Montserrat Alcoverro. Foto di Frank Diaz
Montserrat Alcoverro. Foto di Frank Diaz

Montserrat Alcoverro: il mio amore per l’Italia

Per tutti noi, in Italia, Montserrat Alcoverro è l’indimenticata, temibile, Donna Úrsula Dicenta de “Una Vita”. Abbiamo la possibilità di ritrovarla per parlare dei suoi progetti futuri e di cosa le rimane degli anni trascorsi ad Acacias 38, Soap Opera arrivata al capolinea, in Spagna, da alcuni mesi.

Montserrat, inoltre, ci parla dell’amore che nutre per l’Italia, del fatto che vorrebbe poter lavorare a pieno ritmo nella nostra penisola.

Ben ritrovata su La Gazzetta dello Spettacolo, Montserrat Alcoverro. Come stai?

Sto bene, grazie! Sono alle prese con il lavoro e questo, oggi, è un bene.

Abbiamo vissuto un periodo particolare e inaspettato, denominato Covid-19. Quale consapevolezza ha apportato al tuo vissuto?

Non hai davvero la consapevolezza dell’importanza della salute finché la sua mancanza non ti colpisce e diventa palpabile. Con la pandemia, abbiamo/stiamo soffrendo tutti perché, se non ti ha toccato personalmente, abbiamo amici o parenti che hanno sofferto o ne stanno soffrendo. Ha lasciato una scia di dolore e di impotenza, ma va superata. Soprattutto, dobbiamo pretendere un sistema sanitario dotato di risorse per poter servire al meglio l’intera popolazione.

Cosa ti ha portata, tempo fa, ad avvicinarti alla recitazione?

Svolgo questa professione da molti anni, ormai. Ho iniziato da giovane ed ho avuto la fortuna di avere una continuità lavorativa che apprezzo ancora oggi.

Nota in Spagna, come in Italia, per aver prestato corpo e voce a Donna Úrsula Dicenta, cosa ricordi di quando eri parte integrante di Acacias 38?

Ho dei ricordi molto belli. Ricordo la preparazione ai casting a Barcellona, ​​​​l’emozione quando mi hanno scelta per il ruolo di Úrsula e il mio primo incontro con il regista, Luís Santamaría, nel suo ufficio a Madrid. Ricordo le prime prove costume e quelle legate al personaggio, l’incontro con una nuova squadra, sia tecnica che artistica e il mio primo giorno di riprese. È stato meraviglioso, poi, sapere che il regista voleva dare maggiore spazio alla mia Úrsula, fino alla fine delle riprese.

La Soap in Italia è ancora presente, anche se il tuo personaggio è via da mesi. Cosa ti ha dato quel ruolo e che rapporto hai oggi con i tuoi ex colleghi di set?

Questo ruolo mi ha regalato grande visibilità. La televisione ti regala questo, più di tutto. La Soap, in Italia, ha così successo che, negli anni, ho avuto il piacere di ricevere due riconoscimenti, uno a Napoli e il secondo ad Alghero. Due momenti davvero preziosi.

Interpretare un cattivo, si sa, fa accrescere il successo del personaggio e rende molto felice l’attore/attrice che ha il privilegio di interpretarlo. Che esperienza è stata?

Brutale, perché un personaggio con così tanti livelli come Doña Úrsula è molto complicato da portare in scena. Al contempo, è stato molto gratificante.

Hai spesso affermato di voler lavorare in Italia. Hai mai avuto l’occasione di visitare la nostra bellissima penisola?

Certo, e devo dire che ogni luogo che ho visitato mi ha fatto innamorare: Roma, Napoli, Venezia, Firenze, Milano, Sardegna, Montepulciano, Siena. Ho ancora tanti posti da visitare. L’Italia sarà sempre il mio rifugio.

Un regista italiano con cui vorresti poter collaborare?

Vorrei poter lavorare ancora con Sergio Castellitto e con Alice Rohrwacher.

Chi è Montserrat Alcoverro nella vita di tutti i giorni, a telecamere spente?

Una donna che ama la sua gente, il mio partner, la mia famiglia, i miei amici.

Come gestisci la popolarità che ti ha regalato “Una Vita”?

Le persone sono gentili e amorevoli nei miei riguardi.

Dove possiamo ammirarti in futuro?

Ad aprile inizierò le riprese di un film. In estate, poi, vi saranno altri progetti di cui vi parlerò presto.

Cosa ti auguri di poter realizzare in futuro?

In campo professionale vorrei che ci fosse più lavoro per tutti e soprattutto per tutte le attrici, indipendentemente dalla loro età.

Vuoi salutare i tuoi fan italiani?

Miei cari, vi mando un grande abbraccio!!

Su Alessia Giallonardo

Nasco a Benevento, nel 1986. testarda a più non posso, perché Toro. Amo la fotografia sin da quando ero piccola e devo questa passione a mio padre. Stesso discorso per la scrittura, per ogni singola sfumatura di un racconto, di un vissuto, di uno storico incontro.

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