Sirene Confuse o meglio le donne, racconti di vita

Attilio Fontana

In questi giorni è andato in scena al Teatro degli Audaci lo spettacolo di Attilio Fontana e Siddhartha Prestinari, Sirene Confuse un viaggio nel contraddittorio universo femminile.

Donne che cercano di affermare la propria identità facendo a meno di alcuni ‘topoi’ femminili, come la famiglia e la maternità. Donne indipendenti, autonome, che conducono la loro vita “cercando di non chiedere a nessuno di rendere migliore il loro mondo”, ma contando solo sulle proprie forze. Sono questi gli inattesi ritratti femminili racchiusi in questo spettacolo, racconti che rappresentano in modo magistrale le paure e i desideri di ogni donna contemporanea. Espressive e colorate, sono donne spiritose, qualche volta poetiche, molto spesso filosofe, sempre portatrici di creatività. Imperfette perché reali, le nostre protagoniste comunicano stati d’animo, fotografano situazioni, evocano mondi, si pongono domande, esplorano soluzioni, lanciano messaggi. In ognuna di loro puoi trovare un po’ di te o un frammento di esperienze vissute.

Il Teatro degli Audaci sta crescendo e il 12 settembre 2015 alle ore 19.00 è arrivato a inaugurare la sua terza stagione teatrale, ricca di spettacoli scelti con cura per soddisfare i gusti di un pubblico che li ha seguiti fin dall’inizio o che li ha scoperti per caso, un po’ come me.

Quando, nel 2012, il Direttore Artistico Flavio De Paola ha inaugurato il Teatro degli Audaci, la cultura viveva già un momento non particolarmente felice e presentare la terza stagione costituisce una grande vittoria perché un teatro che chiude è una sconfitta per tutti. Utilizzando le parole con cui il Direttore Artistico saluta gli spettatori al termine delle rappresentazioni senza pubblico non c’è teatro e senza teatro addio civiltà.

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Appena si alza il sipario ti ritrovi  l’ Ulisse/Attilio Fontana e a dar corpo e voce alle sirene l’attrice Siddhartha Prestinari e le special guest, una diversa ogni sera tra cui Clizia Fornasier, che hanno contribuito con le loro performance a portarci negli spazi più intimi di queste fragili e fortissime creature.Ci sono molte tipologie di sirene, ma la maggior parte sono descritte come ragazze di straordinaria bellezza, con una lunga coda di pesce al posto delle gambe e dotate di un voce melodiosa, che utilizzano per cantare. E di fatti il nostro Ulisse ci narra che lui disegnava le donne senza piedi ma con delle pinne e mai più motivo fece onore a questo bel narratore, già perché in fin dei conti pur avendole le voleva lasciare libere di scegliere se restare. Le sirene a volte sono associate ad eventi pericolosi come tempeste e annegamenti, mentre in altre tradizioni popolari, sono creature molto gentili e dolci, che offrono doni o si innamorano di esseri umani.

Nel XV secolo, l’atteggiamento più comune delle sirene era tenere uno specchio in mano e un pettine. Secondo le credenze dell’epoca lo specchio era considerato un oggetto magico: era attributo alle donne impure e serviva a contemplare il volto della morte o ad adorare il diavolo, e qui possiamo parlare del personaggio che ha portato in scena Clizia Fornasier.

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Una strega, così veniva descritta da tutti nel suo villaggio forse perché era una donna coraggiosa che sembrava sul punto di mollare, ma che ha trovato la forza per ripartire e sconfiggere le difficoltà un racconto ben sviluppato e pensato per raccontare una storia di cambiamenti,  sfide,  dolori, metamorfosi e rinascite.

Pensato, perché ognuno di noi in quella strega trova parte del suo vissuto e possiamo sentirci libere di immedesimarci in un passato non sempre felice e guardare al futuro con occhi diversi e una forza maggiore. Un racconto che parla di gioie, dolori, traguardi raggiunti e da raggiungere, viaggi dell’anima o verso terre lontane, alla ricerca di una vita meno vacua e più appagante, un interpretazione magistrale il silenzio assoluto in sala per godere di quella voce stanca e affannosa che la strega aveva ma che al termine dell’interpretazione ha portato uno scrosciare di applausi da far tremare il teatro.

Per concludere aggiungo che  accompagnati durante tutta la narrazione c’è stato Davide Controni che ha dato all’acquario l’aspetto di un Atelier dove le sirene sono rimaste impresse ogni notte perse e “diverse” sulla tela e con la sorpresa ogni volta di conoscere una sirena speciale che porterà la sua storia a bordo.

Sirene Confuse, di Attilio Fontana e Siddhartha Prestinari, è  la storia narrata di NOI DONNE, grandi guerriere.

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Redazione Giornalistica

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