Si intitola semplicemente Viola Nocenzi, l’album d’esordio della brava cantante che porta un nome celebre ed amato da tutti i fans del prog italiano.
Viola infatti è la figlia di Vittorio Nocenzi, leggendario tastierista e compositore del Banco del Mutuo Soccorso e indubbiamente da suo padre ha ereditato il grande talento e la passione per la musica.
Il suo primo lavoro prodotto da suo zio Gianni Nocenzi, si snoda attraverso 7 brani tutti connessi tra loro dal filo comune dei sentimenti e delle emozioni. Il primo singolo estratto dal cd si intitola Lettera da Marte, un pezzo ricco di colori e di atmosfera, una bella prova per l’artista che si fa notare per la sua voce che unisce tecnica a sensibilità.
Viola Nocenzi benvenuta su La Gazzetta dello Spettacolo, tu fai parte del mondo delle 7 note praticamente da quando sei nata. Come mai hai scelto proprio questo periodo per far uscire Viola Nocenzi il tuo debut album?
Non c’è nessun motivo in particolare. Il disco era pronto, io ero pronta, eravamo tutti pronti, quindi non c’era nessuna ragione per fermare la musica, tanto più in un momento così complicato nel quale la musica, che è un linguaggio universale senza barriere, può essere davvero la medicina più giusta per curare l’anima.
In quale particolare circostanza consiglieresti l’ascolto di Lettera da Marte, il tuo primo singolo?
Lettera da Marte è un pezzo che porta lontano. Consiglio di ascoltarlo tutte le volte in cui si vuole ricantare un ritornello pieno di spazi aperti, di sogni e immaginare di essere in un teatro buio con tante luci accese, con tanti spettatori.Inoltre consiglio di ascoltare Lettera da Marte quando si è in viaggio mentale e quando si vuole far pulizia con il vento.
Hai già avuto delle recensioni molto buone da parte dei media. Te l’aspettavi?
No non me l’aspettavo e sono veramente felice, molto colpita e commosa. Non immaginavo un’attenzione mediatica così importante, un ritorno così significativo e anche delle recensioni così attente, così importanti. Ho avuto davvero un grande abbraccio da tutti :giornalisti, musicisti fans, televisione, radio..E’ molto di più di quello che avrei sperato.
Alla produzione del cd c’è Gianni Nocenzi.. È stato difficile lavorare rimanendo professionali con una persona di famiglia?
Sia alla produzione artistica c’è mio zio Gianni ma non è stato affatto complicato lavorare con lui, al contrario, perchè io non confondo mai l’affetto con il rispetto. Questo lo insegno anche ai miei alunni essendo io un’insegnante di canto ed è la prima regola che applico con tutti e in genere. E’ stata un’esperienza bellissima che mi ha arricchito tanto, che mi ha dato modo di imparare veramente molto e grazie alla quale l’affetto, se possibile, è anche aumentato ulteriormente.
Qual è il brano all’interno del disco che preferisci?
Questa è una domanda che non si dovrebbe mai fare, è come chiedere ad una madre qual è il figlio che preferisce, di conseguenza è molto difficile rispondere. Posso dire che questi sette brani sono stati concepiti per essere ascoltati uno dietro l’altro e quindi la scaletta è stata formulata con una consecutio temporum legata alle frequenze, alle tonalità bene precise, ma i vari pezzi sono stati anche concepiti, proprio perchè la musica è un linguaggio primario, per essere pieni ed esaustivi all’interno di ognuna delle loro dinamiche. Pensati insomma come sette mondi a parte, ma anche collegati, un po’ come racconto in Entanglement. Non c’è un brano dei sette che sento di più,più che altro c’è la mia condizione emotiva in questo o quel momento a rendermi più vicino un pezzo rispetto ad un altro. Ci sono stati periodi in cui ho ascoltato e suonavo tantissimo Colui che amo, tantissimo Entanglement, periodi in cui ascoltavo soltanto l’Orizzonte degli Eventi, periodi in cui ascoltavo solo Bellezza, altri in cui ballavo ed ascoltavo soltanto Viola e momenti in cui ho praticamente vissuto in simbiosi quasi h 24 con Lettera da Marte
A parte ovviamente il Banco sel Mutuo Soccorso che è nel tuo DNA, a quali interpreti ti ispiri maggiormente per la tua musica?
Come ho detto spesso sempre a tutti, Il Banco del Mutuo Soccorso e la musica di mio padre sono veramente un tutt’uno con la mia formazione individuale, personale e artistica. E quello al quale io ho sempre ambito, un po’ come l’orizzonte per gli idealisti, non solo per la scrittura musicale, ma proprio per il senso profondo che racchiude in se quella scrittura. Altri artisti, al di là della scena prog, perchè il prog tutto mi ha molto stimolato e formato, ai quali sono molto legata e che mi hanno anche spinto a voler fare questo lavoro sono Tori Amos e Bjork ad esempio e dal punto di vista dei cantautori italiani direi indubbiamente Franco Battiato e Ivano Fossati. In realtà farei un torto a chiunque non nomino a partire da Sting fino a Ray Charles.
Viola Nocenzi è tua l’idea grafica per la realizzazione del video di Lettera da Marte?
No l’idea grafica è stata proposta dalla regista Guendalina Vannini, io l’ho sposata in pieno però perchè mi piaceva molto. Lei inizialmente mi ha proposto alcune idee, me le ha fatte vedere anche all’interno di alcuni tipi diversi di films, è stato un lavoro molto lungo, molto ricercato. Anche la storia è stata cambiata varie volte fino a che non abbiamo trovato un’unione perfetta tra il sentire e il fare, un’unione che ha permesso questa realizzazione sia nel girato, quindi sia nel momento in cui sono stata ripresa, sia in tutta la parte molto lunga e complessa della post produzione.
La comunicazione telepatica di cui parli nel pezzo si lega bene con l’attuale periodo di pandemia e l’esigenza di comunicare a distanza. C’è qualche riferimento in questo senso?
Il legame telepatico è un po’ il fil rouge di tutto l’album che ha come idea il concetto costante di bellezza e amore e quindi ha anche quello di affinità elettiva. Questo concetto è presente sia in Lettera da Marte che alla massima potenza in Entanglement. Non è un qualcosa che io ho voluto e cercato per via di questo momento storico che stiamo vivendo, in quanto i brani sono stati scritti precedentemente. Sicuramente però oggi è ancora più calzante e di certo ce n’è ancora più bisogno. E’ un qualcosa in cui credo davvero molto, ho sempre creduto nella qualità e non nella quantità e la ricerco da una vita. Mi riferisco a quell’anima gemella quella persona con la quale in ogni ambito, lavorativo, d’amore, d’amicizia non ci sia poi bisogno di dover parlare troppo, ma con la quale ci si capisce al volo. Anche nelle distanze siderali si rimane in contatto con una telepatia che sa di ultraterreno.
Pandemia permettendo stai per caso progettando di esibirsi dal vivo con i pezzi dell’album?
Tendo a vivere sempre il momento per come si presenta e a non far progetti dato che io in realtà non posso calcolare nulla, quindi attualmente sto aspettando che le persone possano far fruire e sedimentare dentro di loro la musica di questo disco, ascoltandola così, come una proposta. Sicuramente c’è l’idea di farla arrivare anche in versione live, ma adesso come adesso non so dire sotto quale forma e in quale contesto. Aspetteremo per vedere e proporre.