Giorgio Marchesi. Foto di Roberta Krasnig
Giorgio Marchesi. Foto di Roberta Krasnig

Giorgio Marchesi: Italo? Uomo di altri tempi

Giorgio Marchesi è tra i protagonisti della nuova fiction di Raiuno, “La sposa”. Abbiamo il piacere di incontrarlo, di parlare dei suoi lavori passati e futuri, per un artista che ha impersonato sempre ruoli giusti, importanti, e che a breve avremo modo di ritrovare a teatro ne, “Il fu Mattia Pascal”.

Benvenuto su La Gazzetta dello Spettacolo, Giorgio Marchesi. Come procede il tuo vissuto?

Tutto sommato bene, nonostante il periodo storico che viviamo! Ho sempre amato improvvisare, dunque questa situazione per me non ha rappresentato un grande stravolgimento. Ovviamente, preferirei che il tutto non avesse mai avuto inizio, specie per i ragazzi, per il fatto che siano legati a delle restrizioni. Ad ogni modo, vivo un periodo buono, con dei lavori che hanno avuto modo di prendere vita e in cui ho cercato di dare il meglio. “La Sposa” è tra questi ed è arrivato in sordina, felice di poterlo accogliere.

“La Sposa”, trasmesso su Raiuno, ha terminato la sua corsa questa domenica. Che esperienza è stata?

Sono particolarmente legato a “La Sposa”, al mio Italo. Giacomo Campiotti è un regista straordinario e, in quanto tale, pretende molto da sé stesso ma anche dai suoi attori. È stato faticosissimo realizzare questa fiction, legata a tante ore di set, a complicati ciak. È stato un piacere, tra l’altro, avere modo di condividere il set de “La Sposa” con Serena Rossi. Il personaggio di Italo mi ha ricordato personalità già incontrate in precedenza, rappresentando, a mio modo, un omaggio a tutte quelle persone che hanno davvero vissuto quell’epoca, quei momenti e situazioni difficili. Non ultimo, adoro poter interpretare ruoli in costume. Vivi altri abiti, vite, momenti storici, vetture, musica, colori e molto altro. Ne porterò sempre un ricordo stupendo!

Il tuo personaggio è legato al ricordo di una donna che si scoprirà poi essere venuta a mancare. L’amore, in seguito, busserà nuovamente alla sua porta regalandogli nuove emozioni. Come ti sei preparato ad impersonare il tuo Italo?

Italo è un orfano, cresciuto con uno zio dal carattere duro, incapace di mostrare sentimenti, per cui ho immaginato che il suo forte amore per Giorgia derivasse proprio da questo, dall’assenza di reali affetti precedenti. Italo, a suo modo, continua a non darsi pace, a cercare questa donna, ma la disperazione che lo accompagna, legata anche al bere e alla solitudine, riduce la possibilità di poter riaprire gli occhi. Quello che poi proverà per Maria, di certo, sarà un sentimento molto più consapevole, seppure gli sia stato imposto, inizialmente. Un legame che, per assurdo, sarà anche più forte di quello provato in precedenza.

Quale pensi sia il segreto legato al successo de “La Sposa”?

Questa fiction è, in prima battuta, un grande classico. Un romanzo che, a mio parere, prende spunto dai grandi lavori del cinema italiano. Un lavoro svolto bene, con grande attenzione e passione, che ha avuto successo perché ha parlato ad un pubblico di diverse età, a persone che hanno vissuto tali frangenti. A rendere il tutto ancora più credibile, una figura femminile forte, che stravolge una realtà dura, ai tempi, che tende ad andare contro le regole che vigevano allora.

Giorgio Marchesi con Serena Rossi sul set de La Sposa
Giorgio Marchesi con Serena Rossi sul set de La Sposa

Abbiamo vissuto un periodo particolare, legato ad una inaspettata pandemia. Come affronti tutto ciò e quali consapevolezze ha apportato al tuo vissuto?

L’improvvisazione, come dicevo prima e, allo stesso tempo, una minore rigidità legata al solito dovere che mi ha permesso di fermarmi un attimo, dedicandomi una piccola pausa, per poi riprendere i soliti ritmi.

“Il fu Mattia Pascal” ti vedrà protagonista a teatro. Quali sensazioni sono legate a questo spettacolo, alle tavole del palcoscenico?

Questo spettacolo nasce come sperimentazione di diversi linguaggi, da una lettura realizzata insieme ad un musicista, Raffaele Toninelli. Un adattamento, quello realizzato insieme, che funzionava e che ci hanno proposto di portare in scena, indirizzato ad un pubblico giovane, in particolar modo. Temi, quelli presenti ne “Il fu Mattia Pascal”, attuali, così come lo è “La Sposa”, che avrete modo di vedere in molte regioni, casualmente anche in Veneto e in Calabria. Provo una grande emozione nel sapere che potrò tornare dinanzi al pubblico, dopo aver dovuto interrompere alcuni spettacoli a causa del lockdown.

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Hai preso parte a molte fiction di successo. A quale ruolo sei ancora oggi particolarmente legato?

Sono dei pesci, sono legato a tutti i ruoli a cui ho preso parte. Forse, fra tutti, potrei citarti l’ingegnere Giovanni Nigro de “La strada dritta”. Un lavoro a cui sono particolarmente legato anche perché ho avuto modo di poterlo realizzare insieme ad Ennio Fantastichini.

Chi è Giorgio Marchesi quando non è impegnato sul set?

Sono una persona normalissima, legata alla famiglia, a tutto ciò che concerne il vissuto dei miei figli, con amici non per forza appartenenti allo spettacolo. Mi piace l’idea di staccare la mente dal mio lavoro, approcciandomi alle persone di un tempo, che mi conoscono da sempre. Sono, tra l’altro, una persona piena di interessi e che, se possibile, preferirebbe avere una giornata di 48h per poter portare a termine ogni piccola cosa.

Un progetto lavorativo che non hai ancora avuto modo di realizzare?

Al momento mi divertirebbe portare in scena una commedia oppure, se possibile, realizzare un genere action movie.

Cosa prevede il tuo futuro artistico?

Ho appena terminato le riprese di “Studio Battaglia”, per la Rai, con Lunetta Savino, Miriam Dalmazio, Barbara Bobulova e molti altri. Prossimamente, saprò dirvi di più.

Su Alessia Giallonardo

Nasco a Benevento, nel 1986. testarda a più non posso, perché Toro. Amo la fotografia sin da quando ero piccola e devo questa passione a mio padre. Stesso discorso per la scrittura, per ogni singola sfumatura di un racconto, di un vissuto, di uno storico incontro.

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