Ritroviamo Luca Biagini, attore e noto doppiatore, alle prese con sempre nuovi progetti, specie teatrali, al cui fianco seguirà anche la presenza di sua moglie, l’attrice Barbara Lo Gaglio.
Ben tornato sul quotidiano La Gazzetta dello Spettacolo, Luca Biagini. Come stai?
Molto bene, grazie! Viviamo una fase di attesa, nel mondo del doppiaggio, forse dovuta allo sciopero degli americani o, semplicemente, ad altri motivi di cui non siamo ancora del tutto a conoscenza. Per quanto mi riguarda, ho sempre lavorato, con i miei soliti standard, in progetti molto belli, così come in situazioni di routine. Ho preso parte ad una serie con John Malkovich ed ho anche doppiato un film con Michael Keaton e Al Pacino e tanto altro ci sarà. Ho anche il mio lavoro legato all’insegnamento, a cui mi dedico con vero piacere, insieme a mia moglie Barbara. Non ultimo, lo spettacolo prodotto sempre con mia moglie, “Il cuore rivelatore”, che risale a due anni fa, un thriller psicologico di alto livello, che presto riproporremo nei teatri di Roma.
Tempo fa sei stato parte integrante di un progetto Mediaset, la soap “CentoVetrine”. Che ricordo hai di quella esperienza e del compianto Fabrizio Portalupi, scomparso recentemente?
Conservo un bellissimo ricordo di CentoVetrine così come di Fabrizio, persona molto gentile, delicata e intelligente. Era, inizialmente, assistente alla regia ma negli ultimi anni passò a diventare regista. Una persona rara, non superficiale, profondamente innamorato della sua compagna, dai tempi della soap, Elisabetta Coraini.
Luca, ci parlavi di un ritorno al teatro ma, a tal proposito, quali sensazioni sono legate alle tavole del palcoscenico?
Nasco come attore teatrale, prima ancora di dedicarmi al doppiaggio. Un’esperienza che da sempre amo, un vero e proprio impegno quotidiano, qualcosa di molto apprezzato, ambito, gratificante. Nei rari momenti in cui non mi capita di potermici dedicare, comincia a mancarmi, così come le prove, il rapporto con il regista di ‘turno’ e non solo. Amo mettermi in gioco il più possibile, divertirmi.
Come pensi sia cambiato il modo di fare cinema negli ultimi anni?
Si potrebbe aprire un capitolo su tutto questo! (Ride) La cosa più evidente, per quanto mi riguarda, consiste nella facilità maggiore che ogni giovane oggi ha di poter avviare una carriera, così come nel doppiaggio. Tanti sono gli aspiranti, i molti a dover fare gavetta. Vale lo stesso per il teatro. Quando ho cominciato bastava avere un bel prodotto per essere distribuito, senza dover avere per forza attori famosi al suo interno. Oggi ciò non accade..
Che viaggio ha rappresentato questo tuo percorso artistico, Luca Biagini?
Un viaggio che non potevo minimamente prevedere e che mi ha cambiato la vita. Provengo da un piccolo paese di campagna, vicino Siena, e nulla poteva far presagire che potessi far parte del mondo dello spettacolo, visto anche il mio essere abbastanza introverso. Il teatro ha rappresentato una sfida con me stesso, partendo da zero, imparando tutto a mie spese, senza sapere dove potessi arrivare. Una buona dose di fortuna e disciplina hanno fatto il resto permettendomi di essere apprezzato, di crescere sempre più. Credo di aver avuto tutto ciò di cui necessitavo e ne sono felice.