Marco Mengoni a Sanremo 2023. Foto dai Social Network
Marco Mengoni a Sanremo 2023. Foto dai Social Network

La finale di Sanremo è a un passo: chi trionferà?

Non sono mancati i colpi di scena nemmeno alla 73ma edizione del Festival e dopo cinque serate è già il momento di eleggere il nome che andrà a piazzarsi sul gradino più alto del Teatro Ariston. Fibrillazione alle stelle. Pelù, Achille Lauro, quella gran baracconata dei Black Eyed Peas, Ranieri-Morandi-Al Bano, i Pooh ma anche Fedez, Carla Bruni, i Baustelle, Manuel Agnelli ed Eros Ramazzotti hanno animato questa frizzante edizione di Sanremo che però adesso non attende altro di sapere chi si aggiudicherà il leoncino d’oro rampante.

I nomi che circolano da tempo sono i soliti, ma adesso tocca alle varie giurie stilare il verdetto finale. I bookmaker hanno individuato da tempo la cinquina finale che può contendersi il primo posto. È tutto racchiuso nelle quotazioni dei portali di settore che hanno provato a identificare il vincitore di Sanremo 2023 in base della valutazione preventiva dei singoli brani. Ultimo, Mengoni, Giorgia, Lazza, Elodie e Madame: tutti in ordine probabilistico dal più accreditato al meno favorito. Previsioni azzeccate? Parola alla critica, considerando che nonostante l’alta veridicità delle quote non esiste la certezza totale delle previsioni.

Ecco un riassunto sulla qualità artistica e sull’intensità di ogni singolo pezzo che dichiareranno o meno la vittoria finale del leoncino rampante di Sanremo.

Ultimo prova a giocarsi il primo posto con “Alba”, una ballata che l’artista romano ha portato all’Ariston dopo quattro anni dalla sua partecipazione alla kermesse. Non è un brano prettamente sentimentale. Il pezzi invita infatti a superare i nostri limiti, a curare i lividi, a non abituarci troppo, ad amare chi è diverso da noi. Testo ricco di emozioni in cui l’alba del titolo diventa la metafora di “Una sana follia/  puoi capirla se la senti/ non mandarla via». Il pezzo è un crescendo vocale con incredibile un impatto, così com’è stato interpretato all’Ariston da Jacopo Lazzarini.

Mengoni. Tornato sul palco dell’Ariston dopo dieci anni dall’ultima volta con “L’essenziale”, Marco ci riprova con una ballata in cui ha la possibilità di sfruttare la sua voce con grande effetto e profondità. Il testo è firmato Davide Petrella e si dipana attraverso immagini e suggestioni, oltre ad una tradizionale narrazione. “Due vite” incrociate in un amore che resiste, pronto a tutto, anche a normali, semplici e piccole cose pur di continuare il legame. Fino a raccontare anche quel desiderio di isolarsi dalla confusione del mondo. (Restiamo al buio avvolti/ solo dal suono della voce/ al di là della follia che balla in tutte le cose).

Giorgia. Per la quinta volta sul palco dell’Ariston: una delle voci più amate della musica italiana. Ci ha incantato con “Parole dette male”, un ballata dalle sonorità contemporanee che fa leva, ovviamente, sulla straordinaria versatilità della sua voce. Canzone d’amore che descrive una relazione passata, finita: “Ogni tanto ti vedo in giro/ ma poi non sei tu/ e quante macchine come la tua/ dello stesso blu”, l’esordio, che poi si perde in ricordi che fanno male come “Le tue risate e fare i cretini nei prati” che tanto ricordano “Questo piccolo grande amore”.

Lazza è arrivato all’Ariston con un brano arrangiato da Dario “Dardust” Faini che fa dell’elettronica uno degli elementi più evidenti di una canzone piuttosto contemporanea. Del resto è anche uno dei pezzi più ballabili di questo Festival. Il testo usa la cenere come metafora, desiderio di scomparire, di essere spazzato via. Ma al contempo è anche una cenere da cui è possibile rinascere insieme. (Aiutami a sparire come cenere/ Mi sento un nodo alla gola/ nel buio balli da sola/ spazzami via come cenere/ ti dirò cosa si prova/ tanto non vedevi l’ora).

Elodie. Canzone ritmata e moderna per il terzo Festival dell’ex fiamma di Marracash. Sicuro l’impatto radiofonico è tutt’altro che banale, con un ritornello di grande efficacia. “Baby mi fulmini con gli occhi lucidi” canta Di Patrizi in un testo che parla di un amore “Nato appena ma è già finito male” subito davanti ad una scelta obbligata: “Per me le cose sono due: lacrime mie o lacrime tue”. Un out-out che non lascia spazio a fraintendimenti. Tra gli autori (testo e musica) compare il nome di Federica Abbate. Elodie non è la favorita, ma gli outsider hanno sempre il loro fascino. E lei, del resto, ha già il suo.

Madame è tornata a Sanremo a due anni da “Voce” con un brano palesemente elettronico caratterizzato dall’inconfondibile vocalità della cantautrice, che ha firmato da sola il testo. La dedica è personale, a se stessa, rivolta al classico amore finito in cui “Posso dire che a me è rimasto il bene/ a te il male”. Il testo alterna il “Bene” e il “Male”, in base di un ritmo incessante, che crea una inconsueta cantilena tra le più interessanti invenzioni sonore di questa edizione.

Ma ormai è tempo. L’attesa è finita, solo poche ore per sapere chi ha scaldato più di tutti il cuore e l’anima delle varie giurie. Poi sarà tempo di ascoltare e riascoltare per tutta la primavera, l’estate e anche oltre, i brani che più ci hanno fatto impazzire sul palco dell’Ariston.

La Gazzetta dello Spettacolo a Sanremo 2023

Come anticipato nei giorni scorsi, i nostri appuntamenti con interviste, incontri e commenti degli esperti, sono sempre affiancati da Energy Drive, che si fa promotore durante le interviste alle star del progetto “Voci dal Green” e con gli hair stylist Entony Forgione, Gaetano Scuotto e Michele Diomedi seguiti dalla città dei fiori da Gaetano Gaudiero.

Chi vincerà l’edizione 2023 del Festival di Sanremo?

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