La scoperta del Ramie per Balossa
La moda più bella, fantasiosa, innovativa è fatta da artisti e che, come diceva Picasso, l’artista è un bambino e quel bambino diventa magicamente uno stilista capace di giocare con l’ispirazione rubata alla vita, ai ricordi, agli studi e con le sperimentazioni più contemporanee, grazie alla poesia, che genera disegni per prodotti del futuro.
E Indra Kaffemanaite usa l’abbigliamento come strumento attraverso il quale si definiscono donne e uomini, ma lo usa rielaborando il concetto come solo sa fare lei, in maniera concettuale e poetica, lieve e gentile, per dare armonia e bellezza all’asimmetria affascinante di nuove regole per forme e proporzioni.
Una regola, per Indra Kaffemanaite, per definire quello che è il tema portante di Balossa, dove le regole sono dettate tra fantasia e realtà, creature che si presentano in un linguaggio apparentemente incomprensibile, trascinando lo spettatore in una magia, un mondo popolato da donne, che partono dal soggetto che più maschile non esiste, la camicia bianca, in una storia – ogni collezione è una storia affascinante – raccontata mixando fantasia e realtà, un totale cortocircuito di un linguaggio apparentemente incomprensibile ma la stilista, per la collezione SS 2018 di Balossa, lo rende comprensibile, il tema di lettura che parte dalla semplice camicia bianca creando eleganza e raffinatezza, formulando suggerimenti affascinanti, esortando lo spettatore a lasciarsi andare, rompendo le regole, dissacrandole.
L’ossessione per il bianco che si sposa – in armonia – al nero, il beige, il rosa antico, il rosa e il giallo, proposte romantiche e molto soft, su tessuti di puro cotone, organza, georgette, lino e popeline elasticizzato riproponendo il magico Ramie, un tessuto di origine completamente naturale simile al lino, ricavato dalla corteccia della pianta Boehmeria della famiglia delle Urticacee, coltivata soprattutto in Cina, Brasile, Indonesia e Filippine, che, miscelata al cotone ne aumenta la forza e la capacità di assorbimento.
I suoi sono messaggi che manda con ironia, di colletti e fiocchi, lacci, cinture e bustier che sembrano fiori, schiene opulente per esili busti, la camicia sottile che diventa capospalla, sperimentazione per una armonia fatta di equilibri progettuali ed emotivi, ricordi di cose viste, studiate, forse sognate, elementi che creano una trama nell’abbinamento apparentemente impossibile di lacci, jabot, drappeggi, mantelle, bustier…
L’eccentricità che significa libertà di una donna che usa l’indumento maschile dissacrandolo, per essere finalmente protagonista della sua vita, mixando folk e sensualità, la morbidezza di tessuti ammiccanti per le forme più maschili, Indra non vuole vedere frontiere tra uomini e donne, il suo è un preciso messaggio di forme, nuvole di organza che sovrappone senza mai appesantire, scopre il tenero rosa, femminilissimo e sorprendente nel rigore della camicia maschile, arrivando ad uno stile preciso, un fine lavoro di cesello sempre partendo dalla camicia da uomo, usando il bianco come colore, ed infine, come sempre, creando la camicia “gioiello” che appare come un romanzo incantato sullo sfondo di una donna vera, viva nei colori, densa di significati, piena di ricordi, forse di sogni.