Disney in concert, Frozen

Disney in concert, Frozen

La favola Disney che diventa musica, ecco Frozen

Concluderà il suo tour italiano al Teatro Alfieri di Torino, il prossimo 7 e 8 gennaio, l’evento Disney in concert, Frozen, che ha già fatto tappa, tra fine dicembre e inizio gennaio, a Roma, Napoli e Milano.

Disney in concert, Frozen

Cinquanta musicisti, trenta coristi e quattro solisti che interpretano, con tanto di abito a tema, Elsa, Anna, Olaf ed Hans. Un’orchestra che suona dal vivo – quasi ininterrottamente e senza sbavature alcune – la colonna sonora del capolavoro Disney, Frozen, vincitore di due premi Oscar e campione di incassi, e lo fa in maniera praticamente sincrona rispetto alle immagini del film che, nel frattempo, scorrono sul grande schermo che fa da sfondo al concerto. Un modo nuovo, insomma, di fondere cinema d’animazione e musica.

Centinaia di bimbe che assistono allo show, molte delle quali indossando l’abito azzurro della loro beniamina, e si esaltano sulle note di “All’alba sorgerò” di cui conoscono a memoria tutte le parole.

Tutto questo, tuttavia, è passato in secondo piano a seguito della mega polemica social che si è scatenata al termine della prima dell’evento, che si è tenuta all’Auditorium Parco della Musica di Roma lo scorso 29 dicembre, e che è costata il posto al direttore d’orchestra Giacomo Loprieno, reo di aver scioccato il pubblico presente, al termine della performance, con la frase pronunciata al microfono: “Comunque Babbo Natale non esiste!!!”.

Ciò che è accaduto dopo, ormai è storia nota. La produzione, firmata Dimensioni Eventi, travolta dalla gigantesca bagarre, ha tentato di correre ai ripari come ha potuto. Dapprima provando (con effetti controproducenti) a nascondere la polvere (e i post) sotto al tappeto, arrivando addirittura a cancellare la pagina Facebook dell’evento romano. Ma il web, si sa, è un oceano infinito ed incontrollabile e i messaggi censurati da una parte, spuntano altrove come funghi, ancor più velenosi. Arrivano quindi le scuse ufficiali degli organizzatori che, consapevoli che limitarsi a dissociarsi dall’infelice affermazione non sarebbe bastato a sedare gli animi (si parla addirittura di una class action mossa da numerosi genitori contro il direttore d’orchestra), passano ai fatti e silurano Loprieno. Il direttore “Grinch”, così come definito in maniera più che calzante da Selvaggia Lucarelli, viene sostituito da Marco Dallara, che si fa prontamente fotografare abbracciato a Babbo Natale, che assisterà in carne, barba e abito rosso, alla replica del 30 dicembre, seduto in prima fila. Pace fatta? Forse.

Resta il fatto che quel coraggioso tentativo di avvicinare il grande pubblico, e in particolare le famiglie con bambini, ad una fruizione musicale di qualità, facendo leva su un prodotto altamente popolare, non è stato da tutti compreso ed apprezzato.

Anche durante la rappresentazione napoletana al Teatro Palapartenope, cui ha abbiamo avuto modo di assistere noi de La Gazzetta dello Spettacolo, è accaduto (e pare fosse stato proprio questo ad indispettire Loprieno) che durante le ultime battute del concerto, quando la pellicola era ormai ai titoli di coda ma i musicisti ancora in piena attività, diversi spettatori si alzassero dai propri posti, guadagnando l’uscita in un brusio generale, a dir poco fastidioso. Insomma, se il cliente (in questo caso il pubblico pagante) ha sempre ragione e la frase su Babbo Natale è assolutamente da condannare, soprattutto perché va a colpire gli spettatori “innocenti”, una tiratina d’orecchie ai loro genitori maleducati ed irrispettosi ci starebbe tutta! Addirittura a fine spettacolo abbiamo captato un genitore, evidentemente annoiato dallo show, lamentarsi con la moglie più o meno in questi termini: “Ma perché, i bambini capiscono la musica d’orchestra?”.

Caro papà, i bambini secondo noi percepiscono l’arte molto meglio di tanti adulti!

Autore: Roberta Cibelli

Redattore

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