Gabriele Greco
Gabriele Greco

Gabriele Greco: è fondamentale preservare il proprio equilibrio

Incontriamo l’attore Gabriele Greco, da qualche tempo anche regista, impegnato nella promozione del suo nuovo film, “Come mio figlio“. Un viaggio in una terra bellissima, la Puglia, un consiglio ai giovani, a tutti coloro che avranno modo di guardare la pellicola.

Benvenuto su La Gazzetta dello Spettacolo, Gabriele Greco. La passione per l’arte è da sempre parte del tuo percorso e, da qualche tempo, sei spesso presente anche nelle vesti di regista. Cosa puoi anticiparci sul tuo nuovo progetto, “Come mio figlio”, a tal proposito?

Si tratta di un progetto che prende spunto da una storia reale e parla di un giovane, delle sue problematiche, del supporto che riceverà da parte di suo padre, da me interpretato, ed anche da una comunità. Avrà la fortuna, difatti, di riscattarsi, curando alcune piante, ricavandone una crema.. Il messaggio che ho voluto lanciare attraverso questo film è legato a voler sensibilizzare i giovani su quanto la loro terra di origine possa offrire, senza doverla lasciare, per forza di cose. I ragazzi spesso si allontanano, vanno via con l’idea che quei luoghi non possano offrirgli nulla ma nel film offro, invece, una possibilità per restare. Ho lasciato anch’io la mia Sicilia, tempo addietro, e proprio per potermi realizzare ma se tutti la pensassero come me saremmo davvero rovinati.

Cosa ti spinge a scegliere determinati attori?

Ho voluto fortemente selezionare le persone presenti nel film, non per forza di cose attori. Il protagonista, ad esempio, si chiama Roger ed è un ragazzo pugliese, che vive realmente nel luogo scelto per il film. Ho voluto estrapolare dal suo modo di essere degli elementi da portare nella storia, la passione per lo sport, per il mare, utilizzando gli scenari presenti a Santa Maria di Leuca. Ho fatto lo stesso con gli altri protagonisti, portando tutta la verità di una terra bella e potente come il Salento.

Dove sarà presentato il film, Gabriele Greco?

Il film è stato presentato Il 18 dicembre in anteprima per la stampa a Lecce ed ha ottenuto un buon riscontro da parte della stampa stessa, così come dei gruppi di ragazzi, studenti, presenti. Il nostro obiettivo sono proprio loro, con una programmazione nelle scuole e dei dibattiti che possano portare ad una riflessione importante.

A cosa devi esattamente questa svolta legata alla regia?

Sicuramente devo tutto alla passione per l’arte, in generale, ai paesaggi che vivo da quando mi sono trasferito in Puglia ed anche al fermo vissuto da attore. Ho voluto dedicare qualche anno alle mie figlie, alla loro crescita, senza dimenticare l’esperienza avuta negli anni e la casa di produzione nata da poco. Ho così realizzato un primo film, “Amalaterra”, distribuito ovunque ed attualmente disponibile su Amazon e lo stesso sarà per “Come mio figlio”.

Tanto teatro nei tuoi primi anni da attore ma, oggi che sei regista, cosa vorresti poter portare in scena, se ti fosse concesso?

Porterei volentieri in scena anche i progetti di cui parlavamo, i due film, senza dover passare, però, tanti mesi fuori, lontano da casa. Il teatro è, a mio parere, qualcosa di unico, inspiegabile, così come l’energia che regala il pubblico. Si possono volentieri creare anche delle belle realtà a chilometro zero e progetti che possano avvicinarsi ai giovani, educativi, capaci di avvicinarli all’arte, al buono che c’è.

A regalarti maggiore visibilità, tra tutte, la soap opera “Vivere” in cui per anni hai vestito i panni del giovane Luca Canale. Cosa ricordi con piacere di quel periodo, di Torino, dei tuoi colleghi?

Ricordo con molto piacere quel periodo, specie dal punto di vista artistico, attoriale. Era un po’ come timbrare quotidianamente il cartellino, ma ritengo una fortuna l’avervi fatto parte ed aver incontrato colleghi che sono stati per me una grande famiglia. Abbiamo condiviso un’esperienza davvero grande, da ogni punto di vista, e mi ha permesso di diventare ciò che sono. Alcune volte vorresti scappare via, fare altre esperienze, ma ho comunque vissuto ciò che volevo senza dover per forza staccare da quel personaggio. Ho avuto la fortuna di esserci per tutta la durata della soap, ben nove anni, e di incontrare anche ruoli differenti come la terza stagione di “Capri”, “Squadra Antimafia” e non solo.

Quanto sei riuscito a realizzare di quei sogni che avevi da ragazzo?

Ho sempre avuto due grandi passioni, la musica, così come il canto, e la recitazione. Ho dovuto scegliere cosa fare, accantonando la musica, ma come artista mi reputo fortunato, anche se credo che nella vita sia necessario avere anche interessi lontani dall’arte, per evitare delusioni. Ritengo sia importante preservare il proprio equilibrio restando comunque fedeli a sé stessi.

Gabriele Greco, cosa puoi anticiparci sul tuo futuro artistico?

Sarò in una serie per Canale5 e, prossimamente, anche ne “L’avvocato Malinconico” altra serie importante. Sto riprendendo dei contatti reali con ciò che ho sempre amato fare, con una maggiore selezione dovuta al tempo, anche per via della nascita delle mie figlie, al voler stare più spesso con loro, come dicevo poco prima.

Su Alessia Giallonardo

Nasco a Benevento, nel 1986. testarda a più non posso, perché Toro. Amo la fotografia sin da quando ero piccola e devo questa passione a mio padre. Stesso discorso per la scrittura, per ogni singola sfumatura di un racconto, di un vissuto, di uno storico incontro.

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