La Grande Stagione Lirica 2013-14

La Grande Stagione Lirica Live 2013-2014 inaugura con il Live HD di “Eugene Onegin” dal The Metropolitan Opera di New York.

Fra gli altri appuntamenti imperdibili, l’inaugurazione della stagione scaligera il 7 Dicembre con “La Traviata” e il grande ritorno di Franco Zeffirelli che, l’8 Aprile, firmerà per il The Metropolitan Opera di New York la regia de “La Bohème”.

Le sorprese non finiscono qui, perché La Grande Stagione Lirica Special Size si prepara a soddisfare il palato dei buongustai di Opera con il “Don Carlo” dal Teatro Regio di Torino e tre magnifici Live dall’Opèra National de Paris. Infine Opera e Balletti de “La Grande Stagione Play”: un catalogo di esperienze a portata di play, con i più grandi campioni d’incasso (dal “Nabucco” diretto da Nicola Luisotti al “Notre-Dame de Paris” con Roberto Bolle, entrambi dal Teatro alla Scala).

Iniziamo l’ 8 Ottobre 2013, h.19:30 con Eugene Onegin. “Eugene Onegin”, la romantica tragedia di Pyotr Ilyich Tchaikovsky nella nuova produzione dell’acclamata regista inglese Deborah Warner sarà diretto da Valery Gergiev.

Per il terzo anno consecutivo il The Metropolitan Opera di New York inaugura la stagione con Anna Netrebko, che debutta nel ruolo di Tatiana, l’ingenua eroina del romanzo di Aleksandr Puskin da cui Tchaikovsky trasse l’opera lirica. Mariusz Kwiecien ritrae un protagonista sicuro di sé, Eugene, in una delle sue interpretazioni più belle che ha già eseguito in molti dei più importanti teatri d’opera del mondo.
Piotr Beczala, invece, calca il palco vestendo i panni del giovane poeta Lenskij, l’amico-nemico di Onegin. La storia e la musica seguono l’identico percorso. La delicata esplorazione dell’accendersi della passione in una giovane donna, il suo rifiuto da parte del freddo Onegin e infine la scelta dell’onore rispetto al vero amore.

L’Opera, divisa in tre atti, è la più intimista della grande tradizione russa. Come possiamo leggere nella recensione del Sunday Telegraph: “una inquietaqnte miscela di impatto visivo ed emotivo. Deborah Warner va dritto al cuore dell’opera, mostra come Onegin comporta simultaneamente la collisione di due livelli della società russa, il provincialismo rustico e il cosmopolitismo decadente, e di tre vite emaciate”.

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Redazione Giornalistica

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