Polvere di stelle arriva alla XII edizione per una rassegna teatrale realizzata dell’Accademia Vesuviana del Teatro e del Cinema di Gianni Sallustro che quest’anno prende il via il 12 luglio.
Le dichiarazioni
“Polvere di stelle – dice Gianni Sallustro, attore, regista e direttore artistico dell’Accademia Vesuviana del Teatro e Cinema – è la “polvere” del palcoscenico, la polvere del set che magicamente si respira a teatro e a cinema. Una polvere che ha quell’odore particolare che ti porti dietro da casa quando ti trovi con i compagni di palco o di scena a studiare il copione, a lasciarti possedere dal tuo personaggio, ad ascoltare il regista che ti fa ripetere la scena mille volte. Polvere di stelle è anche il profumo di condivisione, di sudore, di rabbia. È l’odore dei drappi del sipario, delle quinte, del set dove resti in attesa che sia il tuo turno, dove assisti i compagni in scena, dove spii il pubblico e le sue reazioni mentre ti rilassi un attimo o dove combatti con la tachicardia prima di tornare in scena”.
Gli appuntamenti
Si comincia venerdì 12 luglio alle 20.00 alTeatro Di Costanzo Mattiello di Pompei con “O Scarfalietto” di Eduardo Scarpetta diretto daGianni Sallustro; lo spettacolo ha un ritmo serrante, brioso e frenetico sin dalle prime battute. In questo modo si sottolinea la grande generosità di Scarpetta come autore, che fa vivere la “leggerezza” della vita con il suo vortice di colori e situazioni toccando anche tematiche profonde come l’amore e il tradimento. Lo spettacolo, riscritto nella sua interezza, diventa una prova attoriale corale dove voce, corpo e mente fanno da protagoniste a tutto tondo.
Il secondo appuntamento è sabato 13 luglio sempre alTeatro Di Costanzo Mattiello di Pompei con “Le belle idee” scritto e diretto da Gianni Sallustro. Lo spettacolo, vincitore di numerosi premi, è una riscrittura di personaggi fantastici nati dalla penna di autori come Andersen, i fratelli Grimm, Collodi, Basile, Rodari, Calvino. Siamo ad Ideolandia città e tutti i personaggi delle fiabe sono sconvolti perché hanno perso il lavoro perché sono scomparse le fiabe e le favole. Gli adulti non vogliono più leggere storie fantastiche ai bambini perché sono intenti a chattare e ad usare il computer ed il cellulare dalla mattina alla sera. Ecco allora che nasce l’agenzia interinale “C’è posto per te” dove alcuni “loschi” personaggi come il Gatto e la Volpe decidono di truffare i malcapitati personaggi che vogliono un nuovo impiego. La truffa porta i malcapitati a riflettere e a decidere di reinventare un mondo nuovo, più giusto, dove ci siano sei “belle idee” da dover rispettare.
Domenica 14 luglio 2019 è la volta di “Due mariti imbroglioni” di G. Feydeau con la regia di Gianni Sallustro. Napoli 1920. Pasquale Corella è un attore che ha deciso di impartire lezioni di recitazione per sbarcare il lunario. Lui che ha sempre vissuto nel lusso più sfrenato ora si ritrova a dover affrontare quella crisi che colpì tante famiglie napoletane all’indomani del primo conflitto mondiale. Tantissimi sono gli intrecci amorosi che nascono nel momento in cui Pasquale incontra dopo tanti anni lo scaltro amico Felice, anche lui attore. Voce, corpo e mente fanno da protagoniste in uno spettacolo dove si affrontano tematiche importanti come l’onesta, la lealtà, l’ipocrisia, il tradimento, il bullismo, la sincerità. Lo spettacolo è stato riscritto totalmente per rendere il linguaggio molto più moderno e fruibile per un pubblico dei nostri giorni
Martedì 16 luglio 2019 va in scena “Polvere di stelle”, scritto e diretto da Gianni Sallustro. Un giovane regista francese, Moliere, trasferitosi in una bellissima città del Seicento come Napoli litiga con degli attori che si rifiutano di interpretare un suo testo teatrale poiché ritengono che il vero teatro sia solo quello dei classici greci come Eschilo, Sofocle, Euripide. Da questo litigio prendono vita personaggi che poi saranno resi immortali come Arpagone, Cleante, Frosina, Giansalsiccia, Giangoccetto, Gianfrittella. É uno spettacolo dove si respirano ancora le atmosfere di una commedia dell’arte tutta italiana in cui si vive continuamente il contrasto tra giovani e vecchi, tra ricchi e poveri, tra innamorati e spavaldi. L’amore o il danaro? É questo il dilemma che sarà affrontato durante tutta la performance.
“Taxi a due piazze” di R. Cooney è la proposta di mercoledì 17 luglio; si tratta di un veroe proprio concentrato di equivoci, in cui un tassista bigamo si trova costretto a nascondere un segreto più grande di lui, e dove scambi di persona, suspense, ritmi mozzafiato, doppi sensi e situazioni al limite del paradosso garantiscono due ore e mezzo di puro divertimento.Lo spettacolo è un susseguirsi di buffe bugie, coincidenze, scambi di identità, brillanti trovate, nel tentativo grottesco e forsennato di nascondere la verità in un crescendo inarrestabile e incalzante che porterà a un finale inaspettato. Ovviamente i continui ed esilaranti equivoci si aggrovigliano, ma senza creare tensione nell’attesa che si scopra la verità (anzi, ne guadagna il divertimento) e quando la rivelazione di tutte le bugie che il protagonista si è dovuto inventare, pur di salvaguardare sé stesso, diventa improrogabile, questa diventa un’esplosione di ilarità.
Il 19 e il 21 luglio 2019 cambia la location e la rassegna si sposta a Napoli al teatro Tin doveva in scena “Mater Camorra e i suoi figli” adattamento da Brecht di Nicla Tirozzi e Gianni Sallustro che cura anche la regia. In questa rilettura del drammaturgo di Augusta la vicenda di “Madre Courage” è ambientata nei vicoli di Napoli e nella provincia napoletana e la guerra dei Trent’anni si trasforma nello scontro perenne fra i clan, con il surplus di degrado e animalità che questo comporta. Anna Fierling, la celebre vivandiera di Brecht, diventa in “Mater Camorra e i suoi figli ”Anna ‘a squarciona”, mentre i suoi tre figli, Eilif, Schweizerkas e Kattrin la muta, vengono ribattezzati Rafele, Tonino e Catarina. Tra gli altri personaggi c’è il Cappellano, personaggio che rappresenta una casta di persone paurose e false, interessato come tutti gli uomini alla propria sopravvivenza ed interessi. Il linguaggio con cui si esprimono gli attori è un insieme dei vari dialetti campani. Lo zoomorfismo è una caratteristica fondamentale dei personaggi dello spettacolo per sottolineare la loro bestialità. La “Guerra dei Trent’anni” viene attualizzata nello scontro perenne fra i clan. La presenza nello spettacolo di un coro greco di animali che sottolinea le parti salienti del testo. É come se ci si immergesse in una giungla. I costumi ricoperti di soldi macchiati di sangue: il denaro, unico interesse dei camorristi. L’unico elemento scenografico è un carro che, sui quattro lati, è composto da quattro sculture che riproducono le capuane Matres Matutae che, come sfingi, custodiscono l’enigma della vita.