Talentuosa e bellissima Federica Vecchione, giovanissima attrice partenopea che ha all’attivo già molte esperienze artistiche tra le quali “Il mio regno per una farfalla”, il nuovo film di e con Sergio Assisi, che sarà nelle sale italiane a giugno e che vede nel cast, oltre a Federica, anche Gianni Ferreri, Tosca D’Aquino, Federica De Benedittis e Barbara Foria, Benedetto Casillo, Nunzia Schiano e Giobbe Covatta.
Benvenuta sul quotidiano “La Gazzetta dello Spettacolo” a Federica Vecchione, come nasce la sua passione per la recitazione?
La mia passione per la recitazione nasce quando, all’età di cinque anni, ho iniziato a frequentare un corso di teatro per superare la timidezza e per alimentare la mia creatività. Parallelamente allo studio del pianoforte, ho proseguito la mia formazione con una scuola di musical (dove ho studiato anche canto, danza classica, moderna e tip tap) e esibendomi in molti spettacoli ho capito, come per magia, di aver trovato la scintilla che mi avrebbe permesso di sognare in grande.
In seguito a dei provini per diversi progetti cinematografici, ho scoperto l’affascinante e magico mondo del cinema. Ho dunque deciso di iscrivermi al corso di recitazione cinematografica Pm5Lab di Giuseppe Mastrocinque, che attualmente è mio insegnante ed agente, dove approfondisco materie come psico-drammaturgia, regia, dizione, storia del cinema, movimento scenico e tanto altro.
I corsi di recitazione sono parte integrante della mia quotidianità sin da quando ero una bambina, e la mia incessante curiosità e continua voglia di mettermi in gioco confermano la mia passione autentica per il mondo della recitazione.
La coscienza buona di Sergio Assisi nel film… ma nella realtà realmente dispensa consigli saggi?
Si, sono incredibilmente simile al personaggio di “Enza” dal punto di vista caratteriale: entrambe molto serie, diligenti, determinate e perfezioniste.

Sin da quando ero bambina ho sempre distinto i momenti di gioco da quelli di serietà. Sono sempre stata rispettosa delle regole, educata e professionale, infatti in molti mi dicono che sembro più matura rispetto alle mie coetanee. In particolar modo i miei cari ascoltano quotidianamente i miei severi ma giusti consigli e pareri sulle situazioni ordinarie, sarò onesta, a volte non richiesti!
E’ anche protagonista in teatro in un ruolo molto delicato, quello di Simonetta Lamberti… ci trasmetta le sue emozioni.
Il 15 Giugno al Teatro Tram di Napoli andrà in scena “Nel Campo delle Viole” di Diego Sommaripa, in cui io interpreterò la piccola Simonetta Lamberti, uccisa dalla camorra a soli undici anni. È certamente una grande responsabilità interpretare una figura realmente vissuta ed affrontare un tema così delicato, ma non rinuncerò a questa sfida perché le storie come questa non verranno mai raccontate abbastanza. Meritano non solo che qualcuno vi dia voce, ma anche di arrivare a più gente possibile, in modo da aumentare la sensibilità e la consapevolezza riguardo problemi spesso taciuti.
Questo spettacolo però non vuole riepilogare la triste vicenda di Simonetta e delle altre vittime, ma al contrario vedrà i giovani dell’Altrove speranzosi e determinati a ricostruire un futuro florido e sereno per la comunità.
L’arte, la cultura, i valori, l’amore e l’impegno sociale, le uniche armi che conosco.

Potendo scegliere: cinepresa o contatto diretto con il pubblico per Federica Vecchione?
Ultimamente il mio focus è sul mondo del cinema e della TV, ma non faccio fatica ad ammettere che il pensiero di ritornare ad esibirmi a teatro evoca in me emozioni inspiegabili. Il palcoscenico è il luogo in cui, da piccola, ho acquisito sicurezza e fiducia in me stessa, quindi per me è sinonimo di “casa”. Adoro le giornate sul set e il rapporto che si instaura con colleghi e troupe, ma il contatto diretto con il pubblico è impagabile, soprattutto perché a teatro l’attore ha una sola chance per proporre la propria interpretazione a spettatori attenti e riflessivi!
L’arte, la recitazione, come possono fungere da vettore affinché diventino esempio positivo per i giovani?
La recitazione è, a mio parere, il mezzo espressivo più efficace per veicolare messaggi positivi ed incisivi con successo: come avveniva già ai tempi delle tragedie greche, c’è un processo di “catarsi” per cui, dopo la visione di un contenuto audiovisivo o teatrale, ci si sente quasi persone diverse, rigenerate e piene di domande.
L’arte, con le rappresentazioni sempre diverse e personalizzate (dipinti, musica, film, rappresentazioni teatrali, scrittura, poesia) permette l’immedesimazione e il coinvolgimento emotivo in messaggi che sui giornali potrebbero apparire ai più mere parole scritte su carta. Il potere dell’arte è quello di dare voce a ciò che non la ha, di divulgare efficacemente e istantaneamente una “pillola” di consapevolezza, senza mai risultare pesante o mancare di leggerezza, creatività ed intrattenimento.
Inoltre l’arte può anche dare sfogo alla creatività e al talento di molti giovani, costituire un passatempo o un lavoro in grado di distogliere dal rischio di intraprendere strade sbagliate.
C’è un ruolo che le piacerebbe poter interpretare?
Ogni volta che guardo un film o una serie TV immagino come sarebbe stato interpretare un determinato ruolo. Sono molti i ruoli che mi incuriosiscono: quelli drammatici sono la mia comfort zone, in futuro adorerei recitare in una commedia romantica, e guardando “Bridgerton” sogno una serie in costume. In futuro spero di interpretare ruoli in film d’autore come quelli di Paolo Sorrentino.
Al giorno d’oggi mi incuriosirebbe particolarmente recitare in un film horror, probabilmente nel ruolo della vittima che alla fine si salva!

In conclusione, per Federica Vecchione quanto conta l’umiltà in un personaggio pubblico?
Ritengo che l’umiltà debba essere tra i valori fondamentali per chiunque, non solo per i personaggi pubblici. Ammetto che, nel caso di questi ultimi, restare coi piedi per terra e non montarsi la testa potrebbe risultare ancora più difficile, ma allo stesso tempo importante perché si corre il rischio di lasciarsi influenzare dalla fama e dalla notorietà del momento e perdere di vista ciò che è necessario nella vita, sminuire i piccoli e semplici momenti della quotidianità.
È giusto che un artista sia fiero dei risultati dei propri sforzi e del consenso ottenuto dopo tanta fatica, ma non bisogna mai dimenticare la gratitudine nei confronti del pubblico che li ha resi noti.
Nella mia quotidianità spero di essere una persona umile e modesta, e tratto con la stessa educazione ciascuna essere umano con cui io mi relazioni, indipendentemente dalla posizione o da altri fattori.
E noi non possiamo far altro che ringraziare per la disponibilità e grazie soprattutto per la dolcezza e la delicatezza con cui Federica Vecchione si rapporta con il prossimo.
Educazione, garbo e gentilezza sono dei valori che dovrebbero appartenere al quotidiano, essere in ognuno di noi, ed invece sono perle estremamente rare… ma posso asserire con assoluta certezza che il garbo che contraddistingue Federica è fuori dal comune, una qualità che va a pari passo con la sua bellezza e con la sua bravura che, siamo certi, la porterà a realizzare i suoi sogni ed i suoi futuri progetti.