Giovanni Margarone - Il mondo si è fermato

Giovanni Margarone: il Covid insegna che la libertà non è in vendita

L’incertezza per il futuro, mille voci discordanti che ci hanno bombardato giorno dopo giorno, la paura, il dolore sono solo alcuni degli aspetti che hanno caratterizzato il 2020 dall’inizio della pandemia e che vengono affrontati con mente analitica ma profondamente umana dallo scrittore Giovanni Margarone nel saggio 2020 Il mondo si è fermato – Ci avrà insegnato qualcosa?

Giovanni Margarone - Il mondo si è fermato

Giovanni Margarone benvenuto su La Gazzetta dello Spettacolo. E’ la prima volta che ti cimenti con un saggio e, se sì, perché hai avvertito la necessità di dargli vita?

No, è la seconda perché il primo lo pubblicai nel 2013 quando raccolsi articoli da me scritti nel mio blog “Idee di Giovanni Margarone” ancora in rete, ma che non aggiorno più in quanto ho creato il mio sito ufficiale. Detto questo, essendo stato sempre molto attento e sensibile a ciò che mi circonda, perché l’apatia non mi appartiene, e considerata la mia tendenza a memorizzare su carta ciò che penso, direi che è stato quasi istintivo esprimere le mie riflessioni appunto scrivendole, per poi trasfonderle in questo saggio, specialmente in questa epoca segnata dalla pandemia e che, ahimè, non è ancora finita. Partendo quindi dalla mia sensibilità e guidato più che altro dalla filosofia, sono riuscito a plasmare i miei assunti sovente pregni di tesi, ipotesi e sintesi, elaborando ragionamenti e considerazioni su vari temi, ma camminando sempre con il pensiero quasi ossessivo di quanto il vivere attuale, così condizionato e privato di quella sostanziale socialità in pressoché tutte le manifestazioni umane, sia difficile. Rendo atto che per me non è usuale scrivere saggi; infatti, dopo il primo, ho scritto sempre romanzi, perché questa è la mia vocazione naturale. Tuttavia ritengo che uno scrittore, in quanto inserito in questo mondo e non ad esso alieno, debba ogni tanto far sentire la sua voce non solo attraverso i romanzi, ma anche tramite pensieri diretti; messaggi puri quindi, non trasmessi attraverso le storie che racconta.

Se la pandemia ci ha tolto tantissimo, ci ha anche concesso qualche opportunità?

Non voglio fare retorica, perché ne siamo stati travolti. Ogni persona in vista ha fatto la sua retorica spesso incompresa alla maggior parte della popolazione.

Ma una cosa voglio dire, ispirandomi ai principi liberali della nostra carta costituzionale e a chi la ideò per il bene di tutti noi: questa pandemia, connessa alla serie di divieti e obblighi che ne sono derivati, spero che sia stata una grande opportunità di riflessione sul grande valore che ha quella “libertà” che fino al 2019 si dava per scontata. Infatti si credeva che fosse un bene ovvio o, addirittura, acquistabile, come un oggetto di consumo in un mondo in cui tutto sembra, e sottolineo sembra, sia ottenibile con il denaro, diventato il simbolo di un potere materiale che ci ha fatto dimenticare l’essenza stessa della nostra umanità di sapiens, facendo aumentare le diseguaglianze sociali e schiacciando la dignità della massa dei poveri, guardati in lontananza con indifferenza e addirittura disprezzo. Ebbene, la libertà non si compra, si conquista. Sono bastati provvedimenti d’urgenza per togliercela sebbene fossimo in uno stato libero e democratico. Ciò dimostra quanto sia fragile quel supporto che ci consente di vivere liberi. Riflettiamo quindi su quanto la libertà sia preziosa e quanto ci arrechi sofferenza nell’osservare obblighi, seppur momentanei, limitativi della libertà personale e di dover rendere conto a un agente che ci controlla circa i motivi per i quali eravamo fuori casa. Riflettiamo sulla mancanza di libertà degli artisti che non possono esibirsi e suonare nei teatri perché chiusi; dei tantissimi operatori del turismo, dei ristoratori, dei commercianti in genere che ancora oggi non sono liberi di lavorare per guadagnarsi il pane. Riflettiamo sul fatto che inibire la libertà è un danno per la nostra economia e produttiva di nuovi poveri e disoccupati. Io mi auspico, come tutti, che presto questa vicenda finisca e che i vaccini siano veramente la panacea di questo male. Ma quando tutto tornerà normale, non dimentichiamoci di aver avuto la libertà negata; che questa pandemia sia servita almeno a renderci consapevoli di quanto la libertà e la dignità umana siano essenziali per tutti noi.

Come è avvenuta la stesura?

Periodicamente pubblico editoriali sul blog letterario “Il mondo incantato dei libri” di Elisa Santucci. A fine anno 2020 ho pensato di raccogliere e rivisitare quegli articoli; un po’ come avevo fatto con il saggio del 2013 “Oltre l’orizzonte”. Il libro, pur avendo come tematica principale il 2020 con il suo elemento principale, la pandemia, abbraccia con i suoi articoli anche vari argomenti filosofici, sociologici e letterari.

A quali celebri nomi del panorama filosofico, letterario, storico, sociologico hai attinto a supporto delle tue riflessioni?

È un elenco un po’ lungo, ma come in tutti i saggi sono molto importanti le fonti per conferire alle idee un corretto supporto culturale: Dante, Luigi Pirandello, Giacomo Leopardi, Isaac Newton, Cartesio, Alessandro Manzoni, Fëdor Dostoevskij, Johann Wolfgang von Goethe, Giambattista Vico, Benedetto Croce, Friedrich Nietzsche, Giorgio Colli, Emanuele Severino, Abraham Maslow e altri ancora.

Un’ultima domanda: potrà non trovarsi d’accordo con le tue idee e le tue considerazioni il lettore? Lo hai messo in conto questo rischio?

Certamente, la divergenza è umana nonché salutare e sono consapevole che ci saranno lettori non d’accordo con quanto ho scritto. Tale assunto è stato inserito, tra l’altro, alla fine della prefazione appunto per rimarcare quanto un saggio possa facilmente prestarsi alle critiche. Tuttavia deve essere così. Non bisogna dimenticare, giusto per tornare in argomento, che la libertà di pensiero è fondamentale e quanto altrettanto importante è il rispetto delle idee altrui e anche delle critiche. Per fortuna la libertà di pensiero non è stata negata, in questo il virus ne esce da gran sconfitto.

Su Francesca Ghezzani

Giornalista, addetto stampa, autrice e conduttrice di programmi televisivi e radiofonici. In passato ha collaborato con istituti in qualità di docente di comunicazione ed eventi.

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