Incontriamo Barbara Foria, tra le protagoniste del film “Il mio regno per una farfalla“, di Sergio Assisi, dove per la prima volta sul set… diventa cattiva.
Consci della sua poliedrica natura artistica che più conosciamo nella verve comica, Barbara ci racconta quello che è stata la sua esperienza sul set.
Benvenuta Barbara Foria su La Gazzetta dello Spettacolo. Nel film troviamo un mondo fatto di bontemponi che non hanno voglia di prendersi le proprie responsabilità, e nella vita reale come si vive tutto ciò?
Io pensavo parlassi di me… anche io voglio fare questa vita! Ma la verità è che il protagonista è proprio Sergio della vita reale! (ndr ride)
Scherzi a parte, possiamo dire che ormai le generazioni sono veramente queste, si può dire che verso i 50 arriva “la seconda vita”, che può essere luminosa come “la prima vita”, non bisogna dettarsi regole. Tornando al film, da regista e attore Sergio si è cucito un ruolo addosso portandolo avanti alla perfezione.
Quindi confermi che il film rispecchia una espressione sociale veritiera e non è semplice messa in scena.
Certamente, penso che “Il mio regno per una farfalla” rispecchi tantissimi uomini che si ritroveranno nel personaggio di Sasà (Sergio Assisi): eterno Peter Pan, amante delle donne e della vita, oltre che dei soldi! Oggi con i social tutto questo è portato ancor più all’esasperazione.
Andiamo al tuo ruolo: interpreti un personaggio cattivo per la prima volta sul grande schermo…
La mia prima volta da cattiva… hai specificato bene: al cinema! Sergio senza volerlo ha dato sfogo a tutto quello che avevo dentro da tirare fuori. Mi sono sentita come una bottiglia di champagne gran riserva, che finalmente è stata stappata. Avevo questo desiderio, e seppur si tratta di un personaggio cattivo, ovviamente siamo in un contesto di commedia brillante, ma mi è stato detto che probabilmente dopo questo ruolo mi faranno realizzare il mio sogno di interpretare un ruolo drammatico. Nel film sicuramente è stata trovata la chiave giusta per esprimere questo mio desiderio, essendo guidata nell’interpretazione di Donna Luisella con consigli di movimento ed espressione per andare sempre più in sottrazione, cosa che mi è piaciuta tanto.
Ti sei sentita modellata in un talento che già c’era quindi.
Ti ringrazio per il complimento, ma sai cosa penso? Che certe volte le cose bisogna vederle più che pensarle o sentirsele dire. Fare un film ti mette sullo schermo dopo che il regista ha osato. E nel mio caso ha osato tanto perché quando poi alle spalle ti senti dire sempre da voci di corridoio: “Quella fa la comica, quella fa la comica“, è stato un chiaro segno di sprono per ruoli diversi.
Per chiudere: una compagnia di pazzi in un’isola meravigliosa che è Ischia… i tuoi ricordi?
Una gita turistica. Volevamo che il set non finisse più ed abbiamo fatto l’ultima cena come fosse la cena del liceo. Sono nati amori umani e di amicizia che ci hanno fatto vivere veramente bene questa esperienza.
Ci diamo appuntamento al prossimo set in chiave drammatica?
Bravo, ti aspetto!