Emozione, passione, tecnica, stile, talento: poche parole per descrivere lo straordinario concerto del Banco del Mutuo Soccorso a Roma, Auditorium Parco della Musica, lo scorso 31 gennaio.
La tappa aveva un significato molto particolare per la storica band caposaldo del progressive rock internazionale, che proprio nella capitale ha la sua agguerrita fanbase e che qui ha mosso i primi passi alla fine degli anni ’60 per poi imporsi prepotentemente nei ’70.
Il ritorno dal vivo a Roma ha avuto quindi il trionfale sapore del successo con la Sala Sinopoli gremita di fans vecchi e nuovi, un pubblico adorante e devoto che, nonostante il lungo periodo di silenzio discografico della formazione, non ha mai smesso di amarla ed ha salutato con entusiasmo il più recente cd, l’acclamato Transiberiana. E appena la band mette piede sul palcoscenico, è come se il tempo non fosse mai passato e la melodia, la poesia e il ritmo del BMS riesplodono in tutto il loro fascino con Metamorfosi ed è impossibile non rimanere sorpresi dalla straripante energia martellante della batteria di Fabio Moresco, che in coppia con l’eccellente bassista Marco Capozi ha dato vita ad una sezione ritmica precisa e coordinata. Poi è ancora la lunga storia del Banco (in concerto il prossimo 5 febbraio a Genova) a reclamare attenzione con la hit Il Ragno, dove il vocalist Tony D’Alessio mette alla prova la sua grande potenza vocale e la sua incredibile presenza scenica.
Il pubblico è già caldo ma anche l’emozione della band è tangibile, soprattutto quando il frontman e membro originario Vittorio Nocenzi, tastierista e vocalista, prende la parola per salutare la “sua” audience. Come sempre carismatico ed intrattenitore, Nocenzi ha avuto il merito di rimettere insieme una formazione che ancora oggi è una macchina da guerra, coinvolgente e in grado di trasmettere tante emozioni attraverso note e parole. Dopo Cento Mani e Cento Occhi da Ciao Darwin e La Conquista della Posizione Eretta è tempo di assaggiare dal vivo “il Banco 2.0” con la bellissima Eterna Transiberiana dall’album Transiberiana.
Un capolavoro di metafora e immaginazione con un incontenibile Filippo Marcheggiani. Filippo, promosso a pieno titolo chitarra solista del Banco del Mutuo Soccorso si fa apprezzare per la sua versatilità nel fraseggiare con la chitarra ritmica del bravo Nicola Di Già, ma anche per la sua comunicativa e disinvoltura. Tempo di ascoltare L’Evoluzione e il Banco del Mutuo Soccorso è di nuovo tutto riunito lì, con i compianti Francesco Di Giacomo (cantante) e Rodolfo Maltese (chitarrista), che come dice Vittorio Nocenzi stanno a guardare con il naso incollato al finestrino del treno, nel lungo tragitto della Transiberiana. Ottima l’interpretazione di Moby Dick, uno dei più grandi successi del BMS negli anni ’80, quindi Canto di Primavera che riporta al passato e L’Imprevisto (da Transiberiana) che si rivolge al presente e ci proietta nel futuro.
E’ la volta della leggendaria R.I.P. e i tantissimi presenti all’Auditorium hanno già capito che questo concerto stasera ha il sapore della storia e della gloria. Segue Traccia con un Filippo Marcheggiani istrionico quanto basta ma mai egocentrico, così come Tony D’Alessio che non fa una piega nell’interpretazione del bis a grande richiesta, Non Mi Rompete. Il brano durante questo tour è diventato a sorpresa un ottimo spotlight per il talento individuale di Fabio Moresco alla batteria e per quello di tutti gli altri membri del gruppo.
Il Banco del Mutuo Soccorso si congeda con boati di applausi dedicati per primo a Vittorio Nocenzi, l’artefice del “nuovo” Banco nonché traghettatore del gruppo nel nuovo Millennio e coordinatore delle personalità e delle potenzialtà dei cinque musicisti della band, davvero all’altezza della situazione. Grandi talenti che però come dovrebbe essere in una grande famiglia sanno supportarsi l’un l’altro, senza sottrarsi generosamente al contatto con il pubblico, per un saluto di cuore prima di tornare a casa all’insegna di abbracci, baci, autografi e selfie, con grande modestia e semplicità. Perchè come dice Vittorio Nocenzi, di rockstars ce ne sono tante ma di Banco ce n’è uno solo.