Francesca Crippa con il suo La vita resta negli occhi
Francesca Crippa con il suo La vita resta negli occhi

La vita resta negli occhi, di Francesca Crippa

Incontriamo oggi per la nostra rubrica “Libri e Scrittori“, Francesca Crippa, attiva nel mondo della Comunicazione come docente, che nel 2017 ha creato il blog “Io ti scrivo alle 18”, dedicato a storie brevi, componimenti poetici, reportage e interviste.

Oggi è in libreria con La vita resta negli occhi, pubblicato con Chance Edizioni per la collana ScritturaSpontanea che trovate di seguito:

Benvenuta sul quotidiano La Gazzetta dello Spettacolo a Francesca Crippa. Prima di parlare del tuo libro, raccontaci chi sei nella vita…

Una persona sempre in cammino, alla ricerca. Una donna che ama le luci e le ombre dell’esistenza. Che si lascia commuovere dalla meraviglia, dal senso nascosto nel più piccolo dettaglio.

Facciamo un ulteriore passo indietro partendo dall’idea del tuo blog. Come è nato?

Il mio blog è nato dal desiderio di parlare al cuore delle persone attraverso un appuntamento quotidiano con la lettura. Per diversi anni ho pubblicato ogni giorno alle ore 18 un breve testo ispirato a una mia fotografia; spesso sentivo e sento le persone dichiarare “Non riesco mai a leggere, non trovo il tempo”. Così è nata l’esperienza del blog “Io ti scrivo alle 18”, con l’idea di brevi parentesi narrative ed emozionali dentro il ritmo intenso delle nostre giornate, esperienze di lettura rapide nella fruizione, ma durature nel loro significato più profondo.

Oggi, a distanza di circa cinque anni, hai pensato che fosse arrivato il momento di scrivere un libro, per l’esattezza una raccolta di 82 racconti brevi. Qual è l’ingrediente principe che li amalgama?

Fil rouge di tutta la raccolta è lo sguardo sulle emozioni: le storie narrate hanno un intenso portato simbolico e permettono una forte immedesimazione in quanto autentiche, varie e sincere.

Come ti poni verso tutto ciò che ti circonda e scorre accanto?

Mi piace osservare. Mi piace cercare. E qualche volta trovare. Mi piace accogliere il mondo e me stessa.

C’è un racconto a cui Francesca Crippa è particolarmente affezionata?

L’ultimo racconto. La mia storia. Un pezzo fondamentale del puzzle che compone la mia vita.

Ogni racconto sgretola una certezza e una paura, fino ad aprirci verso l’unico modo nel quale vale la pena vivere: pienamente. Come accogli le sfide che la vita ti pone davanti?

Proprio così, appieno. Vivo come “l’agave sullo scoglio” di Montale. Come “la ginestra” di Leopardi. Vivo aggrappata a tutto ciò che mi accade, anche a un terreno scosceso. Che mi rende ancora più resistente, stabile e consapevole.

In chiusura, con gli occhi dell’adulta Francesca Crippa, che cosa consiglierebbe alla Generazione Zeta?

Come genitore e come docente dico sempre ai ragazzi di imparare a esprimere le proprie emozioni e opinioni, ascoltando, dialogando, cercando il confronto e l’arricchimento personale, anche nelle situazioni all’apparenza inutili o negative.

Io credo che tutte le generazioni debbano continuare a credere nei sogni, trasmettendoli al mondo.

Più trascorro del tempo con loro, più sento che i ragazzi sono maestri preziosi.

Su Francesca Ghezzani

Giornalista, addetto stampa, autrice e conduttrice di programmi televisivi e radiofonici. In passato ha collaborato con istituti in qualità di docente di comunicazione ed eventi.

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