Clizia Fornasier. Foto di Maria La Torre
Clizia Fornasier. Foto di Maria La Torre

Clizia Fornasier: faccio tesoro di tutto

Clizia Fornasier è attualmente in teatro con Due coppie scoppiate, che la vede protagonista insieme al compagno, Attilio Fontana, e agli amici, Kaspar Capparoni e Laura Lattuada. Nel suo percorso artistico tanta televisione, cinema e teatro e, non ultimi, due romanzi, di cui il secondo è ancora in fase di lavorazione.

Clizia, negli ultimi anni, ha continuato a far tesoro di tutto ciò che di prezioso ha costruito, ed è anche di questo che leggerete, in questa nostra intervista.

Benvenuta su La Gazzetta dello Spettacolo, Clizia Fornasier. Come procede il tuo vissuto?

Il mio presente, attualmente, prevede l’essere madre, una condizione bellissima, che affronto da qualche tempo. Sono alle prese, tra l’altro, con il mio secondo romanzo. Scrivere mi rende piena di entusiasmo e, non ultimo, vi è la tournée di Due coppie scoppiate, condivisa con degli ottimi compagni di viaggio. Sono in un periodo felice, produttivo.

Cosa ti ha spinto, tempo fa, a prendere parte a questo mestiere?

Non so cosa si vedesse di me da bambina. Di certo, ero piena di mondi interiori, di voglia di affrontare più vite, più situazioni. A darmi man forte, a suo tempo, mio padre, che mi ha sempre spinto ad affrontare questo percorso. Ero, di certo, una ragazza studiosa ed avrei voluto intraprendere anche altro, nella vita ma, questo lavoro, ha rappresentato una necessità, la cosa più vicina al mio bisogno di creare, di vivere tanti mondi e forme.

Attrice e, allo stesso tempo, scrittrice. A cosa devi questa passione?

Nella mia testa coesistono entrambe. Da attrice, mi piace l’idea di vestire abiti altrui dando vita a qualcosa, da scrittrice, diversamente, sono io a creare il tutto. Il massimo dell’ambizione, un domani, sarebbe poter vedere in scena una mia idea, riadattata per un buon soggetto cinematografico.

Attualmente sei in teatro con, Due coppie scoppiate, insieme ad Attilio Fontana, Kaspar Capparoni e Laura Lattuada. Che esperienza rappresenta per te e quanto di bello c’è nel poter lavorare con il proprio compagno di vita?

Non è stato strano tornare in scena insieme, a teatro. Ci siamo conosciuti nel programma televisivo, Tale e Quale e, riscoprire il suo modo di lavorare, è sempre una grande emozione. Attilio è un diesel, mentre io sono più di impatto, lavoro molto sulla memoria. Quando è sul palco non sbaglia un colpo! Di certo, a livello logistico, è complicato lavorare insieme. Ci sono i ragazzi da organizzare, ma al contempo sembra di far parte di una vacanza-gioco impegnativa, ma piacevolissima. Una volta sul palco, viviamo un puro divertimento, qualcosa che ci rende giovani in eterno. Questo spettacolo, a suo modo, ci ha dato l’occasione di ritrovare Kaspar, conosciuto proprio durante lo storico programma di Conti, persona da sempre stimata, e Laura, una donna poliedrica, divertente. Siamo uniti, affiatati, lavoriamo benissimo insieme.

Clizia Fornasier. Foto di Maria La Torre
Clizia Fornasier. Foto di Maria La Torre

Hai realizzato, negli ultimi anni, due brani musicali insieme al tuo compagno di vita, Attilio Fontana. Quanto conta per te la musica?

Mi è sempre piaciuto cantare, seppure a livello amatoriale. Nella taverna di casa, a suo tempo, mi dedicavo al karaoke, per puro divertimento. L’incontro con Attilio, in questi ultimi anni, mi ha portata a duettare in alcuni brani, sostenuta dal suo talento, dal suo coraggio. La musica, a suo modo, è un compagno caro che non ti chiede mai nulla in cambio e che può renderti memorabili i momenti, le situazioni. Talvolta capita di non sentirmi all’altezza della sua importanza, ma non so se riuscirei a fare qualcosa senza Attilio vicino. Potrei scrivere ma non saprei cantare da sola.

Attraversiamo un periodo particolare ed inaspettato. Come lo affronta Clizia Fornasier, ancora oggi, e come lo hai affrontato a suo tempo?

Abbiamo affrontato il tutto a televisioni spente, senza farci prendere dal panico, attuando tanta lucidità. Non voglio soccombere al “non ce la faremo” o a ciò che viene “falsato”. Mio figlio, recentemente, mi ha detto una cosa forte, “dentro il telefono non guardo, perché lì dentro il mondo è falso. Guardo il mondo per davvero”. Niente di più reale e riflessivo.

Cos’è per te la felicità?

“Ora che sono grande”, mi rendo conto che la serenità è qualcosa di transitorio. La mia reale, attuale, serenità, oggi, sono i miei bambini. Averli messi al mondo, con il mio compagno di fianco, è per me gioia pura.

Chi è Clizia Fornasier a telecamere spente?

Clizia, in questo periodo della sua vita, non ha il giusto tempo a disposizione per chiedersi le cose. Il mio nome, di origine greca, parla di un sole, di qualcosa di luminoso che mi accompagna, che mi rende perennemente positiva, forte. Clizia, di certo, negli ultimi due anni, è dovuta crescere molto. Mi voglio bene, mi supporto anche da sola, continuando a creare, ad inventare, a rispondere a quelle ombre che questo periodo storico ci ha soffiato contro. La pandemia non ha aiutato il nostro mondo, ma questo “momento” mi ha aiutata a far tesoro di tutto ciò che ho, mettendomi alla prova. Sono felice di essere qui a dirti queste cose, a continuare a guadagnarmi ciò che ho.

Cosa prevede il tuo futuro artistico?

In questo periodo sto affrontando alcuni provini. Sono sempre in tournée con Due coppie scoppiate e sono alla quasi chiusura del mio nuovo romanzo. Saprò dirvi di più in futuro.

Su Alessia Giallonardo

Nasco a Benevento, nel 1986. testarda a più non posso, perché Toro. Amo la fotografia sin da quando ero piccola e devo questa passione a mio padre. Stesso discorso per la scrittura, per ogni singola sfumatura di un racconto, di un vissuto, di uno storico incontro.

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