Presso lo stand della Fondazione Ente dello Spettacolo all’Hotel Excelsior del Lido di Venezia, sarà presentata la nuova serie di Bianco e Nero, storico quadrimestrale del Centro Sperimentale di Cinematografia, con un nuovo direttore, Alberto Crespi, un nuovo approccio critico e una nuova veste grafica.
La rivista Bianco e Nero rappresenta nel panorama nazionale ed internazionale un esempio di longevità. Nata nel 1937 come organo del Csc, è rimasta negli anni la testata più nota e più prestigiosa fra le pubblicazioni periodiche sul cinema. Con la nuova gestione il periodico propone teorie sensibili alla crossmedialità, alla iterazione di molteplici linguaggi eterogenei (cinema, televisione, internet, twitter…) per riflettere sulle nuove modalità produttive ed espressive (le web series in primis) con un bacino d’utenza ancora tutto da studiare e scoprire.
A proposito della nuova avventura che parte oggi Gabriele Antinolfi, direttore Editoria del CSC, dichiara: «Il presidente Stefano Rulli, il consigliere delegato all’editoria Aldo Grasso e i consiglieri di amministrazione hanno voluto il nuovo direttore Alberto Crespi, coadiuvato nella ricerca di un nuovo approccio da Mariapia Comand, Gianni Canova, Roy Menarini, Massimo Scaglioni, Leonardo Quaresima, Domenico Monetti e Nicola Lusuardi, e procedendo quindi a un inedito restyling della rivista».
Alberto Crespi, nell’editoriale del numero presentato a Venezia, delinea la nuova linea editoriale e le sue motivazioni: «La riflessione è compito nostro: critici, studiosi, intellettuali, insegnanti. Funzionerà se riusciremo a ritrovare un contatto diretto con i cineasti di oggi e di domani. Per questo è importante segnalare, in questo numero, la “lettera d’amore” di Vincenzo Marra indirizzata a Le mani sulla città: altri registi verranno coinvolti in futuro, assieme agli studenti che al Csc lavorano per il cinema dei prossimi centodiciotto anni.
Così come è fondamentale la presenza in Bianco e Nero di una sezione dedicata all’attività didattica del CSC, e in futuro delle principali scuole di cinema internazionali, e di studi sulla serialità televisiva e transmediale, un mondo espressivo e produttivo nel quale molti dei suddetti studenti cercheranno e (auspicabilmente) troveranno lavoro. Sul rapporto con le istituzioni, faremo la nostra parte. Il Csc l’ha fatta molte volte, nel corso della sua lunga storia: noi siamo una sua costola, lavoreremo perché lo scheletro sia sano e robusto. In modo omeopatico, ma energico».