Ritroviamo con piacere per la nostra rubrica “Talenti“, Antonio Maggio con il suo ultimo singolo, “Serenata d’oltreoceano”, in cui, a fargli da spalla, vi è l’amico, collega, Alessandro Quarta.
Una collaborazione voluta, ricercata, che siamo certi possa piacervi. Un Antonio sempre intenso, voglioso di parlarci di sana musica, di impegni futuri.
Ben ritrovato su La Gazzetta dello Spettacolo, Antonio Maggio. Come procede il tuo vissuto?
Sto davvero bene, grazie! Sto raccogliendo parole bellissime nei riguardi di questo disco, pubblicato alcuni mesi fa. Non potrei chiedere di più! Sono già alle prese con nuova musica, nuove sensazioni, tanta musica da portare in giro.
Il tuo ultimo singolo, “Serenata d’oltreoceano”, si avvale della collaborazione di Alessandro Quarta e del suo violino. Un connubio ben riuscito, ricercato. Come ha preso vita il tutto?
Questa collaborazione nasce da una profonda amicizia che mi lega ad Alessandro, salentino come me. Nel nostro ambito, specie nella nostra regione, è facile conoscersi, anche se si ricoprono ruoli differenti. Abbiamo avuto modo, negli anni, di scambiarci molti pareri artistici ma questo singolo, al momento, è l’unico che parla di reale collaborazione. È stato proprio Alessandro, dopo aver ascoltato alcuni miei pezzi, a scegliere “Serenata d’oltreoceano”. Fosse stato per me avrei richiesto la sua presenza in “Quanto sei bella Lecce”. Alessandro si è innamorato di questo pezzo, riscontrando in esso una forte sensualità, e non ho saputo dirgli di no.
Avremo modo di sapervi collaborare ancora insieme?
Di certo la nostra amicizia, collaborazione, non si limiterà ad una sola canzone. Tra me ed Alessandro c’è un continuo scambio artistico. Stiamo già parlando di realizzare altro.
Un sentimento, quello di cui si parla nella canzone, caratterizzato da una distanza incolmabile, difficile da superare. I tuoi testi, d’altronde, parlano spesso d’amore, di belle sensazioni. Cosa puoi dirci a riguardo?
Una lontananza, si, tra due amanti che si trovano ai poli opposti dell’oceano con un mare complice, che riesce a trasportare una musica sin dall’altra parte della riva. Potrebbe sembrare tutto complicato ma tale pezzo racchiude, in realtà, molti significati. Una lettura attuale, se vogliamo, legata alla drammaticità dei nostri tempi, una mera speranza, un punto di arrivo.
Antonio Maggio, c’è qualcosa che non sei ancora riuscito a realizzare, a portare a termine? Un connubio voluto, ricercato, se vogliamo?
Sono un sostenitore di tutto ciò che è il cantautorato italiano. Sono cresciuto con artisti che, purtroppo, non ci sono più, oggi. Se guardiamo a questo presente, invece, stimo molto Niccolò Fabi, Samuele Bersani, Dario Brunori, cantautori che tengono alto il nome della musica italiana e che non hanno nulla da indiviare ai grandi di un tempo.
Hai avuto modo di calcare il palco del Festival di Sanremo, in passato. Saresti felice di tornare a calcare tale palco?
Ovviamente si! Entrambe le volte è stato fantastico! La vittoria tra i giovani è stata fondamentale per ciò che continuo a fare ancora oggi. La seconda, invece, era importante per poter lanciare un messaggio legato alla difesa verso le donne, insieme a Gessica Notaro. Il mio rapporto con l’Ariston ha comunque radici ben fondate, dovute anche all’essere stato corista per gli Oscar della Televisione Italiana. Un luogo che sento casa, che mi ha regalato gioie incredibili e non escludo di potervi tornare.
Parlando appunto di Gessica Notaro, in un’intervista di qualche tempo fa hai parlato della forza che Gessica è capace di trasmettere, della sua totale armonia con il mondo. Cosa puoi dirci a riguardo?
Credo che Gessica sia un reale esempio di vita, forza, speranza. Rimettersi in piedi, dopo ciò che ha vissuto, credo sia davvero da pochi. Ha avuto, come dico nella canzone, un amore così grande per sé stessa, per la vita, incredibile. A settembre si sposerà, come da sua comunicazione qualche tempo fa, e ciò è forse la chiusura di un cerchio, una missione compiuta.
La musica è da sempre parte integrante del tuo vissuto, una reale passione. Quale messaggio senti di lasciare, oggi, a chi vorrà leggerti, visti i tempi che viviamo?
Ho sempre parlato d’amore, si, perché è un tema cardine per chi scrive canzoni, ma dipende anche da cosa si racconta. Da cantautore, però, ho anche sempre sentito l’esigenza di dare spunto di riflessione per parlare di altro, affrontando temi sociali, cosa che faccio anche in questo disco con “Sono simpatico”, ad esempio. Mi piacerebbe, un domani, parlare della salvaguardia dell’ambiente, dell’attenzione che dobbiamo dedicare al nostro pianeta per non perdere ciò che di bello abbiamo.