Una panchina bianca che tale resterà, nessuna verniciatura di rosso… è questo è l’auspicio che lo scorso 25 novembre, giornata dedicata all’eliminazione della violenza contro le donne, si è espresso presso la Camera di Commercio di Napoli, dove si è svolta una conferenza di grande interesse dal titolo: “Violenza? Perchè?”, un incontro dibattito per sostenere la lotta contro il femminicidio.
All’iniziativa hanno partecipato il Presidente della Camera di Commercio Ciro Fiola con i suoi saluti, la Presidente Comitato per la Promozione della Imprenditorialità Femminile Stefania Brancaccio, la Vice Presidente della Camera di Commercio Liliana Langella, Pierluigi Izzo (Andrologo), Raffaella Bozzaotra ( Presidente dell’Ordine degli Psicologi) Raffaello Falcone (Magistrato) e Dario Del Porto (Moderatore).
Una data per riflettere quella del 25 novembre, una “ricorrenza” istituita dall’Onu in ricordo delle sorelle Mirabal, attiviste politiche della Repubblica Dominicana uccise brutalmente nel 1960 proprio in questo giorno.
Vari sono stati punti fondamentali toccati nel corso della mattinata per tentare di capire ed arginare il motivo per il quale accadono questi crimini così mostruosi ed ingiustificabili ad opera di mano familiare, ad opera di persone che si definivano care.
Importante iniziativa, sottolineata dalla Presidente Brancaccio, è quella realtiva a delle norme che qualsiasi azienda potrebbe adottare, inserendola nel proprio contratto di lavoro, ovvero che chiunque si macchi di un atto di violenza fisica e verbale che possa ledere un/una collega è passibile di licenziamento in tronco. Un’iniziativa da non sottovalutare essendo veramente tantissimi i casi di molestie all’interno dell’ambito lavorativo.
Secondo una stima, circa il 35% delle donne nel mondo ha subito violenza almeno una volta nella vita, il dato è davvero impressionante, indica infatti che circa una donna su tre nel mondo ha subito violenza.
I fattori di rischio che possono contribuire a rendere un uomo violento possono essere svariati tra questi:
- Uno scarso livello di istruzione e di educazione.
- Disparità di genere.
- Avere subito violenza da bambino.
- Abuso di alcool o inclinazione al gioco e scommesse.
- Accettazione della violenza come un fatto culturale
- L’avere assistito a scene di violenza familiare.
Cosa si può fare per aiutare le donne vittime di violenza? Tante sarebbero le cose da fare, le più importanti sono legate alla NON indifferenza: ascoltare, sollecitare alla denunzia, nei limiti del possibile aiutare con l’accoglienza ed un aiuto economico che è tra le prime cause che porta all’accettazione degli stati di prostrazione, in quanto il più delle volte non si ha un autonomia che possa permettere una gestione di se stesse e dei propri figli.
La cosa che lascia molto perplessi e che non depone a favore di un miglioramento di pensiero affinché si ponga termine alle violenze, è stato un sondaggio “choc” dell’Istat per il Dipartimento pari Opportunità: quasi un italiano su quattro pensa che le donne possono provocare la violenza sessuale con il modo di vestire. Per il 15% chi subisce uno stupro sotto l’effetto di droga o alcol ne è in parte responsabile. Per 4 su 10, se davvero non acconsente, una donna è in grado di sottrarsi a un rapporto sessuale. Il 13% considera normale che nel rapporto di coppia volino schiaffi: “ogni tanto” (6,2) o perché lei ha “civettato” con un altro (7,4). Il 17,7% delle donne non obietta che talvolta l’uomo le controlli il cellullare. Le donne campane e abruzzesi si dicono abbastanza d’accordo sulle violenze indotte dal modo di vestire e che per l’uomo più che per la donna sia molto importante avere successo nel lavoro..
Tante sarebbero le cose da fare, un lavoro minuzioso e capillare sulla cultura e sull’educazione ma tra queste con tutta probabilità quella fondamentale è la denunzia con conseguente arresto del colpevole… il quale non dovrebbe avere mai più opportunità di uscire dalla galera…