Kicco Careddu
Kicco Careddu

Kicco Careddu: la musica è la mia strada

Un percorso in musica, per il batterista Kicco Careddu, che ha avuto ancora più luce tra i banchi del programma di Maria De Filippi, ai tempi semplicemente chiamato, “Saranno Famosi”.

Dopo la partecipazione al programma, Kicco ha modo di mettere in piedi gli Audiomagazine, insieme all’amico Andrea Cardillo, conosciuto proprio all’interno del contenitore di talenti targato Mediaset. Oggi, Careddu, è un musicista appagato ed un papà felice e ci parla del suo vissuto, di questi suoi anni felici.

Benvenuto su La Gazzetta dello Spettacolo, Kicco Careddu. Come stai?

Saluto tutti e vi ringrazio per l’accoglienza su queste vostre pagine. Il mio vissuto procede bene, benché sia impegnativo sia a livello personale, avendo due meravigliose principesse, che a livello professionale per via del lavoro intenso che mi accompagna. Il periodo del Covid19 ci ha limitato molto ma siamo ripartiti, finalmente, e alla grande e di questo ne sono felice. Sono ripartito anche a livello mentale, per fortuna, realizzando idee e quanto altro di simile, di importante per la mia vita. Non ho alcuna intenzione di fermarmi!

Il pubblico, anni fa, ha avuto modo di conoscerti, televisivamente parlando, in “Saranno Famosi”, divenuto poi Amici di Maria De Filippi. Che ricordo hai di quella esperienza?

All’epoca passava in televisione un casting rivolto a cantanti, ballerini, presentatori e musicisti. Mi presentai proprio per il settore legato alla musica. Il provino andò bene ed entrai a far parte del programma. La consapevolezza più grande, ti dirò, risiede nel comprendere che si tratta di un mondo che può piacerti o meno. Se non piace, meglio cambiar strada, semplicemente. Mi ha regalato, a suo modo, una seconda consapevolezza, quella di poter comprendere che volevo essere proprio un musicista. Tutto ciò che riguardava quella trasmissione, invece, non era affatto parte delle mie corde. Non si tratta di critica, bensì di una semplice consapevolezza legata a quel periodo. Suonare è di certo la mia strada, diversamente tutto il resto, un semplice contorno che non è per niente affine alle mie corde.

Come sei approdato all’interno del programma, a suo tempo, e quali consapevolezze ti ha regalato quella esperienza?

Ricordo che avevo vent’anni ed ora ne ho praticamente il doppio (ride). Ne conservo un bellissimo ricordo, in un tempo in cui tutto sembrava grande, importante. L’ho però vissuta come un qualcosa di piacevole e non come un vero e proprio trampolino di lancio. Un percorso ricco di esperienze che mi ha segnato in bene, sicuramente.

Oggi sei parte integrante degli “Audiomagazine”, capitanati da Andrea Cardillo, conosciuto proprio durante “Saranno Famosi”. Come ha avuto vita il gruppo e quali progetti portate avanti?

Gli Audiomagazine nascondo ben vent’anni fa, grazie anche all’incontro con Andrea Cardillo. Dico “anche” perché alcuni musicisti erano già con me in una precedente band e, solo successivamente, abbiamo dato vita alla reale formazione degli Audiomagazine. Andrea, nel 2003, cercava un gruppo che lo accompagnasse per il tour promozionale di “Ma dai”, divenuto poi disco d’oro, e mi contattò per dare vita ad un vero e proprio gruppo. In tale occasione chiamai con noi proprio Francesco Carusi, Enrico Sotgiu, Vittorio Longobardi e Lamine M’Baye, formazione da sempre originaria, cosa di cui sono estremamente orgoglioso. Dopo il tour Andrea decise di continuare un percorso parallelo con noi, nonostante avesse altri impegni discografici. Siamo una reale cover band che, dal 2011, porta in giro anche brani propri, originali, che ci hanno permesso, qualche anno fa, di poter realizzare un nostro disco. In futuro, semplicemente, ci auguriamo di poter continuare a portare in giro la nostra musica, grazie al nostro pubblico, al loro genuino e costante supporto.

Una vita, la tua, in musica e per la musica. A chi o cosa devi questa grande passione?

Si, la mia vita è sempre stata costellata dalla musica. Devo questa forte passione a mio padre, così come gli devo la mia prima batteria. Ricordo che la ereditai a soli dodici anni e, ancora oggi, è in mio possesso. Ho sempre vissuto per la musica, tra i musicisti. Non potevo seguire altra direzione possibile. Ho avuto, inoltre, il piacere di suonare con artisti noti, come: Califano, Morselli, Vessicchio e molti altri. La musica è davvero la mia vita, non ho alcun dubbio a riguardo.

Chi è Kicco Careddu nella vita di tutti i giorni?

Oggi sono di certo un uomo impegnato, sia dal punto di vista professionale che dal punto di vista personale, familiare. La famiglia è energia vitale per me, qualcosa a cui non rinuncerei mai.

Doveva andare proprio così la tua vita Kicco Careddu?

Sicuramente avrei potuto fare di più, guardandomi indietro. Sono, ad ogni modo, concentrato sul futuro, prima di tutto, su ciò che accadrà di bello. Aspetto soltanto questo!

Cosa ti auguri di poter concretizzare in futuro?

Il mio augurio per il futuro, visti i tempi e ciò che sta accadendo ora, risiede nel poter concretizzare ciò che voglio poter davvero realizzare. Innegabile, quindi, la voglia di riuscire a sfondare, di portare questa mia passione al massimo, ai vertici più alti. L’impegno c’è, la voglia anche. Vi ringrazio per l’attenzione e vi abbraccio tutti.

Su Alessia Giallonardo

Nasco a Benevento, nel 1986. testarda a più non posso, perché Toro. Amo la fotografia sin da quando ero piccola e devo questa passione a mio padre. Stesso discorso per la scrittura, per ogni singola sfumatura di un racconto, di un vissuto, di uno storico incontro.

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