Luis Navarro. Foto di Angelo Forino
Luis Navarro. Foto di Angelo Forino

Luis Navarro: nuovi progetti all’orizzonte

Casertano di nascita, il cantante Luis Navarro, è laureato in giurisprudenza e si è poi diplomato al Conservatorio di Benevento, anni fa. Giunto alla ribalta con, “El amor que yo querria“, vanta collaborazioni con Viola Valentino, per il remix de “Comprami” e per il nuovo inedito, “Aspettami questa notte”.

Inoltre ha collaborato con Francesca Alotta e Mauricio Rivera. Papà in carriera, parleremo della sua musica, della famiglia, del suo futuro.

Benvenuto su La Gazzetta dello Spettacolo, Luis Navarro. Come stai?

Bene, grazie!

Casertano, sei laureato in giurisprudenza e ti sei diplomato al conservatorio di Benevento in produzione musicale e discografica. Quando ha avuto inizio esattamente il tuo amore per la musica?

Il mio amore per la musica ha avuto inizio all’età di sei anni. All’epoca mio padre mi portò a lezione di pianoforte e lì ha avuto vita il mio amore per questo strumento. Successivamente, partecipando per gioco ad una kermesse canora vocale, ho scoperto anche di avere una bella voce. Da quel momento in poi non mi sono più fermato.

Tra i tanti brani realizzati a quale sei particolarmente legato?

Sono molto legato a “El amor que yo querria”, che ha fatto sì che poi potessi diventare Luis Navarro. Prima di allora ero soltanto Luigi Bollito, un cognome che tradotto in spagnolo, “biscottino”, suonava male. La casa discografica spagnola mi fece notare questo e, da allora, sono diventato Luis Navarro.

Italiano di nascita, ami cantare anche in spagnolo. A cosa devi questa duplice valenza?

Ho origini spagnole da parte di padre. L’amore per quella terra, per una lingua diversa, che mi ha portato, sin da bambino, ad amare ed imparare tutto ciò che la riguardasse, mi ha spinto verso di essa. Nel mio percorso artistico, però, ho avuto modo di duettare anche in altre lingue: francese, rumeno e molto altro.

“Fortuna” è il titolo del brano che hai scritto alcuni anni fa, cantato insieme a Monica Sarnelli. Vuoi parlarcene?

Esatto, “Fortuna” è stato scritto alcuni anni fa ma, ai tempi, non vi era la giusta voce femminile al mio fianco e quindi il brano era rimasto incompleto. Una volta conosciuta Monica Sarnelli, qualche mese fa, abbiamo apportato delle modifiche al testo, realizzando un brano genere salsa, intriso di tanta napoletaneità. Monica ha amato questo brano quanto me.

Con chi altri ti piacerebbe poter realizzare un duetto un domani?

Stimo tantissimi artisti e, nell’ultimo periodo, sto riscoprendo soprattutto la musica partenopea. Mi piacciono, in particolar modo, le voci di Maria Nazionale e di Enzo Gragnaniello. Ecco, mi piacerebbe poter duettare con loro, in futuro.

Sei un papà giovane, innamorato delle sue bimbe. Quali valori vorresti trasmettere loro?

Essere papà, purtroppo, in alcuni frangenti non è facile perché la musica mi porta ad essere lontano dalla famiglia, da loro in particolar modo. Ero preparato a questo, ma comunque è qualcosa che mi pesa. Auguro loro, ad ogni modo, di godere della vita in ogni singola sfaccettatura, vivendola con leggerezza, senza doversi preoccupare del domani. Diversamente, ho dovuto sempre vivere di preoccupazioni, cosa che, ripeto, non voglio per loro. Spero, inoltre, che siano delle donne umili, di valore e forti, capaci di apprendere il più possibile dallo studio, come il loro papà.

Cosa bolle in pentola per il tuo futuro professionale?

In questo momento sto promuovendo “Fortuna”, appunto, a cui sono legatissimo. In pentola, per il futuro, bolle un nuovo brano che arriverà in estate, un periodo produttivo, legato alla musica latina, ascoltatissima. Insieme al mio team, inoltre, stiamo pensando ad un nuovo progetto discografico caratterizzato da più brani per un repertorio nuovo, tra musica italiana e partenopea. Un progetto che, in futuro, mi permetterà di confrontarmi con tali artisti.

Su Alessia Giallonardo

Nasco a Benevento, nel 1986. testarda a più non posso, perché Toro. Amo la fotografia sin da quando ero piccola e devo questa passione a mio padre. Stesso discorso per la scrittura, per ogni singola sfumatura di un racconto, di un vissuto, di uno storico incontro.

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