Piero Mazzocchetti
Piero Mazzocchetti

Piero Mazzocchetti: ho amato questo mestiere sin da bambino

Un sentimento forte, quello che lega Piero Mazzocchetti alla musica, al suo amato canto. Lo ricordiamo in molti al suo primo Festival di Sanremo, nel lontano 2007, dove arrivò tra i primi tre con “Schiavo d’amore”.

Un futuro in crescendo, il suo, sempre ricco di progetti, di emozioni, di amore paterno. Vi lasciamo a questa intervista, alle emozioni legate anche alla partecipazione al Minturno Musica Estate 2022 e alla sua amata Accademia, la Crossover Academy.

Benvenuto su La Gazzetta dello Spettacolo, Piero Mazzocchetti. Come stai?

Al momento con il Covid19, purtroppo. Ho vissuto dei giorni “doloranti” ma, per ora, sto bene, per fortuna. Siamo ripartiti, sia in Italia che all’estero, e sono felice così.

Da sempre innamorato della musica, del bel canto, con la tua inconfondibile voce da tenore. Raccontaci con maggiore attenzione come ha preso piede la tua carriera?

Ho cominciato ad avvicinarmi a questo mestiere da bambino, ai tempi in cui ero parte del coro della chiesa. Fui spronato a continuare, ad affrontare un percorso di studi sano, come si usava fare un tempo. Quel tempo in cui si viveva di giochi semplici, di giri in bicicletta, di cose davvero rasserenanti. Diversamente, oggi, mi rendo conto che i giovani vivono “male”, sempre rivolti verso un futuro fittizio, rudimentale, privo quasi di un reale contatto umano.

Se di musica parliamo, quali artisti hanno guidato il tuo percorso artistico e con chi ti piacerebbe duettare, un domani?

Nel mio disco d’oro, “L’eternità”, ho avuto modo di duettare con artisti importanti, come Carreras. Quando viaggio e incontro personaggi davvero noti, quasi sempre, ho la sensazione di vivere la loro normalità, senza rivalità alcuna. Spesso veniamo visti come persone privilegiate, differenti, forse perché viviamo gli agi di questo lavoro. Sarà vero, si, ma la musica non è soltanto questo. Mi piacerebbe poter duettare, con vero piacere, con un artista giovane come Blanco. A Sanremo, insieme a Mahmood, ha portato un pezzo davvero interessante.

Il 2007 ti ha regalato un terzo posto al Festival di Sanremo con la canzone, “Schiavo d’amore”. Che ricordo hai di quella esperienza?

Sanremo, Bocelli insegna nel mio caso, si fa sempre due volte, la prima e l’ultima. Non sono di quegli artisti che va spesso in televisione e, se ci vado, lo faccio per motivi reali, per cantare, per parlare del mio lavoro. Sanremo, si sa, è una vetrina importante, fondamentale nel vissuto di un artista, e sarei davvero felice di poter tornare a calcare quel palco. Il mio Sanremo è legato a Baudo, che tornò a presentarlo proprio nel mio anno, il 2007. Non posso che conservarne un bellissimo ricordo.

Da anni, ormai, hai messo in piedi la Crossover Academy. Cosa cerchi di trasmettere ai tuoi allievi?

Cerco di trasmettere loro la giusta passione per questo mestiere, in un reciproco scambio di idee, di opinioni. Cerco di impartire loro un certo impegno, annesso alla giusta dose di studio. Oggi, purtroppo, i ragazzi pretendono di “arrivare” in maniera veloce al loro scopo oppure si sentono, già in età giovane, persi. Non è affatto un bene tutto ciò.

Piero Mazzocchetti ospite della 16ma edizione del Minturno Musica Estate 2022. Quanta emozione c’è nel ritrovare il pubblico e nel prendere, di conseguenza, parte a questo evento?

Per fortuna ho già avuto modo di ritrovare il pubblico, proprio lo scorso anno, tra l’altro. Il fatto di aver preso il Covid19, in questo momento, segna proprio un sinonimo di libertà, di ritrovata normalità, benché pensassi di poterne essere immune, arrivati ormai a questo 2022. Nel fermo forzato di questi giorni, nel mio piccolo, posso dire di avere la fortuna di rinviare dei live e quindi, in tal caso, per me l’estate proseguirà ancora un po’.

Da qualche tempo, ormai, sei un papà felice. A quale futuro auspichi per il bene di tuo figlio?

La sfortuna più grande di un figlio, oggi, è l’avere dei genitori che proiettano le loro sventure su di essi. Penso che sia giusto, in questo preciso momento storico, orientare i nostri figli verso un futuro che possa essere scelto da loro stessi, senza aver paura di farli cadere.

Chi è Piero Mazzocchetti nella vita di tutti i giorni?

Amo la natura, il mio giardino, tagliare la legna tra le montagne abruzzesi, quando mi è possibile. Amo molto anche stare in casa, stare in pigiama a guardare un film con mio figlio, cose a cui un tempo ho dovuto rinunciare. Alla mia età sento di essere un ragazzino che, a suo modo, vorrebbe tornare a giocare, serenamente, finché, con il mio lavoro, avrò modo di divertirmi.

Cosa puoi anticiparci sul tuo futuro artistico?

Sto lavorando ad un progetto internazionale che mi porterà in Canada, Russia e in altri luoghi importanti. Si ripartirà alla grande, dunque, sia con i live che con il teatro, omaggiando anche Ennio Morricone. Non ultima la mia Accademia che, a suo modo, mi regala soddisfazioni davvero enormi.

Su Alessia Giallonardo

Nasco a Benevento, nel 1986. testarda a più non posso, perché Toro. Amo la fotografia sin da quando ero piccola e devo questa passione a mio padre. Stesso discorso per la scrittura, per ogni singola sfumatura di un racconto, di un vissuto, di uno storico incontro.

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