Francesco Ciampi
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Francesco Ciampi: Il cacio con le pere? Tutto può cambiare!

Una nuova avventura per l’attore Francesco Ciampi, alle prese con la presentazione de Il cacio con le pere.

Un lavoro realizzato nella sua amata Toscana, insieme all’amico di sempre, Luca Calvani, con un cast vario, unito dal piacere di poter concretizzare un prodotto leggero, che parla di famiglia. Trent’anni di carriera per Ciampi, vissuti con spensieratezza, senza dimenticare mai i cardini importanti della sua vita: sua moglie e i suoi adorati figli.

Benvenuto su La Gazzetta dello Spettacolo, Francesco Ciampi. Parliamo subito de “Il cacio con le pere”, film scritto insieme al collega Luca Calvani. Che esperienza è stata per te e come ha preso vita tutto ciò?

Era l’estate del 2009 quando con Luca ci siamo incontrati in Versilia. Essendo cresciuti nella stessa città, respirando quindi la stessa aria, abbiamo pensato di mettere nero su bianco la storia di due fratelli. Il titolo provvisorio, ai tempi, fu “Mio fratello e mio fratello”, divenuto soltanto in un secondo momento, “Il cacio con le pere”. Ad aiutarci, nella realizzazione di tale soggetto, gli amici Nello Ferrara e Alessio Venturini. Dobbiamo un grande grazie anche alla produzione che, in ultimo, ha creduto in questo progetto. Siamo felici di poter raccontare il nostro territorio, la nostra Prato, la Toscana e il suo bel clima. Ingredienti adatti per la costruzione di un buon film. Siamo poi, come dicevo, giunti a tale titolo per testimoniare, in maniera divertente, quanto sia bello, e se vogliamo semplice, poter unire sapori diversi per poi scoprire che legano bene insieme.

Francesco Ciampi sul set di Il cacio con le pere insieme a Luca Calvani
Francesco Ciampi sul set di Il cacio con le pere insieme a Luca Calvani

La Toscana ti ha regalato i natali e, tramite questa esperienza cinematografica, ti consente di rendere a pieno la possibilità di essere te stesso. Come hai affrontato questo ruolo?

Calvani sostiene quanto sia profetico questo film, dal momento in cui nel girato vi è molto di se stesso, di ciò che da attore, nell’allontanarsi, ha vissuto. A differenza sua, invece, non ho mai lasciato Prato, la Toscana. Ho “usato” Roma da semplice pendolare. Nel film, dunque, siamo di certo diversi da ciò che ne viene evidenziato nel montato, ma le radici sono le stesse, l’attaccamento al territorio anche, romanzato dal racconto di una zia che ha problemi di salute e quanto altro. Parliamo di una Toscana bellissima, portando la nostra parlata, scherzando con la morte, peoprio come il grande Monicelli, invece che tendere soltanto al drammatico. Tale alchimia ha reso la giusta magia al nostro film.

Francesco Ciampi come sono stati i rapporti con i colleghi presenti sul set?

Straordinari! Alcuni, ad esempio, sono toscani come noi. Tra questi, Alessio Sardelli, Giusi Merli, mentre gli altri non lo sono ma ad ogni modo hanno reso tantissimo. La Safroncik, per dirti, ha radici ben radicate ad Arezzo. Abbiamo vissuto un clima bellissimo, di totale amicizia e collaborazione. Tutti sostengono di aver preso ben tre chili durante le riprese. Si mangiava tanto, si rideva tanto, si stava davvero bene. Potrei riassumere il tutto dicendo che si è stati più che bene ma, quando vi era bisogno di professionalità, di girare, erano tutti sull’attenti, pronti a svolgere al massimo il proprio ruolo. Ritrovarsi all’anteprima, a distanza di qualche tempo dalle riprese, ha confermato ciò di cui ti parlavo. C’è ancora grande alchimia.

Un film, “Il cacio con le pere”, che lancia un messaggio importante, di speranza. Quali consensi ti auguri di poter raccogliere?

Spero semplicemente che possa colpire lo spettatore regalandogli un tempo pieno di armonia, di allegria, portandolo a staccare dalla routine, dai problemi. Ne “Il cacio con le pere” è insito un bel messaggio: nulla è finito, tutto può cambiare. Nulla è fermo! L’importante è avere il coraggio di osare, provare, cambiare o semplicemente di ritornare sui propri passi.

Il film parla, maggiormente, di famiglia, di una ritrovata unione tra fratelli. Ecco, qual è la tua idea di famiglia?

Come dicevo prima, non ho mai lasciato la Toscana per amore della famiglia, di mia moglie e dei miei figli. Ho, però, comunque cercato di rincorrere i miei sogni da attore e da sceneggiatore, ma senza mai dimenticare il mio punto ferma, la mia ancora, casa. Sapere che c’è qualcuno pronto ad aspettarci è tanto, è una sicurezza irrinunciabile.

Trent’anni di carriera alle spalle, trent’anni di set, di belle esperienze. Cosa ricordi con maggiore affetto?

A tale domanda rispondo sempre dicendo che ho trent’anni di gavetta alle spalle. Per poter raggiungere una carriera importante tocca arrivare a riconoscimenti di livello superiore. Ho conosciuto questa mia passione alle scuole superiori, prendendo parte al gruppo teatrale Le pagliette del Buzzi, da cui uscì anche Francesco Nuti. Fui scelto per uno spettacolo, una semplice battuta, e dopo pochi anni divenni protagonista. Son cresciuto così, prendendo parte ad un film di Pieraccioni, con piccoli ruoli nei film dei Vanzina, fino a poter interpretare film da protagonista. Reputo tutto ciò una fortuna ma anche un lavoro durato anni.

Pensi di essere riuscito a realizzare tutto ciò che ti eri prefissato o c’è ancora altro da concretizzare?

Nel cassetto di sogni ne ho a bizzeffe. Non credo di riuscire a concretizzarli tutti. Sono certo che avrò sempre sogni da esplicare, fino al mio ultimo giorno. Posso dirti, però, cosa mi piacerebbe fare. Vorrei poter continuare a raccontare storie al cinema, emozionando, emozionandomi. Mi viene spesso detto che sono un sognatore. Si, credo di esserlo e non ne ho paura alcuna. E se un domani dovessero dirmi che il mio sogno sta fermandosi, son certo che cambierei strada pur di continuare a sognare.

Chi è Francesco Ciampi nel privato, quando non è impegnato nel suo lavoro?

Ho cinquantasei anni e due figli grandi. Ora come ora conta essere un buon padre e un buon marito, prima di tutto. Rispetto la famiglia, in particolar modo, che mi ha regalato tutta la pazienza possibile nel sopportarmi e nel supportarmi. Devo a loro l’aver avuto modo di poter fare tutto ciò che ho fatto, dalle piccole cose a quelle più grandi.

Cosa puoi anticiparci sul tuo futuro artistico Francesco Ciampi?

Ho terminato le riprese di un film, due mesi fa. Non posso anticiparvi nulla a riguardo, purtroppo. Sarei felice, in futuro, di realizzare qualcosa di nuovo e, perché no, vorrei poter includere il cast de “Il cacio con le pere”, o chi di loro vorrà esserci. Ho tanta energia, tanta voglia di creare, di condividere.

Su Alessia Giallonardo

Nasco a Benevento, nel 1986. testarda a più non posso, perché Toro. Amo la fotografia sin da quando ero piccola e devo questa passione a mio padre. Stesso discorso per la scrittura, per ogni singola sfumatura di un racconto, di un vissuto, di uno storico incontro.

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