Grazia Schiavo
Grazia Schiavo

Grazia Schiavo: Immaginaria, magnifica rivoluzione

Incontriamo Grazia Schiavo, da sempre apprezzata attrice, anch’essa legata all’occasione di Immaginaria, il festival che porta in auge l’essere donna, il poter vivere la propria sessualità e amore per il cinema, per la regia.

Benvenuta su La Gazzetta dello Spettacolo, Grazia Schiavo. Immaginaria ti vedrà nelle vesti di giurata, da questo 9 maggio, per questa diciannovesima edizione. Quali sensazioni a riguardo?

Le sensazioni sono già di per sé positive. Ho visto tutti i lavori in concorso e ciò che più sto amando è lo spirito della manifestazione, così ribelle, rivoluzionario, magnifico. Qualcosa di davvero contagioso. Mi sento un’attrice guerriera con la stessa capacità di lottare per i propri sogni ed un festival del genere, che ha fatto della sua bandiera la voglia di cambiare le cose, è davvero qualcosa di importante. La voglia di cercare altrove una realtà che non ti corrisponde, quando in casa non trovi la risposta, riscontrando negli altro qualcosa di simile a te è davvero molto bello. Ritrovo, inoltre, molta unicità in ciò che accade in questo festival, per il festival, anche perché tutto ciò è arte.

Un connubio, appunto, tra arte e diritti che è più che giusto che possano compiere il loro percorso. A tuo avviso, Grazia Schiavo, quanto ancora c’è da fare affinché ogni persona possa vivere il proprio percorso, senza intralcio alcuno?

C’è tanto da fare perché, purtroppo, ancora non è possibile poter vivere ciò che si vuole. Si parla ancora di diversità, di qualcosa di minore, ma non è affatto giusto, non solo nel nostro ambiente, lavorativamente parlando, ma proprio in generale. Un muro da abbattere ed il potere di realizzare dei progetti che possano parlare. L’arte, in questo, può fare tanto, può lanciare un forte messaggio, operando.. Alcune volte sembra di dover tornare indietro, di dover recuperare cose per cui si è già lottato..

La tua è una carriera ricca di esperienze ma, a tuo parere, cosa manca ancora a questo tuo percorso artistico?

Forse manca proprio la possibilità di poter avere i propri diritti, di riscoprire la propria essenza più vera e crederci. Riconosco anch’io di aver indossato delle maschere nel mio percorso per paura, per insicurezza, con il nostro bagaglio di fragilità. Non sempre riusciamo a portare questa fragilità in maniera da darle una dignità artistica, cosa che dipende anche dai contenuti. Un’urgenza, oggi, specie dopo aver studiato psicologia ed essere diventata councelor. Oggi penso di poter dire la mia, di poter percorrere una strada più che interessante..

Mi parlavi di un percorso legato a studi psicologici e, a tal proposito, cosa ne pensi del nostro quotidiano, di questo vissuto poco reale che ci accompagna, quasi privo di valori?

È vero e la penso come Bauman. Viviamo una società liquida dove i rapporti sono falsati e non sappiamo più gestire le frustrazione e l’unico obiettivo che abbiamo è il successo. Qualcosa che non ci conferisce verità e potere perché non sentiamo nel vero sentire e vivere con i piedi per terra. Cerchiamo cose che ci vengono suggerite ma ci sarebbe bisogno di tornare alla semplicità, a sentirle davvero le cose, senza essere sempre bombardati da messaggi tecnologici. Siamo universi speciali, dovremmo soltanto ritrovarci, riconoscerci di più..

Senza dare nulla per scontato

No, esatto! E non lasciarsi travolgere perché c’è una parte di mondo che in qualche modo sembra quasi essere portata a fare un lavaggio del cervello, spostandoci da noi stessi.

Quanto sei cambiata da quelli che sono stati i tuoi inizi, Grazia Schiavo?

Tanto! Tanto perché forse una cifra che mi ha accompagnata per tanto tempo è stata quella della paura, che ho sempre avvertito. E quando hai paura e non ne sei realmente consapevole non hai nemmeno reali strumenti per affrontarla. Ecco perché parlo di un sentire, di qualcosa che non ti abbandona mai del tutto. Questo è cambiato ma non è una cosa di cui vergognarsi, bensì da accogliere nel proprio lavoro e magari potrà essere utile a chi, come me, prova la stessa emozione.

Posso chiederti qualche piccola anticipazione legata al tuo futuro artistico?

Ho da poco terminato le riprese di un nuovo film di Ivano De Matteo, “Una figlia”. Felice di questa collaborazione perché con lui ho girato anche “Gli Equilibristi”, nel 2012, ed è un regista che adoro. Ho anche preso parte ad un’opera prima di Mimmo Verdesca, “Per il mio bene”. Una storia potente, drammatica, ed ho anche in piedi uno spettacolo teatrale che il prossimo anno sarà in scena. Sto anche scrivendo qualcosa di mio e spero di poterlo concludere al più presto.

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