Yari Gugliucci nello spettacolo L'ombra di Totò
Yari Gugliucci nello spettacolo L'ombra di Totò

Yari Gugliucci: io e mia figlia

Ritroviamo l’attore Yari Gugliucci, protagonista in teatro dello spettacolo, “L’ombra di Totò”.

Da qualche tempo papà e compagno felice, Yari ci parla di questa nuova, entusiasmante, esperienza sulle tavole del palcoscenico e dell’amore, della forza, che trae, ogni giorno, dalla sua famiglia. Un dialogo a cuore aperto, senza limite alcuno, sul privato e sul futuro artistico.

Ben ritrovato su La Gazzetta dello Spettacolo, Yari Gugliucci. Come stai?

Bene! Vivo un periodo molto bello, specie dopo aver portato lo spettacolo, “L’ombra di Totò”, al Teatro Verdi, nella città in cui sono nato, Salerno. Ad applaudirmi vi erano, inoltre, mia figlia Greta, la mia compagna Silvia e i miei genitori, riuniti dopo tempo. Una festa stupenda, assoluta, per me. Vi sarà, a breve, il Quirino di Roma ad accogliermi e non potrei chiedere di più, dopo due anni intensi di tournée.

Attualmente sei, appunto, impegnato nello spettacolo teatrale, “L’ombra di Totò”. Cosa puoi dirci a riguardo e quanta emozione c’è nel portare in scena un qualcosa di così importante, specie a livello personale?

Lo spettacolo nasce da un’idea di Stefano Reali ed Emilia Costantini, due persone a cui devo tanto. Porto in scena Dino Valdi, controfigura di Totò, giunto a Roma, inizialmente, per tentare la carriera di attore, ma la somiglianza con Antonio De Curtis, lo portò a diventare, sin da subito, sua controfigura ufficiale, fino all’ultimo film, quando Totò era ormai cieco. Lo spettacolo ha inizio con il funerale di Totò e con lo scorgere, di fianco alla Faldini, la sua figura ma altro non era che Valdi.. il dubbio che si cela nella pièce è legato al capire se è riconoscente o meno a Totò, lo stesso Valdi, per via della vita avuta “grazie” a lui o se ha invece rimpianto il non aver avuto mai una sua concreta possibilità. Una vera e propria ombra, dunque, in tutti i sensi, sia del genio che dell’uomo. Un finale molto bello, un qualcosa a cui mi auguro abbiate modo di assistere.

Sei da sempre al servizio del teatro, oltre che della televisione, del cinema. Quali sensazioni ti regalano, ancora oggi, le tavole del palcoscenico, progetto dopo progetto?

Credo sia la mia vita, in fin dei conti! La mia carriera ha avuto inizio ben trentaquattro anni fa, poco distante da dove sono ora, nella mia Salerno. In un teatro ora chiuso, che a passarci davanti ancora mi regala forti emozioni. Da qui a New York, ho sempre masticato la stessa fisicità e sobrietà nelle espressioni, in tutte le lingue, con lo stesso magnetismo di sempre, con un pubblico sempre pronto a divertirsi, pronto ad accogliere il piacere. Ancora oggi, ti dirò, mi regala emozioni fortissime, proprio come l’ultima performance al Verdi, quella di cui ti parlavo all’inizio. La famiglia presente, il pubblico della mia città, nulla di più bello.

Yari Gugliucci ne “L’ombra di Totò”

Quanto lavoro c’è dietro ogni nuovo ruolo da affrontare?

Un lavoro non da poco, motivo per cui ho scritto un libro, “Manuale dell’attore emotivo”, con prefazione ad opera di Veronica Pivetti, note della Wertmüller, Terry Gilliam e Giancarlo Giannini. Ho assorbito, come potevo, tutto ciò che ho avuto modo di apprendere, negli anni, consapevole che non vi sia nessun metodo, nessuna pozione magica, basta che funzioni, come ha sempre sostenuto Woody Allen. Tutto condensato in questo manuale, caratterizzato dalle mie esperienze personali, senza invenzione alcuna. Ho voluto evidenziare la bellezza di questo lavoro ed il percorso, più che l’arrivo. Non esiste successo, esiste il percorso.

Da qualche tempo sei papà di una splendida bambina. Quanto è cambiata la tua vita da allora e quali maggiori consapevolezze hai raggiunto?

Avevo una sola paura, prima di diventare padre, ossia che mia figlia potesse, un domani, paragonare la mia carriera a quella altrui. Greta è una bambina così intelligente da averci resi subito meno preoccupati di ciò che siamo, rispetto a questo lavoro. Al Verdi, qualche sera fa, ero intento a salutare il pubblico quando lei, dalla loggetta, ha urlato “papà”, proprio nel momento in cui parlavo di tenere a mente quella data, quel preciso istante. Al suo parlare è scattato un forte, doveroso, applauso. Sarò stimolato, grazie a lei, a prendere parte a più film possibili, in modo da poterglieli mostrare, un domani.

Viviamo in una società sempre più difficile, caratterizzata da cambiamenti continui, non sempre positivi. Yari Gugliucci quali valori cercherai di trasmettere, un domani, a tua figlia affinché possa affrontare al meglio la sua vita?

Bella domanda! La società è in continuo cambiamento, è vero, motivo per cui con la mia compagna ci chiediamo spesso come andrà, se anche il clima subirà dei cambiamenti e tanto altro. Ti sembrerà strano ma, quando Greta ci guarda, ho la sensazione che la sua strada la sceglierà da sola, in totale autonomia. La posizionerò sulle mie gambe, dinanzi a dei tramonti e delle albe, augurandomi che la vita con lei sia gentile.

Su Alessia Giallonardo

Nasco a Benevento, nel 1986. testarda a più non posso, perché Toro. Amo la fotografia sin da quando ero piccola e devo questa passione a mio padre. Stesso discorso per la scrittura, per ogni singola sfumatura di un racconto, di un vissuto, di uno storico incontro.

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