A tu per tu con Mirea Flavia Stellato, al cinema con Una Festa Esagerata
Incontriamo oggi a distanza di due anni, una promessa del cinema italiano: Mirea Flavia Stellato. All’epoca si definì come una “vice-apprendista-aiutante-giornalista” e si era appena affacciata al mondo del cinema con “Se mi lasci non vale“.
Oggi la incontriamo dopo le esperienze teatrali ed in un nuovo ruolo cinematografico, accanto a Vincenzo Salemme nella divertente commedia tratta dallo spettacolo teatrale “Una festa esagerata“.
Bentornata su La Gazzetta dello Spettacolo, Mirea Flavia Stellato. Interpreti la figlia di Vincenzo Salemme nel film “Una festa esagerata”. Cosa ti ha lasciato questa esperienza?
Grazie! Personalmente mi sono divertita tantissimo, ma non voglio dire cose scontate e quindi preferisco parlare di Vincenzo, che mi ha dato una grande opportunità soprattutto confermandomi nel ruolo di figlia (come al teatro). Per me è stato ed è un grande orgoglio. Come esperienza, mi ha sicuramente divertita, dovendo interpretare una ragazza abbastanza “scostumata” e quindi che va a ruota libera.
Come potrei essere diversamente avendomi fatto una torta a 18 piani, ben 12 Kg di olive e soprattutto con in regalo una macchina. Tutto ruota intorno alla mia festa nel film e seppur posso sembrare un docile agnellino, alla fine mi trasformo in una sorta di Grinch.
Nel film interpreti una ragazza, specchio della società moderna un po’ viziata. Pensi che trattare in modo ironico questo tema, sensibilizzi un po’ i genitori troppo permissivi?
Penso proprio di si! E me ne rendo conto perché anche io faccio parte del gruppo dei nativi digitali e vedo come osserviamo la società. Nel film c’è il personaggio del mio fidanzato, Bebè (interpretato da Andrea Di Maria), che è un esempio della società, stando sempre al cellulare a fare le Instagram Stories. I giovani, a volte, sembra che vengano completamente condizionati sin dalla nascita a gestire la tecnologia, ma senza prendere consapevolezza che a volte, si viene strumentalizzati da questi mezzi. Per i genitori è un atto di coscienza mostrarne l’utilizzo…
Se ti dicessi teatro o cinema, cosa sceglieresti?
Non posso rispondere a questa domanda. Il teatro è un “mostro sacro” per l’arte, ed io ho, non avendo mai fatto nulla come attrice prima del teatro, ho avuto proprio la possibilità di cominciare con Vincenzo Salemme.
Nel teatro costruisci la storia con i tuoi compagni e la vivi… provi le emozioni vere. Al cinema c’è bisogno della stessa intensità, ma costruendo la storia… più come un puzzle! Questo perchè non si registra in ordine cronologico.
La cosa difficile del cinema è che il personaggio e la sua intensità, possono perdersi nel ripetere una scena.
Cosa è cambiato nella tua vita da quando ti definivi una “vice-apprendista-aiutante-giornalista”?
Ora mi definisco vice-apprendista-aiutante-attrice (ride). Ovviamente sono sempre una giornalista iscritta regolarmente all’Albo e continuo in quella che chiamo “gavetta” interrompendola a tratti per seguire l’attività di attrice.
E allora qual è il tuo sogno come attrice?
Il sogno come attrice non saprei dirlo, però ti posso raccontare del mio sogno in generale, che si rifà ad una frase che Vincenzo Salemme utilizza come chiusura degli spettacoli: “Non abbiate paura della felicita”.
Essere felici sembra essere ormai una cosa scontata, invece non è proprio così. Non ci vuole superficialità, anzi, ci vuole coraggio di essere felici… Sembra addirittura che a volte ci sentiamo in colpa quando proviamo felicità e invece è un modo di essere e la sfida con con noi stessi.
Come ti immagini tra 10 anni?
Ma se io non immagino come sarò domani (ride). Seriamente, spero solo di essere serena ed appagata con me stessa. Vorrei sentirmi realizzata.
Il nostro in bocca al lupo a Mirea, che con la sua grinta, sicuramente riuscirà a raggiungere tutti i suoi obiettivi, oltre che a tutta la squadra di Una Festa Esagerata, che vi aspetta al cinema!