Fabrizio D'Alessio. Foto da Ufficio Stampa.
Fabrizio D'Alessio. Foto da Ufficio Stampa.

A tu per tu con Fabrizio D’Alessio

Oggi abbiamo incontrato per voi Fabrizio D’Alessio, attore romano classe 1986, diplomato alla International Acting School Rome, ha alle spalle una carriera interessante fatta di teatro, televisione, radio e tanto altro.

Benvenuto su La Gazzetta dello Spettacolo Fabrizio D’Alessio. Sei in scena con lo spettacolo Claustrofobia. Come descriveresti il tuo personaggio?

Un classico figlio di papà, che si ritrova a godere di quelli che sono i benefici di una vita agiata e milionaria ma che in realtà cela in lui una sofferenza e pressione nell’avere gli occhi di tutti addosso e dover sempre dimostrare di avere le capacità per meritare il ruolo che ha. Un finto sicuro di se che nasconde in realtà fragilità e codardia. Questo è Francesco Diripio.

La locandina di Claustrofobia
La locandina di Claustrofobia

Cosa rappresenta per te questo progetto e perché?

Claustrofobia è un progetto a cui tengo molto. Uno spettacolo che mi ha donato una crescita artistica rara, grazie ad una regia di prestigio come quella di Alberto Ferrari ed il testo di una giovane talentuosa penna come quella di Gianni Quinto. Questa è la seconda produzione della nostra piccola realtà chiamata #mainagioia spettacoli.

“Eravamo 4 amici al bar che volevano cambiare..” non il mondo bensì il teatro. Siamo 4 pazzi ( Gabriele Carbotti, Andrea Dianetti , miei soci di palco e la fondamentale presenza di Matteo Fiocco) che una sera hanno deciso di intraprendere un viaggio artistico con l’obbiettivo di mettere in scena testi inediti e moderni che potessero portare a teatro anche nostri coetanei e perché no anche più giovani, dando loro l’occasione di mettere in stand-by la serie preferita o il programma TV preferito per godere di due ore della magia del Teatro. A soli 3 anni di distanza, dall’affetto dimostrato dal pubblico in questo periodo, devo dire che questa sfida pur Se faticosa sta donando molte soddisfazioni. Poi poter lavorare su quel palco insieme è la nostra Gioia.

Cosa ti aspetti che provi e che recepisca il pubblico in sala?

Dopo il secondo anno di messa in scena devo dire che il pubblico ha provato esattamente quello che speravamo arrivasse. Ride molto, è attentissimo, e all’interno di quel cavou insieme a noi, vive le emozioni e le difficoltà dei tre protagonisti, è caloroso ma soprattutto esce dalla sala felice. Devo dire che questa è la ricompensa più grande che possiamo ricevere.
Poter lasciare un pensiero, un sentimento dentro loro è forse la nostra vittoria più grande.

Sei una voce ormai amata di Rds. Ad oggi cosa è la cosa che ti piace di più della radio?

Ho la fortuna da 3 anni oramai, di lavorare in questa grande azienda e radio come RDS 100% grandi successi. Ho il piacere di essere la voce ufficiale dei grandi eventi e stando sempre su un palco sono a contatto con tutto quel pubblico fatto di ascoltatori, grandi e piccini, che conferma la purezza di questo bellissimo mezzo, la Radio. Capace di far affezionare le persone ad una voce che diventa una vera colonna sonora delle loro giornate. Sono fortunato di far parte di un’azienda così importante composta da professionisti unici.

Come ti descriveresti come artista e come persona?

Ho sempre avuto un po’ di problema con la parola “artista”. Ho sempre pensato più di essere un artigiano, che costruisce e da vita a storie, momenti, capaci di donare un qualcosa a tutte le persone che ne godono. Se dovessi parlare di me come persona testardo, passionale e solare.

Un progetto che sogni di ottenere in futuro?

Come hai capito, tengo molto al nostro progetto #mainagioia spettacoli e spero che possa divenire una realtà sempre in continua evoluzione. Il mio sogno nel cassetto sin da piccolo era di condurre il Festivalbar, se mai tornasse.

Quale augurio vuoi fare al Fabrizio D’Alessio che sarai?

Di preoccuparmi sempre nel cercare di essere una grande uomo prima di un grande attore.

Lascia un commento