La moda sostanzialmente ci ha abituati ad ogni tipo di sconvolgimento dei clichè. Questo ha portato, almeno in passerella, alla scomparsa della figura classica dell’uomo che si contrapponeva a quella della donna perchè ritenuto più virile. E invece, l’uomo che ha sfilato in passerella ultimamente ha perso la sua allure da macho.
E’ il caso di parlare della moda “senza genere”. Evidentissima, soprattutto, nell’ultima sfilata di Gucci dove il pubblico presente è stato letteralmente confuso da queste figure eteree di modelli che camminavano aggraziati ed indossavano capi con fiocchi sulle camicie e inserti di visone applicati sugli abiti.
Gucci, così come ogni altra casa di moda, ha investito molto sul settore maschile che è in netta crescita rispetto a quello femminile. Addirittura, si parla di “menaissance”, una sorta di rinascimento maschile che rinnova la concezione dell’uomo e la sfuma non delineando più così nettamente la separazione di genere fra uomo e donna.
I capi sono indossabili, come si nota dalle passerelle, sia da uomini che da donne ma ciò che colpisce è questa volontà perentoria da parte delle grandi maison di voler ribaltare a tutti i costi la visione naturale di quello che è l’uomo di per sè e di quella che è la donna. Tutto gioca sempre sul ribaltamento dei ruoli perchè la moda ed il fashion system ci hanno abituati ad essere stupiti di volta in volta e a non essere così ancorati a vecchie convinzioni e a luoghi comuni, ma in questo caso la riflessione è molto più acuta e profonda.
E se dietro questa lungimirante provocazione ci fosse in realtà un quesito fondamentale che ci porta a riflettere sulla figura dell’uomo odierno all’interno della società dei mass media? Forse non troveremmo l’idea così raccapricciante ma ci rifletteremmo su.