us, ci regala una nuova e brava protagonista, Liliana Fiorelli. Il suo personaggio compare dal secondo episodio e, sin da subito, porta scompiglio nelle vicende che riguardano Dario Aita, altro protagonista della fiction ad opera di Luca Ribuoli.

Liliana, classe 1990, è anche una talentuosa imitatrice. La ricordiamo, difatti, nelle vesti di Levante, Arisa, Manuel Agnelli e molti altri. Un vero talento artistico, un vulcano in piena eruzione.

Benvenuta su La Gazzetta dello Spettacolo, Liliana Fiorelli. Come stai?

Sto bene, grazie! È già di per sé un miracolo potersi svegliare al mattino, visto il momento storico che viviamo.

Attrice e, allo stesso tempo, imitatrice. Come hanno avuto vita entrambe le passioni?

Imito personaggi e persone da quando ero al liceo. Insieme al mio amico Giacomo, prendevamo in giro gli autori russi, i filosofi dell’antica Grecia, dando voce a tutti loro, in una forma completamente umoristica. La recitazione, invece, ha sempre fatto parte del mio vissuto, prendendo parte a corsi di teatro, parallelamente alla scuola. Mi ha aiutata a crescere, a sviluppare la mia creatività.

Bellezza e talento fungono da importante biglietto da visita. Quanto pensi siano complementari e/o fondamentali per la scelta di questo mestiere?

Mi permetto di citare una frase di Amanda Lear, a cosa serve essere bella dentro se poi non entra nessuno? Coltivare una propria cultura, un proprio punto di vista sul mondo, è fondamentale. Mortificare, o comunque, ignorare la bellezza, un corpo, sarebbe invece sbagliato. Penso sia importante sentirsi belli, specie nel tempo che passa.

La Raggi, Levante, Manuel Agnelli, Arisa, Elettra Lamborghini sono solo alcuni degli artisti che hai imitato. Che riscontro hai avuto da parte loro?

Variegato, rispetto alla sensibilità di ognuno. Devo dire però che, gli artisti che ho imitato, sono stati spesso divertiti dalle mie reinterpretazioni della loro persona. È il caso di Elettra Lamborghini, con cui ho poi avuto modo di creare uno sketch divertente. Quando un artista capisce che lo humor è fatto per pura voglia di sostenere, o divertire, il pubblico, allora anche la persona imitata si diverte, prendendo a bene ciò che vede e ascolta.

Se non avessi scelto questo mestiere a cosa ti saresti dedicata?

Alla scrittura, sicuramente! Mi rilassa, mi stimola, ed è qualcosa che porto comunque avanti, così come la possibilità di poter realizzare una sceneggiatura, un domani.

Presto potremo vederti nella serie, Noi, riadattamento della nota serie americana, This is us, ad opera di Luca Ribuoli. Parlaci della tua Chiara Sennati e delle sensazioni che questo set ti ha trasmesso?

Sono grata a questo lavoro, a questa bellissima esperienza. Un vero e proprio miracolo, dal momento in cui raramente sei tu a poter scegliere a cosa prendere parte, lavorativamente parlando. Il personaggio di Chiara mi ha posto dinanzi a delle sfide. Lei, come me, è un’attrice, uno specchio a cui affacciarmi. Mi ha portata a ragionare sui miei limiti, dei veri e propri estremi, permettendomi di viverla come una sorta di alter ego.

Quali sono stati i rapporti con i tuoi colleghi di set?

Ci tengo a sottolineare che ringrazio tutti, sia la troupe che i miei colleghi di set. In particolare, Dario Aita e Luca Ribuoli. Luca è una persona affidabile, di fiducia, che ti consente di esprimere al meglio il tuo saper fare, garantendoti una forte intesa. Dario, a suo modo, è una persona simpaticissima, un bravo attore, che ho avuto modo, sul set, di poter prendere, simpaticamente, in giro, imitandolo.

Liliana Fiorelli. Foto di Andrea Aps - Verticale
Liliana Fiorelli. Foto di Andrea Aps – Verticale

Ad incoraggiarti, mandandoti un messaggio di auguri, Janet Montgomery Fox, l’attrice di cui interpreti il ruolo. Cosa ti hanno lasciato le sue parole?

Le ho scritto su instagram, una volta scelta per interpretare il suo stesso ruolo, dicendole che avrei avuto questo onore, qui in Italia. Mi ha resa felice ricevere la sua immediata risposta. Una piccola lezione di stima che lega tutti gli artisti.

Sogni nel cassetto di Liliana Fiorelli?

Due o tre (ride). Più che sogni nel cassetto, prometto a me stessa di dedicare più tempo alla famiglia, agli affetti, ai miei amori, al puro relax. Un post-it che è in bella vista sul muro di casa.

Chi è Liliana Fiorelli nella vita di tutti i giorni?

Sono un’amante della compagnia, una cultrice dell’amicizia, una vera e propria avventuriera. La mia giornata tipo consisterebbe nel prendere parte ad un bel picnic dalla mattina al tramonto.

Puoi anticiparci qualcosa circa il tuo futuro artistico?

Certamente. Sto terminando un film, un’opera seconda di Karen Di Porto, Il grande Boccia, realizzato interamente a Cinecittà, ambientato negli anni sessanta. Inoltre, ho preso parte al film di Paolo Virzì, Siccità. Il mio più grande centro di interesse, ad ogni modo, resta quello legato al primo film che ho coscritto, che mi auguro di poter presto realizzare, dietro la macchina da presa, questa volta. Ci tengo molto a raccontare un qualcosa che avrò modo di cullare sin dall’inizio.

Su Alessia Giallonardo

Nasco a Benevento, nel 1986. testarda a più non posso, perché Toro. Amo la fotografia sin da quando ero piccola e devo questa passione a mio padre. Stesso discorso per la scrittura, per ogni singola sfumatura di un racconto, di un vissuto, di uno storico incontro.

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