Incontriamo Giorgio Marchesi, impegnato con Renata Fonte
Lavori in corso. Questo è il cartello immaginario che Giorgio Marchesi porta da sempre con se. Lavori in corso per migliorare, capire, scoprire, affrontare, scegliere.
Giorgio Marchesi è in continuo movimento e cambiamento. Vuole imparare a dire di no, dopo tutti quei sì detti per amore della curiosità e del suo lavoro. Ora è arrivato il momento di incontrare quei no che fa fatica a dire, di imparare a fare ogni cosa con amore, serenità, concentrazione.
Bentornato su La Gazzetta dello Spettacolo, Giorgio Marchesi. Sei in TV con il film Renata Fonte. Come descriveresti questo personaggio?
Il mio personaggio è il marito di Renata. E’ difficile raccontare e descrivere un personaggio realmente esistito che ha avuto una storia così drammatica alle spalle. É un personaggio che resta nell’ombra. Attraversa una crisi perché vive con una donna estremante moderna per l’epoca, una donna che completa gli studi, una madre e moglie che lavora e che si impegna culturalmente e politicamente. Renata è una donna super rivoluzionaria per quegli anni ed io ho voluto raccontare un uomo preso alla sprovvista da questa situazione, un uomo che per protezione e per affetto avrebbe preferito che la moglie non facesse determinate scelte.
Questa famiglia non era consapevole del rischio che stava correndo e ho provato ad immaginare questo uomo che ritorna a casa e trova sua moglie uccisa. Insieme al regista ho voluto raccontare un uomo che voleva una maggior tranquillità per la sua famiglia. Avere accanto una donna come Renata era veramente difficile e rivoluzionario. Quando incontri la rivoluzione, sei sempre un po’ spaesato. Ho voluto esprimere lo spaesamento di un uomo di fronte a ciò che succedeva alla sua famiglia.
Cosa ti ha più colpito della storia di Renata Fonte?
Questa storia racconta la purezza di pensiero, una convinzione forte. Renata è un’insegnante che credeva che la formazione potesse cambiare le cose e far sì che le persone fossero più consapevoli, attente. Mi resta dentro il suo coraggio, il modo di affrontare tutto, senza coinvolgere gli altri e la sua famiglia. Ha il coraggio di essere dalla parte dei giusti. Perchè i giusti fanno questo, no? Nonostante il mondo gli vada contro, loro sanno di avere la giustizia dalla loro parte e quindi vanno avanti. La storia di Renata mi lascia tante cose. Ci tenevo a far parte di questo progetto.
Conosco Cristiana Capotondi e sapevo che con la sua bravura poteva fare un buon lavoro. Inoltre stimo moltissimo Fabio Mollo che è un giovane regista. Questo progetto mi sembrava un progetto giusto e onesto per raccontare degli eroi che dovevano essere finalmente conosciuti.
Attualmente sei sul set della seconda stagione della serie L’Allieva. Cosa puoi anticiparmi del tuo personaggio?
Il mio personaggio è un pubblico ministero che lavorerà insieme al Dottor Conforti e Alice.
Non è stato facilissimo entrare in questo progetto. L’allieva è un mix di tanti generi e quando sono entrato in un gruppo così consolidato, ho voluto capire come poter fare al meglio il mio personaggio e quali toni usare. Più vado avanti, più capisco il mio personaggio.
Durante una nostra intervista, mi hai detto che sei un papà che porta con se un cartello con su scritto: Lavori in corso. Invece oggi ti chiedo chi è Giorgio? Come ti descriveresti come uomo e come artista?
Porto sempre con me un cartello con su scritto “Lavori in corso”. Mi hai ricordato questa cosa molto bella! Come uomo mi trovo ad affrontare periodi diversi quindi mi trovo sempre molto cambiato perché cambiano le esigenze, le prospettive. Sono contento di tutto ciò. Mi godo di cose che prima non mi godevo e ho sempre un cambiamento in atto. Come artista, sto cercando di affrontare cose diverse. Voglio diventare protagonista di alcune scelte. Sai, all’inizio ho voluto fare tante esperienze. Sono stato tanto curioso e ho detto sí a tanti progetti. Sono una persona che fa fatica a dire di no. Adesso voglio imparare a selezionare, voglio costruire dei progetti. Non sono bravissimo a concentrarmi e ogni tanto mi perdo ma adesso voglio migliorare!
Sarai a teatro con lo spettacolo “Le notti bianche” di Dostoewsky: l’8-9 e 10 marzo a Ostia, e dal 20 al 25 al Teatro Ghione di Roma. Come stai vivendo questa esperienza?
È un po’ come tornare all’origine e prendersi qualche rischio. Questa è la storia di un sognatore e l’essere sognatore mi ha sempre accompagnato nella vita. Un po’ tutti siamo dei sognatori e il teatro si avvicina molto al sogno.
Quale augurio vuoi fare alla persona che sarai tra un paio di anni?
Mi faccio l’augurio di avere più spazio nel cervello (ndr ride). Non voglio avere ottanta cose in mente, ne voglio avere soltanto due ma fatte con passione, con serenità, con amore e concentrazione.