Daniela Fazzolari
Daniela Fazzolari

Daniela Fazzolari: una passione sfrenata per il mio lavoro

Daniela Fazzolari, amatissima dal pubblico, è presente nel cast del film, “Soldato sotto la luna”, ad opera del regista Massimo Paolucci, nei panni di Clara. Un’esperienza bella, che Daniela difficilmente potrà dimenticare. A regalarle grande notorietà, anni fa, la sua Anita Ferri, indimenticato personaggio della Soap Opera “Centovetrine“. Parleremo del suo vissuto, della passione sfrenata per il suo lavoro, dell’amore forte che nutre per il suo bimbo.

Ben ritrovata su La Gazzetta dello Spettacolo a Daniela Fazzolari. Come procede il tuo vissuto?

Procede bene, fortunatamente! Avrei soltanto preferito, in questo periodo, sapere che mio figlio era a scuola, per le sue lezioni, invece che dinanzi ad un pc, legato ad una fredda DAD, senza avere la possibilità di stare a contatto con i suoi compagni, con le sue maestre. Mi auguro che tutto questo alienarsi possa avere fine al più presto.

Hai da poco terminato le riprese di “Soldato sotto la luna”, per la regia di Massimo Paolucci. Che esperienza è stata e se puoi anticiparci qualcosa sul tuo personaggio, Clara?

Ho vissuto un’esperienza mistica, bellissima, legata ad un lavoro di squadra, a livello cinematografico, ben strutturato, forte. Vi è stata una grande partecipazione da parte di tutti i comparti, artistici o meno, legati da una forte coesione, tenacia ed attenzione. Abbiamo lavorato tantissime ore al giorno pur di portare a casa, al più presto, questo film. Un film caratterizzato da scene che riportano al nazismo, a costumi particolari, a tante figurazioni. Mi ha emozionata l’ultimo giorno di set, il dover salutare tutti.

Daniela Fazzolari

Cosa ti ha dato Clara e quanto c’era di te in lei e viceversa?

Tanto, senza alcun dubbio! Si è trattato di un personaggio complesso e, a suo modo, Massimo Paolucci, il regista, ha saputo darmi la possibilità di metterci tanto di me, senza pormi alcun limite. Non dimenticherò facilmente la mia Clara.

Hai mai pensato di passare dietro la camera da presa?

Si, ci penso spesso! Amo tutto ciò che ha a che fare con questo bellissimo mestiere. Se avessi la possibilità di avere più vite, mi dedicherei ad ogni singola caratterizzazione di questo magico lavoro, dalle luci, al montaggio, alle colonne sonore e quanto altro. Negli anni, ho avuto modo di realizzare, mettendo mano anche alla sceneggiatura, la regia di alcuni videoclip. Ne conservo un bel ricordo.

Per anni sei stata l’amatissima Anita Ferri di Cento Vetrine, per poi tornare, anni dopo, nei panni di Diana Cancellieri. Quanto ti è rimasto addosso di quei due importanti personaggi che, a loro modo, ti hanno regalato enorme popolarità?

Il personaggio di Anita è nato dal nulla e, a suo modo, si è evoluto sempre più, negli anni. Provenivo, ai tempi, dall’accademia di teatro e fui catapultata in un mondo completamente nuovo. Gli sceneggiatori furono abilissimi nel captare caratteristiche che appartenevano al mio modo di essere, avvicinandole a quel ruolo. Diana, differentemente, penso abbia avuto modo di evolversi poco, ma è stato comunque un esperimento ben riuscito. Una prova del mio poter modificare ciò che ero stata prima, rendendo a Diana qualcosa di completamente diverso da ciò che, precedentemente, era stata la mia Anita. Le porto entrambe nel cuore.

E di Centovetrine, gli appassionati ancora sono alla ricerca dei gadget online:

Da alcuni anni sei mamma di uno splendido bambino. Quali valori cerchi di trasmettere a tuo figlio in una società che, purtroppo, sembra essere sempre più allo sbando?

Ho sempre cercato di non nascondergli nulla, nel bene e nel male, anche nelle situazioni più difficili. Ho voluto abituarlo ad ogni minima cosa, che si trattasse del mio lavoro o di altro. Voglio che la realtà non gli sia mai nascosta, che sia cosciente del bianco e del nero, di ogni singola sfumatura che potrebbe riservargli la vita.

Cosa si augura di poter realizzare in futuro Daniela Fazzolari?

Mi auguro di poter essere sempre in grado di gestire non solo il mio vissuto e il mio lavoro, ma anche situazioni e cose altrui. Ho sempre paura di non fare abbastanza, di non esserci come vorrei, specie per la mia famiglia. Spero, dunque, di poter avere sempre la forza e la lucidità per condurre il tutto al meglio, senza dover mai avere dei rimpianti.

Un consiglio, un suggerimento, a tutti coloro che pensano di intraprendere il tuo stesso mestiere?

Tempo fa vi erano scuole di cinema ben radicate, che rendevano la scelta molto più facile. Differentemente, oggi, consiglio di capire bene a chi affidarsi, in primis, mentre, a livello umano, consiglio anche di prendere spunto dalla rete, da tutto il materiale fertile presente, senza farsi abbagliare dal facile apparire. Questo lavoro comporta una passione sfrenata, per poterlo concretizzare, annesso a tanta sofferenza, ad una profonda perlustrazione di sé.

Su Alessia Giallonardo

Nasco a Benevento, nel 1986. testarda a più non posso, perché Toro. Amo la fotografia sin da quando ero piccola e devo questa passione a mio padre. Stesso discorso per la scrittura, per ogni singola sfumatura di un racconto, di un vissuto, di uno storico incontro.

Lascia un commento