Francesco Fiumarella
Francesco Fiumarella

Cinema classico Vs Futurista: il punto di vista di Fiumarella

Incontriamo Francesco Fiumarella (direttore del “Premio Vincenzo Crocitti International-Vince Award”) per una riflessione approfondita sul tema cinema classico in confronto al cinema Futurista.

Una riflessione basata sull’utilizzo delle nuove tecnologie nel Cinema e sulle differenze conseguenziali rispetto allo stile classico.

Bentornato su La Gazzetta dello Spettacolo a Francesco Fiumarella. L’Avvento delle Nuove Tecnologie nel cinema come è vissuto?

L’introduzione di tecnologie avanzate, quali la CGI (Computer-Generated Imagery), il motion capture, e le riprese in 3D, abbia rivoluzionato la produzione cinematografica. Queste innovazioni hanno ampliato le possibilità creative, permettendo la realizzazione di mondi immaginari e sequenze spettacolari che sarebbero state impensabili con i mezzi tradizionali. Film come “Avatar” di James Cameron o “The Avengers” della Marvel rappresentano esempi emblematici di questa tendenza, dove l’uso della tecnologia non è solo un supporto narrativo ma diventa il fulcro stesso della narrazione visiva.

Come pensa l’esperienza dello Spettatore?

Le nuove tecnologie abbiano modificato anche l’esperienza del pubblico. La visione di un film in 3D, con effetti speciali avvolgenti e audio surround, crea un’immersione totale che coinvolge sensorialmente lo spettatore. Tuttavia, egli solleva la questione se questa immersione tecnologica possa talvolta compromettere la profondità emotiva e narrativa dei film, riducendo il coinvolgimento intellettuale a favore di un’esperienza più immediata e sensoriale.

Stile Classico rispetto a Stile Futurista secondo lei?

Nel confronto con il cinema classico, si mettono in luce alcune differenze sostanziali. Il cinema tradizionale, basato su tecniche di ripresa analogiche e su un montaggio manuale, valorizza spesso la narrazione, l’interpretazione attoriale e la costruzione meticolosa delle scene. Registi come Alfred Hitchcock o Federico Fellini hanno creato opere iconiche utilizzando strumenti limitati ma con una grande attenzione al dettaglio e alla profondità dei personaggi.

Riconosco il valore delle tecniche classiche, che richiedono una maestria artigianale e una visione artistica che talvolta sembra diluirsi nell’era digitale. Egli non disdegna le nuove tecnologie, come l’utilizzo di smartphone (sempre più utilizzati per girare dai corti ai lungometraggi) ma invita a un uso equilibrato, dove l’innovazione tecnica non sovrasti la qualità narrativa e l’espressione artistica e soprattutto che la forza lavoro non venga esclusa, in quanto per la realizzazione di un progetto cinematografico ogni addetto ai lavori ha delle mansioni e specializzazioni per garantire la lavorazione di un film, ogni maestranza è necessaria e il futuro potrebbe danneggiare e ridurre la forza lavoro.

Parliamo di streaming e piattaforme. Qual è il suo punto di vista?

Lo streaming ha rivoluzionato l’accesso ai contenuti cinematografici, rendendo film e serie TV disponibili in qualsiasi momento e luogo, grazie a piattaforme come Netflix, Amazon Prime, VideoDisney+ e ulteriori piattaforme disponibili. Questa accessibilità ha modificato radicalmente le abitudini di consumo, portando molti spettatori a preferire la comodità della visione domestica rispetto all’esperienza in sala.

Lo streaming ha democratizzato l’accesso al cinema, permettendo a una vasta platea di fruire di contenuti che altrimenti sarebbero stati difficilmente accessibili. Tuttavia, questa rivoluzione ha anche delle controindicazioni significative soprattutto riguardante il calcolo dei compensi per gli Attori e le Attrici. Ritengo giusto che vi sia la volontà dei lavoratori di ottenere il compenso adeguato e proporzionato al lavoro svolto, spettante per legge e previsto dalla normativa europea e nazionale.

Il declino del cinema nelle sale è ormai un dato di fatto?

Una delle preoccupazioni principali riguarda il declino delle sale cinematografiche. Egli sostiene che la visione di un film al cinema offre un’esperienza unica e insostituibile, caratterizzata da un’immersione totale nel mondo narrativo e da una fruizione collettiva che amplifica le emozioni condivise. Il grande schermo, l’audio surround e l’attenzione concentrata sono elementi che difficilmente possono essere replicati a casa.

Voglio mettere in guardia contro il rischio che il cinema, inteso come luogo fisico, possa diventare un’esperienza sempre più rara e marginale. La chiusura di molte sale storiche, accentuata dalla pandemia, è un segnale preoccupante che potrebbe portare a una perdita culturale significativa.

Si enfatizza l’importanza dell’esperienza cinematografica in sala, non solo come occasione di intrattenimento, ma anche come momento di arricchimento culturale e sociale. La visione collettiva di un film può generare dibattiti, riflessioni e una connessione emotiva tra gli spettatori che lo streaming, con la sua natura individuale e spesso frammentata, non è in grado di offrire.

Egli sottolinea che la visione domestica spesso avviene in un contesto di distrazioni, dove l’attenzione può essere facilmente interrotta da notifiche, pause e multitasking, riducendo così l’impatto emotivo e cognitivo del film.

Ci sono scenari nuovi ed equilibri possibili in queste condizioni?

Nonostante le criticità evidenziate, Fiumarella non è contrario allo streaming per principio. Egli riconosce i vantaggi di questa modalità, soprattutto in termini di accessibilità e varietà di offerta. Tuttavia, auspica un equilibrio tra fruizione domestica e visione in sala. Secondo lui, le sale cinematografiche dovrebbero reinventarsi, offrendo esperienze sempre più coinvolgenti e di alta qualità per attrarre nuovamente il pubblico.

Fiumarella invita anche le piattaforme di streaming a sostenere il cinema tradizionale, magari attraverso la produzione di film destinati alla proiezione in sala prima di essere resi disponibili online. Questa sinergia potrebbe aiutare a mantenere vivo il fascino del grande schermo, garantendo al contempo la diffusione dei contenuti.

In conclusione, ci sembra capire che Francesco Fiumarella offre una visione critica ma costruttiva del rapporto tra streaming e cinema tradizionale. Egli mette in guardia contro i rischi di un’esclusiva dipendenza dalla visione domestica, sottolineando l’importanza di preservare l’esperienza cinematografica in sala. Solo attraverso un approccio equilibrato, che valorizzi entrambi i modelli di fruizione, sarà possibile garantire un futuro vibrante e inclusivo per l’arte cinematografica. Francesco Fiumarella auspica un futuro cinematografico dove le nuove tecnologie e lo stile classico possano coesistere in armonia. Egli vede nella combinazione di tecniche digitali e approcci tradizionali una possibilità per arricchire il linguaggio cinematografico, mantenendo viva l’arte della narrazione e dell’interpretazione. Fiumarella invita registi e produttori a considerare le tecnologie come strumenti al servizio della creatività e non fini a se stessi, promuovendo un cinema che sia innovativo ma anche profondamente umano.

La visione di Fiumarella offre una prospettiva critica e costruttiva sul futuro del cinema, incoraggiando un dialogo tra passato e presente che può portare a nuove forme di espressione artistica.

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