Marco Basile
Marco Basile

Marco Basile: il futuro va affrontato con passione

Incontriamo l’attore Marco Basile, da qualche tempo, è tornato a Noto, nella sua bellissima città, ed oltre ad aprire un locale è diventato anche responsabile della Film Commission, un ruolo che gli si addice…

Benvenuto su La Gazzetta dello Spettacolo, Marco Basile. Affrontiamo un breve excursus legato alla tua carriera, ai tuoi inizi, come si è sviluppato il tutto?
Il primo ruolo da protagonista, in “Cuori rubati”, è arrivato sei mesi dopo aver deciso di fare l’attore. L’esperienza mi è piaciuta talmente tanto da portarmi a studiare al Duse, e da lì sono arrivati altri ruoli da protagonista, non solo per caratteristiche attoriali ma anche fisiche. Ho preso parte, per citarne alcune di esperienze, a La Squadra, Terapia d’urgenza, Ris Roma e tanti altri progetti, senza dimenticare un reality. C’è stato anche quello nel mio percorso. Una passione, quella per la recitazione, che ha sempre fatto parte di me. Appena compiuti i diciotto anni, un po’ come tanti ragazzi del sud, ho deciso di fare il cameriere, di provare ad aprirmi una strada. Ho avuto, successivamente, la fortuna di lavorare come modello per dei marchi importanti…

Come ha gestito il rapporto con la notorietà Marco Basile?
All’inizio l’ho vissuta con difficoltà, vuoi per il mio essere uno spirito libero. Ho sempre risposto con educazione, nonostante ‘l’invadenza’ dei primi tempi ma, se gestita con educazione, tutto si risolve, si affronta in bene.

Manca qualcosa a questo tuo percorso artistico?
Non manca nulla perché al momento, ti dirò, sono stanco di fare l’attore. Preferisco essere coordinatore della Film Commission di Noto e, anche se mi propongono dei progetti, al momento voglio fare altro, tant’è che ho aperto un locale. Un mestiere faticoso, difficile, che comporta un equilibrio diverso, ma sta piacendomi, e le cose vanno molto bene.

Ti ricordo nel ruolo di un poliziotto in Un Posto al Sole, nota soap opera di Rai 3. Che esperienza ha rappresentato?
Napoli è per me casa! Ho girato per due anni La Squadra, tempo addietro e poi, per altri due anni, Un Posto al Sole. Un gemellaggio che va al di là della pelle, con i napoletani, provenendo dal mondo delle due Sicilie. L’esperienza è stata bella anche perché ho avuto a che fare con una ragazza molto talentuosa con la quale ho sviluppato un rapporto particolare. Le ho chiesto di lavorare con sentimento e così è stato. Ho impersonato un padre che non ha saputo dire ti voglio bene, e ciò è sbagliato, perché ad un figlio va detto tutti i giorni, proprio come faccio con il mio.

In una società così particolare come quella degli ultimi tempi, quali consigli cerchi di dare a tuo figlio affinché possa affrontare al meglio il suo percorso di vita?
Semplicemente gli consiglio di fare tutto ciò che vuole per passione e non per soldi. Fare le cose con passione porta soddisfazione, diversamente no. Viviamo un’epoca strana, in cui l’Italia sta andando verso una direzione sempre più sbagliata, in cui ai figli non viene insegnato il sacrificio, il rispetto, cose fondamentali.

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