Simone Montedoro
Simone Montedoro

Simone Montedoro: il teatro allevia i dolori della vita

Per anni è stato l’amato capitano Giulio Tommasi in “Don Matteo”, oggi, Simone Montedoro, è in teatro con, “L’uomo ideale”, ad opera di Toni Fornari. Una carriera ricca di presenze in film e fiction di successo, per un attore preparato e legatissimo al suo mestiere.

Un viaggio, quello compiuto insieme a Simone, nel suo passato artistico e nel presente. Per Simone Montedoro il teatro è vitale per chi lo fa e per tutti coloro che sono disposti a prendere parte ad ogni singolo spettacolo.

Benvenuto su La Gazzetta dello Spettacolo, Simone Montedoro. Come stai?

Procede bene! Siamo in ripresa, per fortuna, sia dal punto di vista artistico che umano. L’intrattenimento è importante perché serve ad alleviare i dolori della vita. Sono contento, quindi, che tutto sia di nuovo in movimento. Anche la mia vita va bene.

Abbiamo attraversato un periodo particolare, inaspettato. Quali consapevolezze ha apportato al tuo vissuto?

Bisogna apprezzare le piccole cose, di questo ne sono più che certo. Alla fine, siamo sempre alla ricerca di chissà cosa, rincorrendo ciò che non abbiamo. Si può vivere anche con meno cose, se ci pensiamo, ed il lockdown ci ha portato a comprendere proprio questo. Stare a casa, inoltre, con la propria famiglia, è un bene, un piacere unico.

Che ricordi hai dei tuoi esordi?

Avevo molta paura e, allo stesso tempo, provavo un grande entusiasmo. Conta fare molta gavetta, esperienza. La mia fortuna è stata quella di prendere parte a “Don Matteo”, oltre al tanto teatro che ho avuto modo di praticare prima. Su quel set ho avuto modo di incontrare tante persone, durante le mie cinque stagioni, ed ancora oggi sono parte integrante della mia “famiglia”. Sono stato fortunato!

A regalarti notorietà, appunto, l’ingresso nel cast di “Don Matteo“, nei panni del capitano Giulio Tommasi. Che esperienza ha rappresentato per te?

Mi ha portato tanto, senza alcun dubbio. Lavorare con Nino Frassica, poi, mi ha regalato una grandissima intesa. Stessa cosa con Terence Hill, anche se con lui ho avuto modo di girare meno scene. Puoi studiare quanto vuoi, ma conta mettere in atto ciò che si pratica, e bene. In molti mi chiedono quando tornerò nella serie, ma purtroppo non so dare loro una risposta. Non dipende da me.

Attualmente sei in teatro ne, “L’uomo ideale”, insieme a Claudia Campagnola e Toni Fornari. Che ruolo hai e di cosa tratta questa commedia?

Interpreto Damiano Brunori, colui che dovrebbe essere “l’uomo ideale”. Si tratta di una commedia divertente, che affronta tematiche come l’amore, la solitudine, tutte degne di nota. Sono felice di lavorare nuovamente con i fratelli Fornari. Riusciamo, insieme, ad affrontare, sempre, situazioni importanti con un fare leggero, da commedia.

Simone Montedoro in L'uomo ideale di Toni Fornari
Simone Montedoro in L’uomo ideale di Toni Fornari

Cosa ti è mancato più di tutto durante il lockdown?

Mi è mancato il teatro così come mi è mancato lavorare, in generale. Mi è mancato allenarmi e divertirmi lavorando, benché si tratti di un mestiere che non ti rende certezza alcuna. Allo stesso tempo, nel suo non essere facile, è un lavoro che mi regala tanto divertimento. Non potrei farne a meno.

Chi è Simone Montedoro nel privato?

Simone è una persona normalissima che paga le bollette, il mutuo di sua mamma e che, fondamentalmente, ha i problemi che hanno tutti. Svolgo una vita molto semplice. Vivo per mio figlio, che ha sette anni, e che purtroppo vedo poco perché risiede altrove.

In un mondo sempre più allo sbaraglio, quali valori provi ad infondere a tuo figlio?

Non posso che trasmettergli l’educazione, la lealtà, l’onestà, il rispetto per il prossimo.

Cosa non sei ancora riuscito a realizzare a livello lavorativo?

Mi piacerebbe interpretare un film d’autore che possa essere lontanissimo dal mio modo di essere. Solitamente si tende ad assegnare ruoli che si avvicinano alla tua immagine, a ciò che sei. Personalmente, preferirei trasformarmi, andare oltre ciò che sono.

Cosa prevede il futuro artistico di Simone Montedoro?

Attualmente prevede tanto teatro. Abbiamo il dovere di regalare degli attimi di felicità alle persone o, almeno, di portarli a riflettere. In uscita vi è il film di Moccia, di cui faccio parte e, prossimamente, uscirà un film con i fratelli Fornari, “Ritorno al presente”. Per ora vi è questo, poi riprenderemo, “Incubi d’amore”, con Giorgia Wurth.

Su Alessia Giallonardo

Nasco a Benevento, nel 1986. testarda a più non posso, perché Toro. Amo la fotografia sin da quando ero piccola e devo questa passione a mio padre. Stesso discorso per la scrittura, per ogni singola sfumatura di un racconto, di un vissuto, di uno storico incontro.

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