Il gruppo Summani, celebra la passione per la musica partenopea e quella per il prog rock e presenta il suo primo cd intitolato Prologo.
Si sono incontrati nel 2017 ed hanno subito iniziato a fare musica insieme e a suonare dal vivo. Strettamente legati alla tradizione musicale partenopea, quella della loro terra e nello stesso tempo grandi appassionati di prog rock, i Summani propongono un genere musicale “mescolato” e ricco di contaminazioni, energia e creatività. Il gruppo, composto da Mimmo Angrisani, voce e percussioni, Nicola De Luca e Nicola Campitiello alle chitarre, Tullio Ippodamia al basso e Peppe Magnolia alla batteria, ha da poco pubblicato il cd di debutto, l’ottimo Prologo, e si prepara per una stagione di performances dal vivo.
Da dove viene il nome Summani e perchè lo avete scelto per la vostra band?
Summano (Summanus) era il Dio dei Fulmini per gli Etruschi, poi ripreso in era romana come Giove Summano (luppiter Summanus). L’aggettivo caratterizza anche la parte sommitale del Monte Sacro il cui vertice è il punto centrale intorno al quale tutto ruota. Summanus appare come uno spazio di frontiera tra mondo dei vivi e mondo dei morti, tra uomo e dio, tra natura e cultura tra palco e resto del mondo.
Il palco, infatti, è un altare, un luogo privilegiato e la dimensione del musicista è quella di diffondersi. I Summani identificano questi concetti energetici di diffusione, comunione e condivisione.
Se doveste presentarvi a chi non vi conosce cosa direste di voi?
Noi amiamo dire che siamo “cinque come uno solo” quindi questa è la descrizione migliore dei Summani come entità, persone, ma visti come band i Summani sono energia vulcanica.
Prologo è il vostro primo album. Quanto ci avete messo a realizzarlo e come vi siete trovati a lavorare tutti insieme in studio?
Lavorare in studio è forse l’esperienza più bella per un musicista che compone e crea i propri brani, ascoltare come la tua musica prende forma passando prima dalla tua pancia poi alla tua testa ed infine nell’aria dove vibra e suscita emozioni. E’ una cosa che non si può spiegare, un percorso di vita che affrontare con le persone che condividono con te quelle emozioni e quelle idee è davvero appagante. In studio è stato semplice abbiamo fuso le nostre vite e nel giro di un anno abbiamo dato alla luce Prologo.
Quale sono le reazioni del pubblico quando vi esibite dal vivo?
Il nostro pubblico ha una reazione molto fisica quando entra in sinergia con la nostra musica : SALTA!!! Questo è un aspetto che ci ha colpito molto, la voglia di vivere fisicamente quello che vogliamo trasmettere. Certo non sempre i nostri brani danno questa possibilità perché affrontiamo anche temi come il disagio, l’immigrazione, la solitudine quindi in quei momenti riescono tutti ad accogliere le nostre idee.
Il complimento più bello che vi hanno fatto…
Abbiamo un’immagine molto nitida nella nostra mente: ad uno dei nostri concerti una coppia di signori che avranno avuto all’incirca ottantanni si sono commossi ascoltando un nostro brano Senza più frontiere. Quello per noi è stato il complimento più bello che ci abbiano mai fatto.
Quali sono le vostre aspettative per Prologo?
Ci auguriamo che il messaggio di questo album arrivi a tutti e che la nostra musica possa piacere, si fanno i dischi perché possano girare in lungo ed in largo quindi vorremmo che Prologo sia in giro per il mondo.
Avete già delle date fissate per promuovere il vostro cd dal vivo?
Si abbiamo date in calendario organizzate per la presentazioni e la promozione di Prologo, la maggior parte sul nostro territorio Campano e con piacere qualcuna anche fuori regione come Potenza, Campobasso, Rieti. Sul nostro sito ufficiale www.Summani.it si troveranno tutte le date aggiornate.
E per concludere una domanda al batterista: quali sono i tuoi miti, quelli che ti hanno ispirato a sederti alla batteria?
Da buon napoletano sono cresciuto con i dischi di Pino Daniele quindi era impossibile non farmi affascinare ed influenzare da uno dei batteristi più importanti dello scenario italiano Tullio De Piscopo. Poi è arrivato John Bonham nel mio mondo musicale: il groove infinito ed un nuovo ed interessante modo di suonare i piatti in alcuni fill che non avevo mai sentito prima mi hanno spinto a sedermi dietro la batteria. Devo anche citare batteristi come Gavin Harrison e Mike Portnoy che mi hanno ispirato.