E’ partito dall’Arena di Verona l’attesissimo tour di Coez, E’ sempre bello in tour, che ieri sera con il suo inconfondibile crossover su uno dei palchi culto della musica italiana.
Il tour
Dopo l’avvio, il tour continuerà dal 12 ottobre con dieci date nei palazzetti più importanti d’Italia, partendo da Torino e arrivando poi ad Ancona, Milano (doppia data), Livorno, Firenze, Bologna, Acireale, Napoli, Bari.
E’ sempre bello in tour, che è stato anticipato a maggio da tre anteprime romane (28 maggio, sold out, 29 e 31 maggio) ha inizio a seguito dell’uscita del nuovo album “E’ sempre bello” (Carosello Records), che ha debuttato direttamente al primo posto della classifica FIMI/Gfk degli album più venduti della settimana. Il singolo omonimo che l’ha anticipato è stato certificato Quadruplo Platino, il secondo singolo “Domenica”, ha ottenuto un Disco di Platino mentre l’ultimo, “La Tua Canzone”, è la terza hit consecutiva estratta dall’album tra le più trasmesse dalle radio.
L’album è stato presentato da una vera e propria guerrilla urbana: Coez lo ha voluto scrivere sui muri, sui bus, sui tram di Roma e Milano, portandolo nelle strade in mezzo alla gente e tornando sulla scena alla “sua maniera”, rivoluzionaria e all’avanguardia, creando un’operazione unica nel suo genere presto diventata culto, con le frasi iconiche dell’album diffuse ovunque nelle città in modalità reale e analogica.
E’ sempre bello in tour è una produzione Vivo Concerti: un allestimento innovativo che girerà lungo la penisola con una band affiatata e che porterà Coez ad esibirsi sui palchi più importanti d’Italia.
Come per il nuovo album, al centro del live di Coez ci sono i claim più iconici delle canzoni, che sono stati scelti dal cantautore anche per lo show. Le istantanee leggere e d’ispirazione eighties insieme agli slogan dei brani di E’ sempre bello, sono il fil rouge che lega il live al progetto discografico di Coez, dando un senso di continuità che il cantautore ha scelto di dare a E’ sempre bello fin dall’inizio.
Le dichiarazioni
Coez ha dichiarato sul tour: “Ho sempre lavorato per questo. Io e i miei musicisti abbiamo suonato nei piccoli club, anche davanti a solo 100 persone, o in posti più grandi come ad esempio Le Capannelle. La cosa bella sarà portare tutta la nostra esperienza su questi palchi, legandola a quell’atmosfera raccolta da club da cui proveniamo. La dimensione live è davvero un’altra dimensione, per questo mi piace: è lontana da internet, lontana dai social, dalle radio, dallo studio: riguarda quello che succede tra te e il pubblico, in quel posto e in quel momento esatto”
L’evento live
Sono 27 i brani in scaletta per oltre due ore di musica, dalle hit che hanno fatto la storia di Coez (Ali Sporche, Lontana da me, E yo mamma, Siamo morti insieme, La musica non c’è, Le Luci della città) ai brani della più recente produzione discografica. Sul palco insieme a Coez, la sua band storica: il bassista e direttore musicale Daniele “Orange” Dezi è Orang3 di Frenetik e Orang3, con cui Coez collabora da diversi anni. Nel 2013, dopo l’uscita di “Non erano fiori”, hanno fatto con Coez una session di scrittura e lì nacquero gli embrioni di diversi pezzi che Coez avrebbe poi finito negli anni successivi. Diversi finirono in “Faccio un casino”, come “Le luci della città” e “Ciao”. Alle sequenze c’è Giuseppe “Banana” Di Nola, il suo dj storico, che ha anche un canale Youtube chiamato “Bananaburger” dove pubblica alcuni video. È stato proprio in una puntata di questo format, seguitissimo, che nel 2017 Coez annunciò di aver collaborato con Contessa per il suo nuovo album (era “Faccio un casino”). Alla batteria c’è Giuseppe “Passerotto” D’Ortona, alla chitarra Alessandro “Gaspare” Lorenzoni con cui Coez ha inciso in passato l’EP “From the Rooftop”,uscito alla fine del 2016 per Carosello, che conteneva alcune canzoni riarrangiate con chitarra e loop station. (“Incredibile romantica” di Vasco, “Verso altri lidi” degli Uomini Di Mare – primo gruppo di Fabri Fibra – e “Cosa mi manchi a fare” di Calcutta).
New entry nella band di Coez Valerio Smordoni, che per “E’ sempre bello in tour” è alle tastiere e alla seconda chitarra.
Un enorme kabuki scintillante cela il palcoscenico come fosse una caramella da scartare, e lascia intravedere sulle prime note il display video da 200 metri che sovrasta la scena e che ospita al suo interno una pedana semicircolare, dove sono posizionati simmetricamente i musicisti.
Lo schermo è il palco e viceversa: un palco che prende forma su tre livelli sommati al LED come quarta dimensione e si sviluppa su un rolling stage largo 20 metri e due catwalk che permettono a Coez di immergersi nel suo pubblico.
L’impianto luci è formato da tre grandi quadrati composti da oltre 200 fari, che danno vita a uno show visto attraverso i filtri scelti dall’artista, per un live meteoropatico tanto quanto il disco. Dalla prima all’ultima canzone in scaletta, i brani si sviluppano attraverso una miriade di colori pastello che richiamano i versi delle canzoni di “E’ sempre bello”.
L’impianto luci è stato progettato da Roberto Pozzebon e Nicola Tallino, mentre la cura dei contenuti visual è stata affidata a MikkelGarro. Il sistema audio è particolarmente accurato, con diffusori appesi, cluster side ed extra side per una diffusione uniforme all’interno degli spazi.
Durante lo spettacolo ci sarà anche un momento di riflessione, che Coez ha fortemente voluto portare nel suo show sentendo il bisogno e la volontà di riflettere insieme al suo pubblico sul valore assoluto della vita, che va oltre qualunque appartenenza politica. Per farlo, ha scelto un video di Open Arms, una ONG la cui principale missione è proteggere, con la sua presenza in mare, le persone che cercano di raggiungere l’Europa fuggendo da guerre, persecuzioni o povertà.
Il cuore dello show rimane la musica: in scaletta, oltre ai successi che in oltre 10 anni hanno reso Coez portavoce della sua generazione e simbolo del nuovo cantautorato italiano, tutte le canzoni di E’ sempre bello. Come per il nuovo album, Il live si apre con il suono assordante di un aeroplano, il kabuki “scarta” il palcoscenico e la set list inizia con un medley di hit, partendo sulle note di chitarra elettrica di Mal di gola, mentre Coez raggiunge il centro del palco. Segue poi l’intro leggera dal ritornello super pop di Gratis, con i visual che virano verso nostalgici lunapark vintage e caroselli, alternati alla regia live sul megaschermo. Si torna per un momento alle atmosfere del precedente disco con Faccio un casino, dove il pubblico è al centro delle immagini proiettate live. Chiude il primo medley Catene, con i claim in font giga proiettati sullo schermo fluorescente interamente customizzato dalle frasi “Mi serve un elastico per tenerci insieme” – “Mi colpisce tutto st’odio / giuro non vi fa bene”. Il viaggio live di Coez prosegue prima con la cassa dritta e i synth filtrati dall’atmosfera a luci rosse dell’erotica Vai con dio e poi con Forever alone. Il secondo medley della scaletta arriva con una delle hit della carriera da solista di Silvano, Siamo morti insieme, in chiave più rock che mai, mentre va in scena una regia quasi televisiva che prepara il pubblico al momento successivo, quello di Domenica, il tormentone targato estate 2019, che Coez canta sulle immagini tv retrò in pieno stile Superflash di Mike Bongiorno, per una citazione da immaginario domenicale anni ’80. Segue Niente che non va, che anticipa uno dei pezzi più belli scritti negli anni dalla penna di Coez: tutto spento, non serve altro se non le tastiere e la voce di Coez per E yo mamma, che sull’apertura si tinge di rosso con alcune diapositive black&white di Silvano live. Lo show prosegue inanellando l’uno dopo l’altro brani intimi e personali come Ninna nanna, nata come ghosttrack dell’album ma scritta e pensata da Coez per essere cantata live con il suo pubblico. Particolarmente efficaci le proiezioni su Fuori di me, che trasformano il palazzetto in una sala cinematografica sui toni di un deserto aranciato. Con Ciao le proiezioni rompono gli schemi e trasformano il ledwall in un puzzle fatto di immagini del videoclip.
Seguono poi alcune delle storiche hit come Lontana da me e Jet, per cui il palazzetto sembra fatto di zucchero filato e il cielo si tinge di rosa. Diapositive live in bianco e nero e a colori a tutto schermo per l’eccezionale Ali Sporche, che è uno dei pezzi più belli e struggenti del cantautore, riarrangiato in chiave live con un assolo di chitarra elettrica sul finale del pezzo che chiude la prima parte dello show.
In un momento di respiro e riflessione, viene proiettato il video che testimonia il lavoro dei volontari di Open Arms. Lo show riprende con un set acustico e intimo su Mamma Roma, Vorrei portarti via, Le parole più grandi. Da cantare a squarciagola Le luci della città, che prende vita sulle immagini di una Roma decadente vista dall’alto nel buio di un giorno di festa, quasi come a volerla guardare da lontano. Il terzo medley della set list si apre con l’autotune e sintetizzatori di Occhiali scuri per poi seguire con il pezzo più rock del live Invece no. Atmosfera e luci sospese, iniziano le note di Aeroplani, ballad atipica e underground che aspetta a chiudere lo spettacolo.
Il gran finale arriva con la hit multiplatino La musica non c’è con cui Coez ha infranto tutti i record di stream e views, e poi con le diapositive eighties da ombrellone e sabbia di E’ sempre bello, tutt’ora in cima alle classifiche. Coez saluta il pubblico sulle note di La strada è mia, quasi a volersi dedicare un testo che lo racconta anche nelle scelte non sempre facili ma necessarie, fatte per arrivare fin qui.
Lo show di Coez è un vero e proprio viaggio attraverso la sua storia musicale che prosegue il successo dell’album E’ sempre bello.