Lucia Rossi. Foto di Fabio Lovino
Lucia Rossi. Foto di Fabio Lovino

Lucia Rossi: non so stare senza le tavole di legno

Prossimamente in scena ne “Conversazioni dopo un funerale”, per la regia di Filippo Gentile, incontriamo nuovamente l’attrice Lucia Rossi.

Un’anima bella, la Rossi, capace di riconoscere l’equilibrio fisico di cui necessita, consapevole di ciò che più le piace, della strada da seguire.

Ben ritrovata su La Gazzetta dello Spettacolo, Lucia Rossi. “Conversazioni dopo un funerale” ti vedrà in scena il 7 e l’8 maggio al Teatro Parioli – Costanzo insieme a Simone Guaranì, Andrea Ottavi, Andrea Venditti, Francesca Antonucci e Valeria Zazzaretta. Cosa puoi anticiparci a riguardo?

Un testo molto importante, ad opera di Yasmina Reza, portato in teatro per la prima volta negli anni ottanta, ed oggi finalmente in Italia, cosa mai accaduta prima. Un progetto impegnativo, basato su un detto e non detto, ed un ritrovarsi tra parenti, ad un funerale, luogo in cui vengono fuori le varie situazioni non ancora risolte. Interpreto Giulia, un personaggio fuori dal contesto familiare che, a suo modo, si trova comunque coinvolta e prova a rimettere il buono, in ordine le acque. Un tramite, dunque, qualcosa che si ripete nel mio percorso, e che mi consente di sviluppare una vena comica, l’unica ad ‘usarne’. Il testo, di per sé, nasce già come un racconto comico e il regista, Filippo Gentile, ha voluto darle una chiave tragicomica maggiore. C’è più verità, forse perché al giorno d’oggi conosciamo ancor più la sofferenza, ma al contempo possiamo anche divertirci, sorridere.

Un ritorno in teatro, qualcosa che da sempre ami e molto presente nel tuo vissuto. Quali sensazioni ti regala la possibilità di ritrovare il pubblico, le tavole del palcoscenico, e quali altre date possiamo aspettarci dopo le serate al Parioli – Costanzo?

Lo spettacolo è prodotto dal Parioli ed avrà un suo percorso, a partire dal lancio del 7 e dell’8 maggio. Sentivo la forte necessità di tornare a contatto con le mie amate tavole di legno, con il sogno dello stare dietro le quinte, sentire il “chi è di scena”, i vari riti. Ne avevo davvero bisogno. Un periodo che ci ha preso poco a livello di prove ed oggi siamo già pronti e prossimi al debutto. Mi piace sposare dei progetti che possano far crescere i giovani, seppure mi piaccia lavorare con tutti, perché siamo tutti partiti da qualcosa. Ho incontrato, inoltre, degli attori meravigliosi con cui si è creata una bella sinergia, merito di chi sceglie gli attori.

Quali riti accompagnano il tuo andare in scena, Lucia Rossi?

Sono molto scaramantica! (Ride) Guai ad avere il viola in teatro e tengo al salire e scendere i gradini per tre volte, così come rivedere il copione. Riti ben precisi. Anche il trucco diventa un momento in cui rilassarsi, di trasformazione, per ogni attore. È interessante essere davanti lo specchio è notare che anche se i lineamenti restano gli stessi, comunque stai assumendo il ruolo che ti è stato assegnato, un vero e proprio ‘cambio’.

Ci siamo sentite, non molto tempo fa, in occasione del film, “Il punto di rugiada”, ad opera di Risi. Quali soddisfazioni ti ha regalato?

Tante soddisfazioni! Il film sta compiendo ancora il suo percorso e sarà anche in candidatura al Globo D’oro. Quando si ha la possibilità di lavorare con dei grandi registi anche il tuo curriculum acquisisce maggiore spessore ed i tuoi lavori qualità. La carriera di ogni artista è fatta anche di no, di scelte e di maggiori consapevolezze, regalando un qualcosa in più all’anima. “Il punto di rugiada” mi ha permesso di avvicinarmi ad un pubblico diverso da quello delle serie televisive, consentendomi di essere apprezzata anche da altri autori, essendo un film d’autore.

In un’intervista di qualche anno fa hai affermato di aver avuto necessità di prendere del tempo per te, senza fretta alcuna. A tal proposito, che periodo vivi attualmente?

Proprio qualche giorno fa pensavo che a fine spettacolo sentirò la necessità di prendere un periodo di tempo per me (ride). Questo perché mi voglio bene e credo che il corpo abbia bisogno di ossigeno, di ozio, di resettare tutto, per poi essere pronta a ripartire. Chi va piano va sano e va lontano, non so come dire. Mi piace fare dei piccoli passi, assaporare le cose, godermele.. Non bisogna per forza stare male per dedicare del tempo a sé stessi. Certo, se poi capita altro devi esserci, e per passione e perché non puoi farne a meno.

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