Danise on the road: la musica incontra la piazza

Vincenzo Danise lancia un’ iniziativa provocatoria per la realtà napoletana, assai ricca culturalmente ma poco propensa a sostenere i suoi talenti, le sue eccellenze; parte, infatti, con un tour intitolato Danise on the road: questa è la Napoli che voglio con la mission di eliminare il palco come barriera, come qualcosa che allontana il pubblico dall’artista e quindi dalla Musica.

Si definisce “un ricercatore di idee e di emozioni” e fin da giovanissimo la sua strada si incrocia con maestri del calibro di Roberto De Simone e Enrico Rava; una delle tappe più suggestive di questo tour è stata senz’altro la performance del 18 maggio c.a. presso il cratere della Solfatara di Pozzuoli, in cui grazie al suono di una campana tibetana, attira l’attenzione dei presenti e li invita, senza mezzi termini, ad avvicinarsi al pianoforte a mezza coda dello storico Nunneri (sponsor di questa data insieme al PozzuoliJazzFestival) per ascoltare ciò che ha da dire. Si rivela, da subito, un musico di grandissimo spessore; la sua postura al piano sembra dimentica degli studi effettuati anzi, siamo lontani dalle aule di San Pietro a Majella e Danise sembra un fanciullo che dialoghi con sua madre, abbracciandola quasi, assolutamente chino sulla tastiera mentre nei passaggi che qualcuno definisce più difficoltosi, egli chiude gli occhi e comincia un suo personalissimo viaggio con la Musa.

“Immaginando un trio” (brano del 2009) riscalda gli animi degli astanti per predisporli all’ascolto di “Fuoco dal Mediterraneo”, brano calato nella perfetta cornice dell’area craterica puteolana nel quale Danise si diletta a giocare con il re degli strumenti e oggetti di uso quotidiano (come la clessidra che, appoggiata allo spartito che giace con finta incuria sulle corde, va a rallentarne la vibrazione); pregevolissimo il brano “La mia villanella” dove Danise parte dai tre momenti classici, strutturali,  sfoderando  gli studi ma reinterpretandoli sapientemente.

Infine, il cajon di Antonino Talamo entra in scena per  accompagnare un brano di recente composizione intilotato “Donna Cuncè” e ispirato ad una storia vera avvenuta a Vico Nocelle; sembra, nell’esecuzione del pianista, più un pezzo di teatro che un brano strumentale, vista la capacità di Danise di evocare immagini, sguardi e cambi di marcia mentre esegue a memoria questo pezzo. L’inevitabile bis trasforma la Solfatara assolata e il pubblico sorridente ascolta “Il cielo in una stanza”; prossima tappa 1° giugno a Piazza Bellini, h 12.00. Una piazza, buona musica, magari un buon caffè per riappropriarsi della nostra città attraverso la Cultura.

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Redazione Giornalistica

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