Sania Ricchi
Sania Ricchi

Sania Ricchi: diamo un senso al nostro essere

L’attrice Sania Ricchi è giovanissima, molto preparata e certa della strada che vuole perseguire.

Una ragazza dai sani principi, desiderosa di dare supporto agli altri, di poter lasciare il segno tramite il suo lavoro. Presto potremo vederla ne “L’amico ritrovato”, in scena dal 23 al 28 gennaio al Teatro Cometa Off di Roma, in un ruolo che racchiude in sé qualcosa che le assomiglia.

Benvenuta su La Gazzetta dello Spettacolo, Sania Ricchi. Presto potremo applaudirti in teatro ne “L’amico ritrovato”, in scena dal 23 al 28 gennaio al Cometa Off di Roma. Cosa puoi anticiparci, nei limiti del possibile, sul tuo ruolo, sullo spettacolo in sé?

Questo testo è già stato portato in scena e, per questo terzo anno, il regista Alessandro Sena ha voluto aggiungere due personaggi, Dorotea, il mio, e sua sorella, Erna. Interpreto una donna realmente esistita negli anni trenta, un’attrice e cantante di valore del cinema muto tedesco. Nata a Berlino, ebrea, Dorotea ha molta fortuna nella parte iniziale della sua vita, saprà lasciare il segno. Si innamora di un regista tedesco, si sposeranno, ma dopo due anni si lasceranno. Con il passare degli anni, Dorotea conoscerà un nuovo uomo, avrà due figli da lui, e scoprirà che il suo ex marito ha scritto un film contro gli ebrei. Nell’arco della sua vita, durante i suoi concerti, Dorotea sarà sempre contro Hitler, inneggiando anche i presenti nel locale ad esserlo, provando a fermare l’ascesa di quest’ultimo, incurante dei rischi che corre. Un personaggio molto interessante, in cui mi rivedo molto. Una storia che parte da giovanissima, la sua, un po’ come la mia, capace di raggiungere obiettivi che anch’io ho, oggi. Siamo quattro donne sul palco, ognuna con il suo carattere, con una forte grinta.

Ero proprio sul punto di chiederti quanto c’è di te in ogni personaggio interpretato..

In questo caso c’è davvero tanto! Lei, come me, ha una sorella, nel mio caso una gemella, ed anche con la mia reale sorella il rapporto è molto forte, fatto di complicità. Nello spettacolo, inoltre, ho anche modo di cantare, di mettermi alla prova in questo ambito. Ne sono davvero felice.

In un periodo in cui la violenza sulle donne è sempre più acuta, purtroppo presente, assistere a degli spettacoli che inneggiano al coraggio, alla forza, è davvero un piacere..

Esattamente! Difatti sono davvero contenta che venga fuori questo aspetto, la loro voglia di rivalsa.

Quanta emozione c’è, di volta in volta, nel calcare le tavole del palcoscenico, nel vivere ‘il contatto’ con il pubblico presente in sala?

Sono agitata sin da adesso e sento il cuore battere all’impazzata! (Ride) Pensare alla possibilità di essere sul palco del Cometa Off, con questo testo e personaggio, mi rende davvero tesa. Mi sveglio, di giorno in giorno, mi proietto su quel palco e sono fiera di portare Dorotea in scena.

Sania Ricchi

Riti scaramantici che si ripetono di sera in sera?

“Merda, merda, merda”, prima di entrare in scena, occhi chiusi, questo perché credo nelle energie. Mi carico da sola, in questo modo, ma non ho altro di scaramantico, al momento.

Sania Ricchi sei davvero giovanissima, ma come ha avuto inizio questo tuo viaggio nel mondo della recitazione?

Sin dai sette anni ho frequentato una scuola di danza, dedicandomi anche ai musical. Mi è sempre piaciuto essere sul palcoscenico, con un pubblico dinanzi a me. Arrivata ai diciotto anni mi sono chiesta davvero cosa fare. Sentivo forte l’urgenza di emozionarmi e far emozionare. Ho lasciato Rimini, il luogo in cui sono nata, ed ho preso parte ad una scuola attoriale. Sono rientrata a casa per via del lockdown, ma ho poi ripreso il tutto ed ho finalmente capito chi è Sania. Un percorso di conoscenza che, appunto, essendo giovane dovrà svilupparsi sempre più. Ho voluto provare in maniera ‘definitiva’ due anni fa, trasferendomi a Roma, provando a toccare anche il cinema, consapevole che l’emozione che mi da il teatro non so se me la darà anche il cinema. Emozione e voce, anche il fisico, mi parlano di una maggiore vicinanza con il palcoscenico.

Sania, quali ‘abiti’ vorresti poter vestire, in futuro?

La passione per gli anni sessanta e settanta è con me da sempre, anche nel modo di vestire, nel modo di pensare. Amo, difatti, confrontarmi con mia nonna, appartenente agli anni cinquanta. Avrei voluto vivere anch’io quell’epoca, forse perché continuo a sentirmi un po’ retrò anche nel modo di pensare. Mi piacerebbe poter vestire proprio quei panni, si.

Chi è Sania al di là del suo lavoro e quali passioni caratterizzano il tuo vissuto?

Bellissima domanda! Alcune volte, guardandomi indietro, mi rendo conto che ho perso un po’ della mia instintività. So’ però di essere una persona molto empatica, energica, solare, vogliosa di vivere in maniera positiva ogni attimo della mia vita. Sono anche una persona molto malinconia, cosa che mi piace, perchè mi porta a pensare tanto, ma sono convinta che debba fare solo cose che mi fanno star bene. Credo di avere un grande cuore, specie con le persone a cui voglio bene. Credo che il mio compito su questa terra sia quello di donare qualcosa agli altri, aiutandoli, in qualche modo. Spero di poterlo fare attraverso il mio lavoro, lasciando un segno, dando un senso alla mia presenza su questa terra.

Un tuo sogno nel cassetto, Sania Ricchi?

Il mio sogno nel cassetto è questo in cui sto addentrandomi, piano piano. Desidero, più di tutto, chiamare mia nonna a dirle di prepararsi perché sto per portarla al cinema a vedermi sul grande schermo (ride). Lavoro per questo mio obiettivo, la recitazione.. e sono già sulla strada giusta. Un altro sogno è quello di poter creare uno spettacolo, anche un film, insieme a dei ragazzi disabili, persone speciali, per me. Ti insegnano tanto, stupiscono, cosa appresa da mia mamma, da sempre educatrice. Se potessi, in futuro me lo auguro, scriverei di mio pugno qualcosa. Mi ci vedrei come regista.

Cosa puoi anticiparci sul tuo futuro artistico?

Sto preparando altri due spettacoli, “La divina commedia”, che porteremo nelle scuole, al mattino, ad opera del regista Massimiliano Dau. Il successivo sarà in scena al Quirinale, in una chiesa, con il regista Igor Maltagliati, dal titolo “Nel bene e nel male”. Attendo poi risposte per altri lavori.. incrociamo le dita, sono positiva!

Su Alessia Giallonardo

Nasco a Benevento, nel 1986. testarda a più non posso, perché Toro. Amo la fotografia sin da quando ero piccola e devo questa passione a mio padre. Stesso discorso per la scrittura, per ogni singola sfumatura di un racconto, di un vissuto, di uno storico incontro.

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