Apprezzatissimo ne “Buongiorno, Mamma!”, fiction Mediaset giunta alla sua seconda stagione, incontriamo l’attore Kel Giordano.
Kel ci parla a cuore aperto del suo Karim, un buono che in molti aspetti gli assomiglia, e dell’intenso periodo vissuto sul set, divenuto poi “famiglia”. Una persona dall’animo profondo, amante della lettura, dello sport, del vivere sano. Questo e tanto di più in questa nostra intervista.
Benvenuto su La Gazzetta dello Spettacolo, Kel Giordano. Siamo alla quarta puntata della seconda stagione di “Buongiorno, Mamma!”, fiction di successo della rete Mediaset. Il tuo Karim riscuote molto interesse da parte del pubblico. Come ti sei preparato ad affrontare questo ruolo e quanto c’è di te in lui?
In realtà ho semplicemente cercato di andare ad istinto, anche perché si tratta di un personaggio caratterizzato da un animo molto spirituale. Un qualcosa in cui credo molto, così come credo molto nell’essere ottimista, positivo. Sono dell’idea che qualunque cosa ci accada nella vita è utile per poterci conoscere sempre più, insegnandoci cose nuove. Da questo punto di vista, dunque, mi sono sentito agevolato. Stesso discorso dal punto di vista, come dicevo, caratteriale e spirituale. Siamo differenti, invece, in talune cose. Io, a differenza di Karim, non avrei mai accettato un matrimonio per risolvere questioni legate a permessi di soggiorno o quanto altro e nemmeno avrei chiesto aiuto, appoggio, ad una famiglia.
I set, si sa, diventano famiglia, specie quando si lavora insieme ad una nuova stagione. Dunque, il resto del cast de “Buongiorno, Mamma!” come ha accolto il tuo arrivo e quali legami hai avuto modo di stringere in maniera più approfondita?
Il cast di “Buongiorno, Mamma!” è un cast eccezionale, caratterizzato da attori “ingombranti”, nel senso buono della parola. Il dover entrare in una “famiglia” televisiva così rodata forse all’inizio mi spaventava un po’, ma poi mi sono subito ricreduto perché sono stati tutti carinissimi, da Raoul Bova a Maria Chiara Giannetta. Ho avuto, potrei dire, la stessa accoglienza che ha avuto il mio personaggio nella serie. Ho legato maggiormente con Beatrice Arnera, che mi ha affascinato sin dall’inizio. Come me Beatrice ha avuto un passato articolato, complesso, e parlarle mi ha reso ancora più chiaro il tutto. C’è stato un riscoprirsi simili, una forte sinergia, cosa che è avvenuta anche con gli altri, ma maggiormente con lei.
Kel Giordano ti andrebbe di raccontarci un aneddoto, qualcosa di divertente o meno, che è accaduto durante la lavorazione della serie?
Il primo giorno di girato è stato davvero particolare. Si trattava di realizzare le scene in cui Francesca, Elena Funari, insegna al mio Karim a nuotare, al lago. C’era abbastanza freddo, per via delle temperature, e faticavo a parlare, nonostante la muta. Abbiamo, dunque, avuto un po’ di problematiche nel realizzare il tutto perché il fondo fangoso mi impediva di aiutarla nel tenermi a galla e, inevitabilmente, ho fatto sì che Elena si stancasse nel sorreggermi e nel dire le battute, al contempo.
A tuo parere in cosa è racchiuso il successo della serie?
Il segreto de “Buongiorno, Mamma!” è racchiuso nell’amore, nel forte sentimento che lega un padre di famiglia a sua moglie. Un’attesa sperata, voluta, che lo porta a dover poi affrontare altre situazioni legate al risveglio di lei. Il segreto è, inoltre, nell’essere una famiglia allargata e in grado di accogliere tutti, senza eccezione alcuna. Loro accolgono la piccola Sole, accolgono sua figlia, e poi accolgono Agata ed hanno accolto anche il mio Karim. Tutti punti a loro favore.
Quali consensi ti auguri di poter raccogliere da questa serie Kel Giordano?
Non saprei, sinceramente. Mi auguro, forse, di poter raggiungere ruoli sempre più adatti alla mia persona. Sono aperto a tutto ciò che potrebbe offrirmi il futuro, sperando di poter avere sempre la faccia giusta da proporre.
Ti andrebbe di raccontarci di come ha avuto inizio questa tua voglia di dedicarti alla recitazione?
Ho sempre voluto fare questo lavoro, sin da quando ero bambino. Sono originario dello Sry Lanka, adottato poi, insieme a mio fratello, da una famiglia di Torino. Da ciò che mia mamma ricorda, ho sempre fatto lo “scemo”, imitando, esplorando, avvicinandomi alla recitazione. Ho poi, in un secondo momento, preso lezioni da pilota, prendendo la licenza di privato e la teoria di volo commerciale. Era un altro grande sogno, quello di volare. Vi è stato poi un viaggio in Sry Lanka, un ritorno alle origini, che mi ha regalato consensi, cambiamenti, fino a portarmi a decidere di dedicare la mia vita alla recitazione.
Nel tuo curriculum ci sono esperienze come: “La strada di casa”, “Nero a metà 2”, “Doc – Nelle tue mani 2” e svariati cortometraggi. Cosa hanno rappresentato per te queste esperienze e a quale personaggio sei maggiormente legato?
Sicuramente “La strada di casa” mi ha regalato tanto. Ricordo ancora il primo girato al fianco di Sergio Rubini. Un personaggio che ho nel cuore, arrivato durante il mio primo corso di teatro. Un segno, forse, che l’ambiente che abbiamo intorno ci risponde. Ricordo con piacere anche il ruolo svolto ne “Doc – Nelle tue mani”. Il mio personaggio inseguiva il business e quanto di simile, ma ha dovuto poi arrendersi dinanzi ai sentimenti, alla paura di perdere un genitore. Un ruolo che mi ha travolto, sicuramente per via del mio reale attaccamento alla famiglia.
Chi è Kel nel privato e quali passioni ti caratterizzano?
Sono uno sportivo, più che ossessionato. Pratico calisthenics, non per estetica ma per pura passione, e adoro giocare a golf, anche se sono un golfista in erba. Mi piace, inoltre, correre e non ho alcun vizio legato al fumo o al bere. Prendo il buono da tutto, facendo tesoro di ogni cosa appresa. Non ti nego che mi piacerebbe, poi, poter imparare a cucinare bene, preparando dei manicaretti. Ci provo ma non sono bravissimo. Amo, in ultimo, leggere e stare molto con me stesso. Sono un solitario, oserei dire, ma felice di esserlo.
Cosa ti piacerebbe poter realizzare in futuro Kel Giordano?
Mi piacerebbe poter interpretare un ruolo da buono, un qualcosa di non troppo distante da me. Ho vissuto ciò con Karim, che forse è troppo buono, ed anche con gli altri personaggi interpretati. Mi piacerebbe anche poter portare, però, un ruolo differente dal mio essere. Un ruolo detestabile, in cui non rispecchiarmi. Un qualcosa che possa far pensare, a chi mi conosce, che qualcosa di quegli atteggiamenti sia davvero dentro di me.
Cosa puoi anticiparci sul tuo futuro artistico?
Posso anticiparvi poco, e non perché non lo voglia. Ci sono dei progetti in ballo, ma non posso parlarne, al momento. Sono di certo aperto a nuove occasioni, nuovi ruoli da affrontare. Sono ottimista di natura, dunque saprò aspettare.