Un ritorno alla soap che anni fa le ha regalato una quotidianità, “Un Posto al Sole”, per l’attrice Benedetta Valanzano.
Ancora una volta al fianco di Luca Turco, ancora una volta nella sua bellissima Napoli, ancora una volta inebriata dal teatro che tanto ama…
Ben ritrovata su La Gazzetta dello Spettacolo, Benedetta Valanzano. Come stai e com’è andata l’esperienza teatrale che ti ha visto recentemente protagonista?
Abbiamo avuto il nostro debutto, recentemente, per quanto riguarda il laboratorio teatrale. Come ogni prova generale è andate male, malissimo (ride), ma era giusto che andasse così, specie con dei bambini in scena. Una grande prima volta per loro, dai camerini alle quinte strette, al buio, alla tensione che ci ha regalato il palco, qualcosa di spiazzante. Il 18, invece, avevano addosso una carica enorme ed hanno prestato il giusto orecchio anche ai loro compagni.
Hai calcato palchi importanti al fianco di attori di spessore e, a tal proposito, quali sensazioni sono legate a tutto ciò?
Un bisogno fondamentale il teatro, qualcosa di sacro, che mi fa stare bene e mi porta tanta gioia di vivere.
Da qualche tempo sei mamma di una splendida bambina. Quali nuove emozioni, sensazioni, ti ha regalato questa condizione?
Mi ha regalato nuove consapevolezze, qualcosa di fondamentale anche per attivare un certo tipo di comunicazione con i bambini. L’istinto di mamma ti regala tante soddisfazioni, belle sensazioni, e il piacere di avere la mia piccola Anita in scena con me. Un momento per lei difficile, visto che ha dovuto scindere il mio essere mamma dal ruolo che ricoprivo, ma è stata comunque bravissima.
Quali consapevolezze hai raggiunto con il passare degli anni?
Tanta roba! (ndr ride) Ho vissuto un anno complicato a causa della scomparsa di mio padre. Un percorso profondo, intimo, che mi ha portata a dover trasformare un momento ‘terrificante’ in qualcosa di diverso, di consapevole. Da mamma, inoltre, mi sono poi chiesta come sono riuscita a ricoprire questo ruolo nonostante il dolore… e da qui parte la consapevolezza di cui parlavo, così come l’organizzazione del lavoro, del progetto teatrale con i bambini.
Dopo quattordici anni sei nuovamente ad “Un Posto al Sole”, la soap in onda da ventisette anni su Rai 3. Cosa ti ha regalato questo rientro?
Sembra che il tempo non sia passato! Ho preso parte ad altri ruoli ma è sempre rimasta una porta aperta in una serie che va avanti da anni senza forzare alcun ingresso, né in positivo né in negativo. Un’uscita non è mai a caso, così come un rientro. Tante volte ho fatto presente agli autori la volontà di tornare ma non era il momento giusto. Questo ritorno si è verificato dalla sera alla mattina ed è stato bellissimo. La produzione, così come gli attori, sono di un’umanità incredibile… il pubblico, forse, non era pronto al mio rientro! Noto un certo pregiudizio nei riguardi del mio personaggio ma non tutti probabilmente ricordano un pezzo importante della sua storia. Valeria attraversò un periodo molto difficile in cui fu accolta a casa da Katia, la mamma di Nunzio, dopo essere stata picchiata a sangue da un suo ex. Si, ai tempi di certo sbagliò nel non dire a Niko del figlio che aspettava ma dietro ogni storia c’è di più…
Guardando al tuo futuro artistico, cosa bolle in pentola?
Spero di poter continuare con Un Posto al Sole ed il laboratorio teatrale con i bambini. Vivo tutto con molta serenità, se di lavoro si parla. Prendo la vita come viene…