Il libro di Gianni Fortuna, di Lorenzo Di Matteo
Il libro di Gianni Fortuna, di Lorenzo Di Matteo

Il libro di Gianni Fortuna, di Lorenzo Di Matteo

È uscita l’ultima opera letteraria di Lorenzo Di Matteo dal titolo Il libro di Gianni Fortuna con la casa editrice Scatole Parlanti, per la Collana Soffi. Un altro tassello, potremmo dire, che si aggiunge al suo variegato “puzzle artistico”.

Il libro è disponibile di seguito:

Incontriamo l’autore per la nostra rubrica “Libri e Scrittori“.

Lorenzo Di Matteo, benvenuto su La Gazzetta dello Spettacolo. Già autore di testi teatrali, romanzi e racconti pubblicati o messi in scena nel corso degli anni, oltreché insegnante di teatro dal 2012 sia per adulti che ragazzi e bambini coi tuoi laboratori, questa volta fai parlare di te per il tuo ritorno in libreria. Raccontaci…

Sono tornato in libreria con una raccolta di racconti brevi e brevissimi, che iniziano quasi tutti con C’era una volta. Sono delle fiabe moderne, che parlano di filosofie e scontri quotidiani. I protagonisti sono oggetti, animali, esseri umani, che cercano di dare un senso all’esistenza. In un racconto c’è un cane che è stanco di vivere in città col suo padrone e con gli altri cani, vuole una vita più vera e va nel bosco a fare delle esperienze; in un’altra storia c’è un sassolino che rotola e rotola fino a cadere in un lago continuando così a sprofondare, fino a darci una chiave di lettura (addirittura!) sul senso della vita. Ma ci sono anche esseri umani, come dicevo: un racconto comincia con due bambini che ne uccidono per sbaglio altri due con dei fucili ad acqua caricati con del letame di mucca, non vi dico come prosegue questa storia, ma avrà un risvolto decisamente inatteso!

E voglio dire anche un’altra cosa importante del libro: il Gianni Fortuna del titolo è il personaggio/collante di tutte le storie, è il loro ideatore: nel prologo ci comunica che le ha scritte durante un inverno intero per togliersi la nebbia dalla testa.

Ci parli di Lorenzolegge?

Lorenzolegge è la mia scatola personale dove metto tutti i miei progetti che riguardano le cose che scrivo, i miei laboratori teatrali e in generale tutte le mie iniziative culturali. È anche il sito dove ci sono foto, video, ma anche degli audiolibri fatti da me.

Questa “scatola” è nata durante la pandemia, quando mi sono trovato a casa a pensare di dare una direzione più efficace alle tante cose che faccio e Lorenzolegge, ovvero Lorenzo-che-legge-per-tutti-voi, mi è sembrata un’ottima sintesi, dato che i miei studi teatrali si sono focalizzati soprattutto sulla “parola”, sulla narrazione.

Studi recitazione, appassionandoti dapprima allo studio del “corpo dell’attore” con la Biomeccanica Teatrale di Mejerchol’d col Maestro Bogdanov; poi decidi di dedicarti alla “voce dell’attore” con l’Arte della Parola, diplomandoti con Paolo Giuranna. Lorenzo Di Matteo voce e prossemica quanto sono importanti su un palco e nella vita di tutti i giorni?

Ho studiato teatro andando “a bottega”, cioè non ho seguito delle Accademie, ma ho seguito singoli maestri (eccezionali!) per un lungo periodo. Il lavoro sul corpo svolto col Maestro russo Bogdanov è stato molto duro e rigoroso, si sudava davvero tanto in sala, e occorreva concentrazione per entrare in contatto profondo con i principi del movimento scenico.

Ma la mia vera svolta artistica l’ho avuta col mio lavoro sulla “parola”, che è durato per sette anni. Qui il mio referente principale è stato l’attore e regista Paolo Giuranna, che considero il più grande dicitore di poesie in italiano, un grandissimo artista. Andavo a casa sua ogni settimana, eravamo io e lui, e facevamo insieme Dante, Pinocchio, Tasso, ma anche i sonetti del Belli che amavamo tutti e due.

Lavorare sia sul corpo che sulla parola mi ha dato tanto non solo professionalmente, perché sono stati entrambi delle indagini su di me, un vero lavoro sui miei limiti e sul loro superamento. Con Paolo a un certo punto del percorso abbiamo lavorato insieme al XV canto dell’Inferno fino a che l’ho recitato in un teatro: in quel momento ho capito che molti limiti li avevo superati.

C’è uno spettacolo in particolare tra quelli a cui hai preso parte che ti è rimasto nel cuore? Se sì, perché?

Nel 2017 ho scritto e diretto uno spettacolo di narrazione che si intitola “Drumul”. L’ho scritto dopo aver ascoltato e raccolto la vita di Marius Bizau, attore rumeno trapiantato in Italia da molti anni, passato dalla dittatura di Ceaucescu alla Roma degli anni ’90. Ho diretto proprio Marius sul palco ed è stato tutto magico: con leggerezza e ironia abbiamo parlato della sua vita errabonda, lui è stato bravissimo, tutto l’insieme di questo lavoro è stata davvero una grande gioia.

In chiusura, Lorenzo Di Matteo, l’arte, il teatro e il mondo dello spettacolo hanno sofferto particolarmente a causa dello stop forzato per la pandemia. Ora la ripresa è effettivamente avvenuta o resta molto da fare?

La pandemia è stata un terremoto economico per molti settori e il mondo dello spettacolo ne ha risentito particolarmente, ma penso che ci sia da fare moltissimo non solo a seguito di questo evento, perché c’è secondo me un problema a monte più serio e più antico: l’ignoranza sull’arte in generale. Io credo che le persone per crescere a tutto tondo è bene che facciano esperienze artistiche, occorre promuovere percorsi laboratoriali nelle scuole e anche per gli adulti. Dovrebbe essere normale aver piacere di fare un corso di teatro, di musica, di pittura, eccetera. Aver piacere insomma nell’essere creatori di un personaggio a teatro, di una melodia con uno strumento musicale, o nel dipingere un quadro. Solo allora, quando saremo tutti più vicini all’arte, allora potremo comprenderla di più ed avere maggiore coscienza del mondo.

A quale creatore e amante dell’arte verrebbe mai voglia di fare una guerra?

Su Francesca Ghezzani

Giornalista, addetto stampa, autrice e conduttrice di programmi televisivi e radiofonici. In passato ha collaborato con istituti in qualità di docente di comunicazione ed eventi.

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