Alessio Pollacci

Alessio Pollacci: parliamo di regia televisiva

Ogni programma che si rispetti, ha un regista di altissimo talento. E’ il caso di Alessio Pollacci, grande firma di tante trasmissioni tv amate dal pubblico. Come per esempio “Guess My Age”, “Name That Tune”, “Celebrity Hunted” e “Lol”. Non ultimo il “Grande Fratello Vip”, che dopo diversi mesi di presenza nel palinsesto di Canale 5 continua a incassare ascolti da capogiro. E si sa: in un reality show la regia è la vera anima. Lo abbiamo incontrato.

Alessio Pollacci

Benvenuto ad Alessio Pollacci su La Gazzetta dello Spettacolo. La sua carriera televisiva parte da lontano. Com’è cambiata la tv da quando ha iniziato il suo percorso professionale ad oggi?

La televisione è un po’ come guardarsi allo specchio, piano piano si cambia ma non te ne accorgi, fino a quando ti ritrovi a vedere una vecchia foto. Guardando alla tv dei primi anni Duemila, la differenza è notevole in termini tecnici, di modalità di racconto e di ritmi. Oggi siamo molto più frenetici ed essenziali. Quello che manca, forse, è l’unicità di un evento.

Le nuove tecnologie aiutano, o si stava meglio quando si stava peggio?

Evviva la tecnologia e lo sviluppo audiovisivo! Tutto ciò che è innovativo aiuta nel racconto per immagini, offre punti di vista che prima non avevamo e che possiamo offrire al pubblico. Penso ad esempio all’uso dei droni, anche in diretta: prima dovevamo ricorrere a gru altissime per avere una prospettiva comunque più limitata per quel tipo di immagini.

Qual è il ricordo più bello che la lega al suo lavoro?

Ce ne sono diversi, ma l’aver collaborato a stretto contatto con Adriano Celentano è sicuramente la cosa che mi ha emozionato di più.  Questo lavoro mi ha fatto fare esperienze magnifiche anche all’estero ma incontrare personaggi di questo calibro è impagabile. Celentano emana un’energia particolare: ti rendi subito conto della persona che hai di fronte.

Un’inquadratura può cambiare la vita: è successo a Charlton Heston, a Drew Barrymore. Casualità o è un talento anche questo?

Ognuno di noi ha un talento unico. La difficoltà sta nel riuscire ad esprimerlo e ancora di più trovare il luogo più giusto dove farlo. La casualità non credo esista in questo ambito.

In Celebrity Hunted il tipo di regia è più dinamico. Con quale “taglio” si trova meglio?

La regia di Celebrity Hunted è molto particolare, perché si cerca di raccontare un unscripted come se invece fosse una sorta di film. Il linguaggio “sporco” del reality viene sacrificato a favore di una ricerca dell’immagine più particolare. E’ molto stimolante mischiare i due generi e creare un linguaggio diverso: passare da un tipo di regia all’altro, mi permette di sviluppare tecniche diverse. Spesso si ha la convinzione che chi fa una cosa non possa fare l’altra, ma la regia è un racconto attraverso le immagini: bisogna riuscire a mettere in sequenza quelle più opportune.

I social hanno un’influenza secondo lei, e in che misura, sulla scrittura di un programma?

I social sono un primo commento a ciò che si fa, un’opinione diretta di ciò che il pubblico pensa mentre guarda un prodotto televisivo. Ovviamente bisogna prendere tutte le considerazioni con il giusto equilibrio, perché spesso e volentieri chi scrive è solo una piccola parte della platea televisiva. In più mi permetto di dire che sui social si cerca di farsi notare e quindi spesso si preferisce fare un commento “scomodo” anziché un complimento; in fondo, chi grida attira l’attenzione. I personaggi sono sicuramente influenzati dalle opinioni di chi li guarda e quindi anche dai social. La bravura sta nel recepire ciò che serve e lasciarsi scivolare addosso tutto il superfluo.

Cosa manca ancora nella sua biografia di Alessio Pollacci per farla sentire soddisfatto?

Il mio arrivo alla regia di prima serata non è più lontano di cinque anni fa, quindi sono relativamente giovane in questo senso. Ho fatto moltissima gavetta prima di approdare alle serate importanti e ci sono ancora moltissimi step da fare prima di considerarmi soddisfatto, ma per indole non credo lo sarò mai. Detto questo, non posso assolutamente lamentarmi, perché in quest’ultima stagione televisiva ho lavorato tanto: GF Vip, Guess My Age, Name That Tune, Celebrity Hunted e Lol. Onestamente, guardando a cinque anni fa non ci avrei mai scommesso.

Su Susanna Marinelli

Giornalista pubblicista, ha scritto tra le altre per le riviste Cioè, Debby, Ragazza Moderna, Vip, Eva 3000, Grand Hotel, Gossip, Tutto, Nuovissimo...Ha partecipato come ospite a varie trasmissioni tv tra cui La Vita in Diretta e in radio per Radio2Rai.

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