Chris Squire. Foto dal Web
Chris Squire. Foto dal Web

Chris Squire ricordo dell’indimenticabile bassista degli YES

Con il suo inconfondibile sound e l’istrionica presenza scenica ha segnato i tantissimi successi degli YES nel mondo

Chris Squire. Foto dal Web
Chris Squire. Foto dal Web

Il 27 giugno del 2015 il mondo piangeva Chris Squire degli YES, uno dei bassisti più amati del mondo, un talento unico che ha lasciato il segno nella storia del rock e del prog rock. Nato a Londra nell’area di Kinsbury il 4 marzo 1948 il giovanissimo Christopher Russel Edward Squire, figlio di un tassista e di una segreteria in una agenzia immobiliare, dimostra fin da subito di avere una grande passione per la musica.

Mentre i suoi compagni di scuola, come tutti i ragazzini, nel tempo libero giocano a pallone lui preferisce di gran lunga trascorrere i pomeriggi ad imparare a cantare nel coro della chiesa del suo quartiere. In seguito proprio del suo maestro di canto Chris una volta disse: “mi colpì il fatto che dedicasse così tanto impegno in quello che faceva e che fosse così incredibilmente preparato tanto che pensai che saper fare una cosa molto bene e dedicarcisi anima e corpo potesse dare davvero un senso alla tua vita”.

Fu proprio con questo spirito che si avvicinò al basso e ancora con questo stesso spirito e con un grande amore per la musica che Chris fece il suo percorso, che lo portò ad esibirsi fin da quando aveva solo sedici anni ed era un fan hardcore dei Beatles, passando di band in band: Selfs, Syn, Mabel Greer’s Toyshop.

Fino a fondare nella primavera del 1968 insieme al cantante Jon Anderson i gloriosi YES, il gruppo di prog rock che ha fatto la storia del rock sinfonico, nel quale ha militato fedelmente per tutta la vita e con il quale ha firmato alcune delle più gloriose pagine del prog rock con albums come Fragile, Close To The Edge, Relayer, Tales from Topographic Ocean… Musicista virtuoso, perfezionista e grande professionista, una preziosa alchimia di preparazione e talento, nonostante la sua enorme e indiscussa competenza, Chris Squire d’abitudine seguiva una dura routine di esercizi facendo pratica religiosamente per ore ed ore senza stancarsi mai ogni giorno.

Era capace anche di alzarsi nel bel mezzo della notte per provare un passaggio che non lo convinceva o per trascrivere un motivo che gli era venuto in mente. Compositore brillante, si devono a lui alcune delle immortali hits degli YES, pezzi come Onward, Going for the One, On The Silent Wings of Freedom, The More We Live Let Go e la lista potrebbe continuare a lungo. Originale, fantasioso ma sempre equilibrato, i suoi assoli precisi e travolgenti hanno calamitato l’attenzione del pubblico per più di una generazione e hanno lasciato la critica di tutto il mondo a bocca aperta ammirata. Eppure Chris Squire, lontano dalle luci della ribalta, era un uomo semplice e cordiale, distante chilometri dallo stilema della rockstar bizzosa, viziata e superficiale.

Altissimo, biondo ed estremamente affascinante, i suoi occhi verde smeraldo sorridevano al mondo e brillavano alla vista del suo amato Rickenbaker 4001 color giallo crema. Chris, fermamente ancorato ai valori della sua generazione, quelli di libertà, pace, amore universale e uguaglianza che caratterizzarono gli anni della sua gioventù, era sempre disponibile e amichevole con i fans che lo fermavano per chiedergli un autografo o per farsi una foto con lui e aveva una parola di incoraggiamento per tutti i compagni della band e per i colleghi. Nel mondo della musica poteva contare su un sacco di amici che hanno accolto la notizia della sua morte con enorme dispiacere e rimpianto per il musicista grandioso e l’uomo di valore che era.

Colpito da una forma acuta di leucemia diagnosticata nel maggio del 2015 sperava di guarire per riunirsi prima possibile alla sua band che stava per partire in tour, ma nonostante gli sforzi e le cure i medici non ce l’hanno fatta a salvarlo e lui, dopo una battaglia breve ma intensa durata un mese, se n’è andato senza tanto clamore, lasciando un gran vuoto nel cuore di quelli che in tutti e quattro i continenti lo hanno conosciuto e amato.

Eppure il suo spirito è ancora qui tra noi e vibra in ogni singola nota suonata dal suo basso e incisa sui solchi dei dischi degli YES e non soltanto. La sua eredità musicale brilla ancora sui palcoscenici di tutto il mondo grazie ai tanti concerti tenuti dagli YES nella loro formazione attuale, dove il chitarrista e bassista Billy Sherwood sostituisce Chris, per suo stesso volere. Dopo il successo della scorsa tournèe, #YES50: Celebrating 50 Years of YES che nel 2018 ha reso onore ai 50 anni della carriera della band di Chris, gli YES con Billy Sherwood sono nuovamente in pista dallo scorso 12 giugno a Bethlehem, PA. Il cartellone molto ricco comprende anche gli Asia con Steve Howe (chitarrista storico degli YES) e il vocalist e chitarrista Ron Bumblefoot Thal, più una speciale performance di John Lodge dei Moody Blues e Carl Palmer’s ELP Legacy con Arthur Brown.

Questo nuovo tour estivo si concluderà il prossimo 28 luglio a Saratoga (CA). Saranno tutte ottime occasioni per riascoltare il repertorio composto da Chris Squire ed apprezzarlo nella sua complessità ed unicità perchè Chris era la musica e la musica era Chris. Proprio come recita una targa collocata in suo onore a Warwick Street Soho Londra, dove mosse i primi passi della sua carriera: “Egli visse la sua vita nella musica e fu ispirazione per molti”.

Su Susanna Marinelli

Giornalista pubblicista, ha scritto tra le altre per le riviste Cioè, Debby, Ragazza Moderna, Vip, Eva 3000, Grand Hotel, Gossip, Tutto, Nuovissimo...Ha partecipato come ospite a varie trasmissioni tv tra cui La Vita in Diretta e in radio per Radio2Rai.

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