Oggi vi raccontiamo di Chromatica, il sesto album di Lady Gaga.
Dove non c’è una cosa che sia meglio di un’altra. In un mondo mediamente in bianco e nero come è in questo periodo difficile, Chromatica sembra uscire nel momento migliore.
Fa pensare ai colori, alla positività, alla luce, fa riemergere vecchi ricordi, come ad esempio le primissime esibizioni di fronte a folle da decine di migliaia di persone lì in attesa di qualcun altro. O semplicemente ricorda un vecchio filo conduttore iniziato con Just Dance.
Ma Chromatica è solo un album, il sesto per l’esattezza, di Lady Gaga, che ha visto la luce da poco, ma ha già guadagnato il suo posto nell’Olimpo, e non perché la cantante ha deciso di chiamare così il suo nuovo “pianeta”.
Questo luogo fittizio, pieno di colori come detto in precedenza, dove tutto è bene accetto, dove si lotta per affermare ogni diversità, dà il titolo a questo album iconico. Questo ritorno alle sonorità dance dei primi anni, quelle che Stefani Germanotta ha sempre ribadito di essersi guadagnata col sudore della fronte, e di aver fatto sue fin da subito.
Ascoltando l’album nella sua totalità, però, traspare anche la voglia della cantante di connettersi, usando intermezzi orchestrali, a passato, presente e futuro, collaborando con artisti completamente diversi come Elton John, Ariana Grande e le BlackPink.
Perché tutto è concesso.
È un album totale, di quelli da cui si potrebbe iniziare a documentarsi su un’artista come Lady Gaga.